Topolino Pink Edition, la recensione

Topolino Pink Edition raccoglie le avventure del quartetto di papere scritte da Marco Bosco e disegnate da Silvia Ziche...

Carlo Alberto Montori nasce a Bologna all'età di 0 anni. Da allora si nutre di storie: lettore, spettatore, ascoltatore, attore, regista, scrittore.


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Silvia Ziche è sicuramente una delle autrici Disney più apprezzate e questo giudizio non è limitato alla categoria di sceneggiatrici e disegnatrici (che sono ancora una netta minoranza); il suo stile caratteristico non la fa di certo sfigurare al confronto con i suoi colleghi uomini, le sue tavole sono facilmente riconoscibili a un primo sguardo, grazie all'espressività con cui riesce a rappresentare i protagonisti delle sue storie.

Dopo gli incredibili successi delle soap opera Il papero del mistero e Paperina di Rivondosa, oltre che della space opera Topokolossal, la Ziche ha continuato a dedicarsi a saghe di più episodi. Se quelle appena citate arrivano addirittura a superare le 20 puntate (la maggior parte delle quali di poche pagine) e sono scritte dalla stessa Ziche, le lunghe storie raccolte in Topolino Pink Edition sono formate da una manciata di episodi più lunghi, realizzate in collaborazione con lo sceneggiatore Marco Bosco.

Papere alla deriva, Dove osano le papere e Papere alla riscossa sono la portata principale del volume: tre cicli di storie che creano una inedita squadra formata da Paperina, Brigitta, Nonna Papera e Mrs. Paperett. Il quartetto al femminile è un cast efficace, ben caratterizzato e in grado di uscire al meglio anche senza il supporto delle controparti maschili a cui sono solitamente affiancate; sono storie di donne affermate, in grado di compiere imprese straordinarie e anche se sono divertenti c'è qualcosa in più rispetto al solito battibecco per lo shopping o la crostata di mele da non far mangiare a Ciccio. Bosco e la Ziche danno un ruolo centrale a questi personaggi e li valorizzano, dimostrando anche alcuni aspetti del loro carattere che forse finora avevano faticato a emergere.

È interessante vedere come ognuna delle tre storie possa essere considerata una reinterpretazione molto vaga di situazioni narrative abbondantemente sfruttate al cinema o in televisione. Papere alla deriva catapulta le quattro su un'isola deserta, tra Cast Away e Lost, Dove osano le papere ce le mostra come donne in carriera à la Sex and the City, mentre Papere alla riscossa vede l'avanzata politica di Nonna Papera per essere nominata presidentessa dell'Accademia della Pannocchia, con tanto di campagna elettorale ed elezioni. Sono situazioni diverse dal contesto standard in cui solitamente agiscono quei personaggi e sul finale quasi dispiace vederle tornare allo status quo abituale (in particolare in Dove osano le papere, la più riuscita).

Chiudono l'albo una simpatica storia breve con Pico De Paperis, una raccolta di alcune vignette della Ziche al femminile e la storia Paperi nella Torre, collaborazione con Bosco per un'avventura demenziale nella quale si possono riconoscere i germogli di ciò che sarebbero diventate le storie con il quartetto di papere.

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