Toy Story 4, la recensione
Nonostante sembri apparentemente in linea con gli altri film della serie, Toy Story 4 è un grande cambiamento. Non perfetto, ma efficacissimo
Toy Story 4 non è il miglior film della serie (né asciutto come il secondo, né umano come il terzo) ma sostiene alla grande il peso della saga e si permette anche l’ambizione di chiuderla modificando quel che pensiamo di sapere sulla vita dei giocattoli, riavvicinando Woody, vero protagonista, al genere che gli appartiene: il western.
Ottemperando alla mitologia del west classico cui appartiene, Woody viene reimpostato fin dalle prime scene come un personaggio che a un certo punto nel suo passato ha scelto il dovere al posto dell’amore. Come i grandi pistoleri c’è un imperativo morale a dominarlo ed è sempre più importante della propria felicità. Pensavamo fosse realizzato al servizio dei padroni umani e invece forse non è così o, se non altro, c’è qualcosa che inizia a farsi strada dentro di lui, qualcosa che viene dal passato, proprio ora che non conta più così tanto nella gerarchia della bambina cui appartiene.
Questo quarto capitolo non è scritto con la precisione degli altri (lo si vede dalle trovate dozzinali con le quali i giocattoli ottengono i loro obiettivi all’insaputa degli umani, lo si vede dai personaggi nuovi che sono solo riproposizioni di altri personaggi della saga o gender swap di eroi classici, eccessivamente cool e perfetti e lo si vede da quanto Josh Cooley abusi della soluzione di far vivere ai giocattoli momenti emotivi davanti agli umani quando sono costretti a non mutare espressione), è figlio di un team con molte nuove leve e il solo Andrew Stanton a rappresentare la vecchia guardia e, nonostante in superficie sembri un tipico film di Toy Story, è ben diverso. Lo dimostra innanzitutto lo score che sembra uscito da una commedia anni ‘50 ma lo dimostra anche l’umorismo e la ricerca forsennata della commozione. Questo è un film decisamente più revisionista, pensato da altre teste che tuttavia ammirevolmente tiene il passo degli altri.
Tutto riesce infatti alla fine, Toy Story 4 commuove già dopo i primi 5 minuti, fa ridere moltissimo ed ha una tenerezza che il resto del cinema gli dovrebbe invidiare. Anche se le sue fondamenta scricchiolano è un film bellissimo, pieno di straziante desiderio di felicità, armonia e realizzazione.