Topolino 3198, la recensione

Abbiamo recensito per voi il numero 3198 di Topolino, che vede il ritorno di Topo Maltese e Darkenblot

Condividi

Il numero 3198 di Topolino, in edicola da domani, è per certi versi una “seconda parte” del magnifico numero della settimana scorsa. Tornano, infatti, Topo Maltese, per l'ultimo episodio, un nuovo capitolo del ciclo La Storia dell’Arte di Topolino e Darkenblot.

Topo Maltese - Una ballata del Topo salato, di Bruno Enna e Giorgio Cavazzano, si mantiene - com’è ovvio aspettarsi - su livelli altissimi, sia per quanto riguarda la narrazione che i disegni. “La storia più bella che abbia disegnato in questi cinquant’anni”, come l’ha definita Cavazzano a Cartoomics 2017, è già un classico, e la (ri)lettura dell’originale di Pratt è doverosa dopo aver apprezzato questo omaggio, che giunge alla conclusione.

La Storia dell’Arte di Topolino, di Roberto Gagnor e Stefano Zanchi, si occupa questa settimana di omaggiare Andy Warhol in Zio Paperone e la factory di Andy Duckhol. I due autori hanno avuto modo di parlare della storia al panel che ha avuto luogo domenica scorsa a Cartoomics, ribadendo come in tutti gli appuntamenti del ciclo dedicato all’Arte non manchino precisi riferimenti all’epoca storica e alle opere trattate.

Anche in questo caso possiamo riconoscere omaggi precisissimi alla produzione artistica di Warhol, devastati da un divertentissimo Paperoga. Come per la storia dedicata a Van Gogh della scorsa settimana, anche in questo caso i colori di Studio Arancia impreziosiscono i già ottimi disegni di Zanchi.

Ritorna anche Darkenblot, con un simpaticissimo intermezzo già anticipato da Lorenzo Pastrovicchio alla fiera milanese: il film di Darkenblot 2.0. Così come il secondo ciclo iniziava con la pellicola basata sugli eventi della saga originale, anche in questo caso abbiamo la trasposizione filmica del capitolo precedente - sempre ad opera di Casty e Pastrovicchio - con Darkenblot il ritorno - Conflitto smodato.

Scanzonato e divertente, il “film” gioca con i cliché dei film d’azione e rappresenta la risposta perfetta al primo “lungometraggio”. Se all’epoca, Minni non era affatto contenta del ruolo di latin lover della versione cinematografica di Topolino, ora la rivincita con un ruolo - seppur fittizio - che probabilmente anticipa la grande presenza che avrà in Darkenblot 3.0.

Rispetto allo scorso numero, questa settimana abbiamo anche due storie nuove: una di queste è Amelia e l’errore di specificazione, di Pietro B. Zemelo e Massimo Asaro. Zemelo è sempre bravissimo a trovare nuovi punti di vista in situazioni classiche. Anche in questo caso, il cliché di Amelia che tenta di rubare la Numero 1 viene rivisitato in maniera inedita e divertente, con un inaspettato team-up tra la fattucchiera e Zio Paperone.

La seconda novità è un fumetto “d’importazione”, la danese Zio Paperone e il campeggio formativo, di Rune Meikle e Flemming Andersen, che vede lo Zione e i nipotini alle prese con il leggendario Big Foot. La storia ricorda vagamente la barksiana La corona perduta di Genghis Kahn ma, a parte questo, risulta essere la più banale di un numero, altrimenti, memorabile.

Completano l’albo una storia breve di Augusto Macchetto e Roberto VianMestieri Impossibili: l’animatore, ambientata nel mondo di X-Mickey, e Gambadilegno in: buone letture, di Giulio D’Antona a Federico Franzò. Sono presenti, inoltre, due autoconclusive: una del ciclo L’eterno secondo, di Massimiliano Valentini e Giorgio Di Vita e la seconda della serie Il cliente è servito, di Alessio Coppola.

Continua a leggere su BadTaste