Torture Garden 0 - 2, la recensione

Torture Garden è una storia seducente quanto inquietante sorretta da una qualità grafica eccellente

Classe 1971, ha iniziato a guardare i fumetti prima di leggerli. Ora è un lettore onnivoro anche se predilige fumetto italiano e manga. Scrive in terza persona non per arroganza ma sembrare serio.


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Tra pochi giorni verrà presentato a Cartoomics il terzo e conclusivo capitolo della scioccante miniserie Torture Garden, pubblicata da Edizioni Inkiostro. Leggendo Il patto dei fiammiferi scopriremo infine quale accordo lega il gruppo di adolescenti - di cui fanno parte i due protagonisti della vicenda - sfruttati e seviziati nell'Istituto di Carità per Poveri Orfanelli della Signora Woland.

Il fumetto ideato da Barbara Baraldi (scrittrice ben nota ai lettori di Dylan Dog) ci ha positivamente impressionato sin dal numero zero, intitolato Il dolore è solo l'inizio, una pubblicazione promozionale e gratuita di sole 8 pagine che però introduce in modo efficace le atmosfere di questa storia sviluppata su due piani temporali, seguendo i protagonisti in tenera età come da adulti.

I due spillati successivi, intitolati rispettivamente Annie e Travis, sono proprio dedicati a loro. La prima è una giovane donna, bella ed energica, dedita a pratiche erotiche di tipo BSDM con lo pseudonimo di Lady Cassandra e nel ruolo di mistress, dominatrice assoluta.

Il secondo è un ex poliziotto allo sbando: divorato dal male, sia inflitto che subito, ha realizzato che un misterioso e implacabile assassino sta cercando di eliminare uno a uno gli avventori di Casa Woland e chiede l'aiuto ad Annie. Ma se Travis è ossessionato e perduto nei suoi ricordi, l'amica di un tempo detesta il suo retaggio e ne rifugge in ogni modo.

Torture Garden è una storia seducente e inquietante in egual misura, perché il “giardino della tortura” può incarnare sia il desiderio quanto l'incubo, volgere in Eros o Thanatos, significare libertà o schiavitù totale. Il soggetto potente e raffinato di Barbara Baraldi è un noir con venature horror molto ben strutturato, una reinterpretazione originale degli elementi cardine di entrambi i generi, uniti a una conturbante dose di erotismo. La scrittrice emiliana, scardinando luoghi comuni e pregiudizi scontati, ci offre una metafora della vita stessa, in perenne ricerca di equilibrio tra piacere e dolore, serenità e angoscia, ragione e follia.

La sceneggiatura agile, senza flessioni e davvero ficcante, è disseminata in variegata maniera di citazioni musicali e sorretta da una qualità grafica eccellente. Ottima è la prova alle tavole dedicate al presente di Simone Delladio e di Sofia Terzo, entrambi dotati di tecnica, espressività e un tratto fluido quanto efficace nei chiaroscuri.

Il piatto forte di questo fumetto è tuttavia rappresentato dalle immagini sporche, rutilanti di grigi e neri, con cui Rossano Piccioni imprime negli occhi del lettore l'abominio vissuto in passato da Annie, Travis e dai loro compagni, dipingendo un'allucinata e immaginifica fiaba infernale.

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