Total War: Warhammer II, un seguito un po' impaziente - Recensione
A poco più di un anno dall'uscita del primo capitolo, ecco Total War: Warhammer II: la nostra recensione
Ad ogni modo, Total War: Warhammer II è un giocone, esattamente come il suo predecessore, una versione videoludica perfetta del gioco di miniature di Games Workshop, del quale con efficacia assoluta ricrea personaggi, mondi, eventi, sfruttando fino al midollo l'enorme lore fatto di eroi, razze, battaglie, quello creato non solo dai suoi storici curatori, ma anche dai giocatori, attraverso mille scontri, avvenuti in tornei, case, garage. Per gli appassionati del gioco di miniature è opera imprescindibile, unica capace di replicare la bellezza dei ranghi serrati delle unità, l'intensità delle cariche, le memorabili azioni degli eroi. Il tutto, ovviamente, inserito in quella solidissima struttura strategico/gestionale che è il modello di The Creative Assembly, ogni volta collaudatissimo, ogni volta diverso.
Quello che rende infatti rilevante ogni singolo episodio della serie Total War è certamente il gameplay, ma più di esso l'inserimento di quelle novità atte ad arricchirlo, a variare l'approccio del giocatore, a dotarlo di maggiori possibilità d'azione, a renderlo in sostanza un'esperienza di gioco diversa dagli altri capitoli, pur condividendone le stesse basi. E' un discorso che per un genere come lo strategico ha particolarmente valore, perché si tratta di un genere nel quale difficilmente si riesce ad implementare idee nuove: ecco, The Creative Assembly è riuscita a farlo ancora una volta, in maniera persino più sorprendente del solito, visto il poco tempo intercorso tra le uscite dei due videogiochi della saga dedicati a Warhammer. Intendiamoci, niente di clamoroso, ma comunque un qualcosa che rende le campagne, perché in esse si concentrano le novità, intriganti anche per chi avesse spolpato il primo episodio.
[caption id="attachment_177938" align="aligncenter" width="1920"] Una situazione di dominio solo apparente: gli eserciti di intervento possono sbucare fuori in ogni momento, dal nulla[/caption]
Total War: Warhammer II si gioca quindi in maniera diversa rispetto non solo al suo predecessore, ma anche agli altri capitoli della serie tutta. Ci si può asserragliare, cercando di soddisfare i requisiti per i vari riti e di portarli a termine, mentre il Caos ci si riversa contro, ci si può affidare agli eserciti di intervento (con scarsi risultati in realtà), o si può partire per massicce campagne militari in terre lontane per mettere gli avversari in difficoltà, magari dopo aver imbastito relazioni diplomatiche con i regni circostanti atte a renderle più efficaci, ma si deve sempre e comunque attraversare determinati passaggi, non è un qualcosa che rende il gioco peggiore o migliore degli altri episodi, solo diverso, ma è già molto, viste le legittime perplessità che l'operazione sequel a immediata distanza può suscitare. Anche perché nelle altre componenti, ludiche (le battaglie in tempo reali) e tecniche (grafica e colonna sonora) di novità praticamente non ce ne sono, se non quelle date dalla possibilità di utilizzare nuove razze. Total War: Warhammer II ha quindi dalla sua la solidità del gameplay, apprezzabili novità e un'offerta ludica consistente: eppure è proprio difficile eliminare del tutto una certa, fastidiosa sensazione...