Topolino 3205, la recensione

Abbiamo recensito per voi il numero 3205 di Topolino, con la prima puntata di PK - Il marchio di Moldrock

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Topolino 3205 è soprattutto il ritorno di PK. Con il primo episodio del nuovo ciclo, Il marchio di Moldrock, Francesco Artibani e Lorenzo Pastrovicchio riprendono in mano le fila della storia là dove si era interrotta ne Il Raggio Nero. In autunno abbiamo letto Cronaca di un Ritorno, del duo Sciarrone - Sisti, sicuramente più integrata nella timeline iniziata con Potere e Potenza di quanto fosse la pur ottima Gli Argini del Tempo, ma leggendo questo Il marchio di Moldrock si torna in pieno alle tematiche e alla storyline iniziata da Artibani.

L'ultima volta che avevamo visto, Moldrock aveva raggiunto con l'inganno la Terra lasciandosi alle spalle la prigionia dell'Universo Pentadimensionale in cui l'aveva richiuso Everett Ducklair. E proprio il genio coroniano è l'obiettivo della vendetta che Moldrock vuole mettere in atto. Nel seguire le sue tracce, il condottiero dell'Orda attacca il monastero di Dhasam-Bul, cosa che permette agli autori di riportare in scena i monaci già visti nella miniserie Lo zen e la fisica dei quanti, i quali sono costretti a chiedere aiuto a PK.

Come nelle altre storie di questa nuova era pikappica, tutto funziona a meraviglia, dalla trama ai disegni. La macro-storia cresce di episodio in episodio e il ritmo è altissimo, con l'azione che si sposta da Dhasam-Bul a Paperopoli all'Universo Pentadimensionale, alludendo ad ambientazioni extraterrestri per il proseguimento dell'avventura. La tensione è alle stelle, alternata a momenti di ottimo umorismo, resi sia tramite Paperinik che per mezzo dei comprimari, come il divertente monaco Pulce Ridondante. E, come Moldrock, anche noi lettori ci chiediamo dove sia Everett Ducklair e quando finalmente avverrà quello che si preannuncia come un grandissimo scontro. Sarà in questa avventura o nella prossima, che, come annunciato da Artibani dovrebbe essere la sua ultima storia pikappica?

L'altro grande evento fumettistico, oltre al ritorno di PK, è Napoli Comicon 2017, che aprirà i battenti questo fine settimana e a cui il settimanale rende omaggio con Zio Paperone e il maggiordomo partenopeo, di Vito Stabile e Umberto Fizialetti. La storia si basa su una serie di equivoci e casualità che vedono - all'insaputa l'uno dall'altro - Zio Paperone e Battista entrambi nel capoluogo campano. E in una storia Disney ambientata a Napoli non può mancare Amelia.

Mentre il miliardario cerca di concludere un importante affare e la fattucchiera di impossessarsi della Numero Uno, il povero Battista, che ha ottenuto una meritata vacanza con una piccola bugia, deve far di tutto per proteggere il principale da Amelia, senza mettere a rischio il suo posto di lavoro. Il tutto condito da divertenti strizzate d'occhio al linguaggio e alla tradizione partenopea.

Finalmente tra le pagine del Topo troviamo anche Tip e Tap e lo straordinario mondo del Toc, scritta da Augusto Macchetto e Sergio Asteriti, autore anche dei disegni. La storia - cosa abbastanza inusuale per Topolino - non è inedita, essendo già apparsa su Topolino Classic Edition Cyan, volume uscito a marzo e interamente dedicato all'"Uomo dei Topi". L'onirica avventura, che ruota attorno all'iconica statua di Peter Pan presente in Hyde Park a Londra, tratta i temi del passaggio del tempo, della malinconia e della nostalgia, con Tip alle prese con i primi struggimenti d'amore.

Topolino, Pippo e la catastrofe linguistica, di Lorenzo Camerini e Luca Usai, invece, ripropone con successo il classico accostamento tra il mondo Disney e il linguaggio forbito, marchio di fabbrica del settimanale fin dai tempi di Guido Martina.

Completano il numero la storia breve Paperino e il momento del bisogno, di Monica Manzoni e Francesco Barbieri, e due autoconclusive della serie Malachia professione gatto, di Alessio Coppola.

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