Total War: Warhammer, la recensione

La Guerra Totale travolge il Vecchio Mondo, e gli eserciti delle razze che lo popolano collidono: la recensione di Total War: Warhammer

Un giorno troverò qualcosa di interessante da scrivere qui dentro.


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La guerra è tutto, in quel coacervo di violenza che è il Vecchio Mondo, da sempre percorso da tensioni, ma mai come ora devastato, mentre un evento distruttivo, la Fine dei Tempi, si prepara ad esplodere. Se ne ha solo il sentore, in quella colossale opera che è Total War: Warhammer, ma tanto basta ad opprimere il giocatore, a buttarlo in un contesto di sangue e morte che è anticamera della distruzione. E' così che le fazioni del mondo si affrontano, lasciando sul campo migliaia di caduti, e sebbene non ne avrà mai testimonianza diretta, il giocatore sa che il male è destinato a risorgere, e ad avere finalmente la meglio. C'è la fine, nell'orizzonte temporale di Warhammer, ed alla fine si arriva attraverso la Guerra Totale.

Non poteva non suscitare estrema eccitazione l'annuncio che The Creative Assembly, che detiene la chiave del sapere per quanto riguarda la strategia videoludica, si sarebbe occupato di realizzare la propria personale visione del gioco di miniature di Games Workshop, che aveva già avuto delle discrete incarnazioni digitali, ultima Warhammer: Mark of Chaos, ma infinitamente meno numerose di quelle del suo fratello futuristico, Warhammer 40,000. Eccome come Total War: Warhammer si configuri come la quasi perfetta incarnazione della fonte originaria, infondendo in un'unica produzione il suo immenso background narrativo fatto di personaggi ed accadimenti e la sua perfezione strategica, accompagnati al solidissimo e collaudatissimo impianto di gioco tipico della serie. In una maniera, questo forse uno degli elementi definitori dell'opera videoludica, totalmente accessibile, che elimina qualche orpello del gameplay a favore di un'immediatezza maggiore. Ne saranno testimoni coloro che si lanceranno nelle campagne belliche del Vecchio Mondo dopo avere saccheggiato l'Europa nel precedente epigono della serie, Total War: Attila.

[caption id="attachment_156784" align="aligncenter" width="600"]Total War: Warhammer screenshot Total War: Warhammer - screenshot[/caption]

E' così che il gioco di The Creative Assembly si preoccupa di essere divertente, e divertente è un aggettivo sicuramente consono al videogioco, ma relativo nel momento in cui si parla di strategia. C'è assuefazione nella strategica, pianificazione, attenzione al dettaglio, studio, tutti elementi che non suonano benissimo se associati alla parola divertimento. E invece Total War: Warhammer è estremamente divertente, capace com'è di intrigare e sedurre il giocatore, che non sente precipitargli addosso il peso di più di quindici anni di gameplay strategico curato all'estremo; gode della sua raffinatezza, ma trova respiro in un impianto meno complesso del solito. Il che ovviamente non vuol dire che il quid ludico del gioco sia di qualità minore rispetto a quello dei predecessori: è semplicemente diverso, a nostro parere anche più efficace nel tenere incollati di fronte allo schermo.

"La struttura di Total War si modifica in maniera dinamica ed interessante alle caratteristiche delle singole razze, e con essa lo svolgimento delle campagne"

Il merito è ovviamente anche di quanto Total War: Warhammer può sfruttare, il background di un gioco le cui storie e le cui edizioni si sono susseguite nel corso di trentadue anni, fino alla rivoluzione di Warhammer Age of Sigmar, andato a sostituire Warhammer Fantasy Battle. Una storia di trentadue anni ha una densità incredibile, quella dalla quale nascono gli eserciti di Impero, Guerrieri del Caos, Conti Vampiro, Nani e Pelleverde, non la totalità quindi delle razze del gioco di miniature, ma una discreta selezione. Almeno un altro paio ovviamente sarebbero state graditissime ed è l'unico vero appunto sollevabile nei riguardi della produzione (che comunque si andrà ad arricchire in questo senso, tramite DLC). Una relativamente ridotta selezione ha però permesso a The Creative Assembly di creare stili di gioco profondamente diversi a seconda della fazione, e ci se ne accorge sia nella fase di gestione strategica della campagna, sia in battaglia. Se l'Impero ha bisogno di determinati edifici per accedere a nuove tecnologie i Nani hanno un albero immediatamente accessibile; se i figli della montagna in battaglia non utilizzano cavalleria ma solo fanti e macchine da guerra i Conti Vampiro non vanno in rotta quando demoralizzati, iniziano a sgretolarsi e a perdere forza fino all'ultimo non morto.

[caption id="attachment_156785" align="aligncenter" width="600"]Total War: Warhammer screenshot Total War: Warhammer - screenshot[/caption]

L'esperienza ludica è quindi di fattura eccellente. La struttura di Total War si modifica in maniera dinamica ed interessante alle caratteristiche delle singole razze, e con essa lo svolgimento delle campagne. Ma della fonte ispiratrice beneficiano forse in maniera ancora maggiore le battaglie in tempo reale, che possono esibire la varietà di magie, unità, macchine che il gioco di miniature offre. Sono molto più movimentate rispetto a quelle degli episodi storici della serie e non può non esaltare l'appassionato la possibilità di schierare in esse eroi come Karl Franz, Archaon il Prescelto Eterno, Grimgor Pellediferro, Mannfred Von Carstein, Thorgrim Portarancore e tantissimi altri ancora. Rende ad essi giustizia, ed al mondo di gioco, un impianto visivo di buon livello, che parte dalla direzione artistica del gioco di miniature per proporre eserciti ricchissimi di dettagli ed ambientazioni molto particolari.

The Creative Assembly, con Total War: Warhammer, si dimostra ancora una volta infallibile, confezionando un'opera di qualità eccellente, solidissima nel gameplay, che si permette però non di replicare in maniera banale le meccaniche dei suoi predecessori, ma di piegarle alle esigenze ed al peso narrativo ed iconografico del gioco di miniature di Games Workhop. Quanto ne viene fuori è il sogno proibito degli appassionati degli strategici e delle razze del Vecchio Mondo, una produzione videoludica sopraffina per tutti gli altri.

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