Topolino 3175, la recensione

Topolino presenta l'appuntamento con Comics&Science e con l’iniziativa di unire il mondo dei fumetti Disney a quello della scienza

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Il numero di questa settimana di Topolino presenta un appuntamento speciale, quello con Comics&Science e con l’iniziativa, destinata a ripetersi, di unire il mondo dei fumetti Disney a quello della scienza. E l’esperimento funziona nel migliore dei modi, con una storia del sempre grande Francesco Artibani, supervisionato per l’occasione dal fisico Carlo Rovelli, per i disegni di Alessandro Perina.

Senza svelare troppo della trama di Topolino e l’esperimento del dottor Pi, per non rovinare la piacevolissima lettura, diciamo solo che è un’ottima storia del filone della macchina del tempo. Topolino e Pippo si trovano, questa volta, nel 1927, dove incontrano i più grandi nomi della scienza dell’epoca. Da Heisenberg a Schrödinger, da Planck e Marie Curie, fino ovviamente ad Albert Einstein, vero coprotagonista della storia e a cui è dedicata anche la copertina dell'albo.

L’articolo che segue la storia è un interessantissimo approfondimento, sia sulla genesi del fumetto che sulla moderna fisica, grazie a un’intervista a Carlo Rovelli. E per chi fosse interessato a scoprire qualcosa di più sulle personalità scientifiche mostrate da Artibani e Perina, non mancano alcuni cenni biografici su alcune delle più grandi menti del secolo scorso.

Il numero prosegue con Quo & Archimede in: Ballo col bullo. Teresa Radice e Stefano Turconi non hanno bisogno di presentazioni, ma in questo caso riescono a stupire forse un po’ più del solito. La storia tratta un argomento attuale e quanto mai spinoso come quello del bullismo. Quo - in questo caso, inusualmente, in azione da solo e senza la compagnia dei fratelli - si trova a dover affrontare il gradasso che lo prende di mira con tutti i problemi che ne conseguono. L’immedesimazione nel paperotto, che narra la vicenda in prima persona tramite le didascalie, è fortissima e non può, in alcuni passaggi, non commuovere. Certo, i bulli nella vita vera - spesso - non si redimono come il pessimo Tyron Rex, che rende impossibile la vita a Quo, e non c’è giustificazione alle loro azioni, ma questo non toglie poesia e bellezza alla storia di Radice e Turconi.

Paperino e Paperoga sono noti pasticcioni e in qualità di giornalisti del Papersera non fanno eccezione. Eppure, complice un equivoco, si imbarcano in un’impresa avventurosa e piena di pericoli, da cui sembrano uscire vittoriosi. Il problema è che non era il loro incarico! Paperino e Paperoga e la locomotiva del Caucaso, di Bruno Sarda e Alessandro Del Conte, è una storia divertente e ben riuscita; l’unico “problema” è, forse, l’essere schiacciata dalle altre tre grandi storie del numero, decisamente sopra la, pur alta, media di Topolino. Meritano una menzione i nomi di fantasia delle località russe che i due cugini visitano, da Balalaikiev a Kalinkagrad!

Paperino e l’alibi fallimentare, di Roberto Moscato e Libero Ermetti, è una brevissima storia basata su una gag, che riesce a divertire per il perfetto uso dei caratteri di Paperino e Paperoga.

Giunge a conclusione, dopo cinque settimane, Topolino e le vacanze in fuga, di Marco Bosco e Claudio Sciarrone. I nodi vengono al pettine e i ruoli sono ristabiliti nel finale di questa grandissima avventura. Splendidamente gestito è il rapporto tra Topolino e Gambadilegno alleati per necessità, certo, ma da cui non può non emergere una certa stima reciproca. O, forse, di amicizia, in fondo. Chissà!

Completa il numero un’autoconclusiva della serie Un piedipiatti molto… Rock, di Tito Faraci e Lara Molinari.

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