Topolino 3155, la recensione

Abbiamo recensito per voi il numero 3155 di Topolino, che vede il ritorno di Giorgio Cavazzano sul settimanale e il debutto di Don Pipote

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Numero “letterario” del settimanale Disney, dedicato a importanti parodie e le cui rubriche approfondiscono la vita e le opere di Miguel de CervantesEdgar Allan Poe, oltre a introdurci all’appuntamento del prossimo fine settimana: il Salone del Libro di Torino, al quale - tra i tanti appuntamenti - saranno presenti gli autori Tito Faraci e Sio, oltre al caporedattore Davide Catenacci.

Ad aprire il volume è il primo episodio della parodia di Don Chisciotte, ovvero Le Fantastiche Avventure di Don Pipote e del Suo Fedele Scudiero Miguel Topancho. La storia scritta da Fausto Vitaliano è illustrata da un Claudio Sciarrone in splendida forma, che mette in scena la parodia sfruttando una gabbia che alterna le tre strisce classiche di Topolino a delle soluzioni più inconsuete per il settimanale. Senza scendere nei dettagli della trama, per la quale si rimanda alla piacevolissima lettura, è da sottolineare l’uso del retino in alcune particolari vignette.

Segue l’unico fumetto non legato alla letteratura di questo numero di Topolino, ma è un evento di per sé: Zapotec e Marlin alla ricerca del tempo perduto, scritta da Giorgio Fontana, rappresenta infatti il ritorno di Giorgio Cavazzano alle matite di una storia italiana, dopo la collaborazione con Egmont, l’editore scandinavo di periodici Disney.

E se non fosse già storico il ritorno del maestro veneziano, questa storia lo è, “storica”, anche per altri motivi: non solo per l’ovvia presenza della famosa macchina del tempo dei due protagonisti, ma anche perché - per la prima volta - ci permette di scoprire alcuni retroscena circa i due curatori del museo di Topolinia e il loro grande segreto, offrendoci uno spaccato di vita di due personaggi tradizionalmente di contorno.

Si ritorna al filone letterario con la divertente Paperoga e il capolavoro mancato, di Tito Faraci e Alberto Lavoradori, che ci strappa un sorriso con il finale metafumettistico.

Chiude il settimanale un’altra parodia: I racconti di Edgar Allan Paperoe, per le matite di Libero Ermetti. Come racconta lo stesso sceneggiatore, Riccardo Secchi, il fumetto non si rifà ad un preciso racconto di Poe, ma mette Paperino nei panni dello scrittore, facendogli vivere una serie di situazioni che ispireranno i suoi futuri lavori.

Come nei numeri precedenti, abbiamo inoltre due storie autoconclusive della serie Paperi in fiore scritte da Alessandro Sisti e disegnate da Renata Castellani, a cui si aggiunge una tavola della serie 100% Zio Paperone, di Pietro B. Zemelo e Paolo De Lorenzi.

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