Topolino 3187, la recensione

Abbiamo recensito per voi il numero 3187 di Topolino, dedicato al Natale e contenente, tra le altre, una nuova storia di Casty

Condividi

Numero di Topolino che, come è ovvio che sia, è interamente dedicato alle festività natalizie, fin dalla bella copertina di Giorgio Cavazzano.

L'albo si apre con una storia che vede Casty all’opera come autore unico, Topolino e l’elettromistero di Natalimburgo. Il nostro si trova a dover investigare sulla scomparsa di Eta Beta, svanito da Topolinia lasciandosi alle spalle alcuni strani messaggi. Le indagini portano Topolino nella cittadina di Natalimburgo dando il via ad una trama a metà tra il fiabesco e il fantascientifico, in un borgo che, pur essendo a soli cento chilometri da Topolinia, è più un simbolo che un luogo reale, come suggerisce il nome.

Segue Agente Speciale Ciccio in: Natale ad alto rischio, di Riccardo Secchi ed Andrea Lucci. Babbo Natale in persona fa la prima delle sue due apparizioni in questo numero di Topolino, con Ciccio impegnato a investigare sulla misteriosa scomparsa, dai davanzali delle case, dei dolcetti destinati all’arzillo vecchietto.

Gabriele Mazzoleni e Umberto Fizialetti sono gli autori di Zio Paperone e la sorpresa contesa, che vede lo Zione impegnato ad accaparrarsi un introvabile giocattolo per il figlio di un magnate con cui deve concludere un importante affare. Sebbene divertente nello svolgimento, la storia risulta leggermente scontata nel finale.

Estremamente gradevole è la breve Gambadilegno e il regalo sospeso, scritta da Matteo Venerus per i disegni di Renata Castellani una storia muta in cui, se ancora avessimo bisogno della conferma, vediamo che sotto la dura scorza da criminale di Gamba, si cela (seppur molto in fondo) un cuore gentile.

L’ultima storia dell'albo, Zio Paperone e la stella di Babbo Natale, è un’ottima conclusione per questo volume natalizio. Vito Stabile e Valerio Held portano Zio Paperone a contrattare niente di meno che con Babbo Natale in persona. Lo spirito affaristico dello Zione sembra non fermarsi di fronte a nulla, ma in una storia dagli echi barksiani (impossibile non cogliere un’enorme e inaspettata citazione alla storica Paperino e il Natale sul Monte Orso) come spesso accade sono altri i sentimenti che hanno la meglio in Paperone, oltre alla proverbiale avarizia e al suo senso per gli affari.

Completano il numero due autoconclusive, la prima della serie Professione ladro, di Massimiliano Valentini e Francesco Barbieri, e la seconda per Magico Natale, di Ottavio Panaro.

Continua a leggere su BadTaste