Tony Hawk’s Pro Skater 1 e 2 è come il meme di Tobey Maguire che si rimette gli occhiali | Recensione

La vera magia di Tony Hawk’s Pro Skater 1e 2 consiste nell’essere riuscito a conservare lo spirito e il mood degli originali, adattandoli perfettamente agli hardware contemporanei

Lorenzo Kobe Fazio gioca dai tempi del Master System. Scrive per importanti testate del settore da oltre una decina d'anni ed è co-autore del saggio "Teatro e Videogiochi. Dall'avatara agli avatar".


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Tony Hawk’s Pro Skater 1 e 2 è come il meme di Tobey Maguire che si rimette gli occhiali | Recensione

La nostalgia è un’emozione molto potente, che spesso deforma la percezione del passato, rendendolo più piacevole e desiderabile di quanto non lo sia stato in realtà. C’è un passaggio molto toccante in Watchman, monumentale graphic novel di Alan Moore e Dave Gibbons, in cui un’ormai vecchia e acciaccata Sally Juspeczyk, rievocando i bei tempi andati dei Minutemen, anticipa con un inappropriato e disorientante trasporto il flash-back del tentato stupro subito dal Comico.

“Ho 65 anni”, confida alla figlia, “Ogni giorno che passa il futuro mi appare più cupo. Ma il passato, anche con i momenti più brutti, bé, diventa sempre più luminoso”.

Con i remake c’è sempre questo doppio rischio: da una parte che li si accolga con fin troppo entusiasmo, sulla scia dei bei ricordi; dall’altro che si scopra, con un’inconsolabile delusione, che anni addietro ci divertivamo con prodotti tutt’altro che eccelsi.

Fortunatamente non è il caso di Tony Hawk’s Pro Skater 1 e 2, riadattamento affidato alle rodate mani di Vicarious Visions, gli stessi che hanno saputo trascinare con successo l’originaria trilogia di Crash Bandicoot fino ai giorni nostri.

[caption id="attachment_217370" align="aligncenter" width="1000"] Dopo aver riempito la relativa barra, potrete esibirvi in spettacolari Special Trick che gonfieranno i vostri punteggi[/caption]

L’apprezzatissima accoppiata di simulazioni-ma-non-troppo di skate, sortiscono lo stesso effetto del meme dello Spiderman di Toby Maguire che vedendo l’immagine al suo fianco sfocata, inforca gli occhiali, riuscendo così a osservarla nella pienezza dei suoi dettagli.

La trasposizione in alta definizione, in questo senso, è totale, globale, riuscitissima.

Saltano subito all’occhio le ambientazioni finalmente dense di particolari, illuminate da effetti quanto mai convincenti, mosse nello splendore di 60fps granitici. Gli stessi atleti virtuali sfoggiano modelli definiti, magistralmente animati, somiglianti alle controparti reali a cui si rifanno. Non spingerà al limite gli hardware per cui è stata concepita, ma ci troviamo di fronte ad una produzione curatissima, che rende finalmente giustizia a scenari un tempo appena abbozzati in certe parti costituenti, ora finalmente liberi di fare sfoggio di tutta una serie di easter egg, ovviamente realizzati per l’occasione. I messaggi contenuti nelle bandiere si possono finalmente leggere, e spesso rimandano con un certo compianto all’operato di Neversoft, team originariamente responsabile della serie. Complice una telecamera che può essere ora fissata più vicino all’avatar, si apprezzano più facilmente le decalcomanie che personalizzano ogni skate.

Sul fronte estetico, insomma, le migliorie vi regaleranno il miglior capitolo in assoluto della serie, un comparto artistico che si completa con la riproposizione della strepitosa colonna sonora originale dei due giochi che, nonostante un paio di defezioni per quanto riguarda le tracce musicali, concorrerà a farvi sentire dannatamente vecchi.

Se l’impatto grafico ammalierà soprattutto i giocatori di lungo corso, memori delle performance sfoderate su console a 32 e 64-bit, il gameplay attirerà le simpatie della platea al completo. Le novità introdotte, per quanto sottili, rendono ancor più estremo ed adrenalinico il sistema di combo, includendo nei trick eseguibili molte delle movenze sfoderate dagli skater digitali nei capitoli successivi del brand rispetto a quelli tirati direttamente in ballo.

Grazie ad un sistema di controllo fluido e per nulla ingessato, prolungare una combo ben oltre quanto sperato è più semplice che mai, piccola concessione che rende il completamento degli obiettivi più semplice, ma che permetterà al contempo ai veterani di strappare high-score ancora più esorbitanti ed invidiabili da chiunque avrà il fegato non solo di consultare le classifiche mondiali, ma di tentare anche di imporsi nel multiplayer online.

Novità assoluta di questa riedizione, che si affianca alle partite a più giocatori in locale, sia a schermo condiviso che a turni a seconda della prova selezionata, in rete le cose funzionano più che egregiamente, nonostante qualche matchmaking relativamente prolungato. Proprio per la sua natura di sfida continua, questa è certamente la modalità che meglio si sposa con il feeling della produzione, incentivando i partecipanti a dare il meglio di loro, sfruttando l’abilità ottenuta con la pratica, sfruttando ogni più piccolo segreto dell’ambientazione di turno.

A fornirvi l’esperienza necessaria, provvederà naturalmente il single player, che trova in Tour la sua modalità principale. Accompagnandovi di skate park in skate park, come accadeva anni fa si tratterà di completare tutta una serie di obiettivi e missioni, spesso combattendo contro il tempo, prima di raggiungere la location successiva.

[caption id="attachment_217371" align="aligncenter" width="1000"] Sparsi per le arene ci sono delle zone in cui eseguendo alcune evoluzioni al loro interno vedrete moltiplicato il punteggio guadagnato con una combo[/caption]

In questo frangente, mentre cercherete disperatamente collezionabili e sfide extra, molte delle quali introdotte appositamente in questa riproposizione, vi accorgerete della complessità del level design, un lavoro certosino che ha superato brillantemente la prova del tempo. Certo, qualche ambientazione è palesemente meno ispirata di altre, ma la qualità generale è assolutamente soddisfacente.

Proprio in singolo, tra l’altro, potrete occuparvi del potenziamento dei vari personaggi presenti nel gioco. Oltre a vecchie glorie e nuove leve, creati per l’occasione, potrete ovviamente dare vita ad uno skater debuttante utilizzando l’editor preposto. Sebbene le opzioni fisiognomiche non siano poi molte, avrete l’imbarazzo della scelta per quanto riguarda l’outfit. Tra capi disponibili sin dal primo avvio del software e altri che sbloccherete a mano a mano che completerete il gioco, sarete sommersi dai cappelli, jeans, scarpe, felpe e t-shirt con cui personalizzare l’avatar.

Non va inoltre dimenticato che accumulando esperienza potrete potenziare progressivamente ogni statistica dello skater di turno, spianandovi la strada verso esibizioni sempre più spettacolari e impossibili da ripetere nella realtà.

La vera magia di Tony Hawk’s Pro Skater 1e 2 consiste nell’essere riuscito a conservare lo spirito e il mood degli originali, adattandoli perfettamente agli hardware contemporanei. Nonostante dei sensibili cambiamenti al gameplay, tutti operati con perizia, la sensazione, positivamente influenzata dall’effetto nostalgia beninteso, è che non sia passato nemmeno un giorno dal primo trick effettuato con il capostipite della serie.

I neofiti si godranno un eccellente simulazione di skate. I veterani riscopriranno un bel pezzo del loro passato, magistralmente restaurato.

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