Tratto dal romanzo Come Vivo Ora di Meg Rosoff, il film di Kevin MacDonald con Saoirse Ronan presentato a Toronto è semplicemente scritto e diretto male...
Più passano gli anni più viene da chiedersi se il regista Kevin MacDonald accetti di lavorare a film di finzione solamente per guadagnare tempo e soldi per i suoi amati documentari.
Troppa la distanza non solo d’approccio, ma anche qualitativa, che separa progetti come
Un giorno a Settembre (premio oscar nel 2000),
Touching the Void e
Marley da una carriera da regista più tradizionale che nonostante fosse partita bene (
The Last King of Scotland non era male) è apparsa gradualmente sempre più povera di idee e contenuto.
State of Play (2009), The Eagle (2011) e ora, per l’appunto,
How I live now, rappresentano una china discendente che a questo punto può solo portare a raschiare il fondo del barile.
Presentato senza clamore al Toronto Film Festival (e, a visione terminata, se ne capiscono le ragioni), How I live now si basa sull’ omonimo romanzo di Meg Rosoff tradotto in Italia con Come vivo ora. Vi si racconta la storia di Daisy, quindicenne spedita dal superindaffarato papà a passare l’estate in un’imprecisata casa di campagna inglese isolata da tutto e da tutti. Lì vivono però la zia e i cugini. Lei è una ragazza piuttosto problematica, non ama la compagnia dei suoi coetanei, ma la costretta frequentazione con i suoi giovani parenti la porta ad aprirsi poco a poco fino addirittura a innamorarsi di uno di loro. Peccato che sullo sfondo abbia inizio una guerra che sembra stia portanto l’Inghilterra nel baratro. Lo scenario diventa apocalittico e le decisioni da prendere per poter sopravvivere diventano dolorissime…
Inquadrature sempre tremolanti e panoramiche a schiaffo che vorrebbero suggerire l’idea che si stia girando un documentario senza però averne nessun altra peculiarità (tutto è palesemente costruito e posticcio), dialoghi da mani nei capelli e un cast scelto e diretto come peggio sarebbe stato difficile fare.
How I live now è un film scritto e diretto così male che, complici la presenza anche qui di
Saoirse Ronan e alcune analogie di sceneggiatura (come i soliloqui di lei), più volte sembra di assistere a un sequel (peggiore, se mai possibile) di The Host. E’ vero che, come ha ammesso lo stesso Kevin MacDonald,
How I live now è un film low-budget e non è mai semplice fare pellicole dalle ambientazioni futuristiche con pochi soldi a disposizione, ma anche per riuscire a sbagliare tutto ci vuole tanto impegno. La speranza a questo punto è che, almeno per un po’ di tempo, a McDonald possa bastare la sua bella carriera da documentarista, genere del quale è uno dei migliori maestri al mondo.