Tombi! Special Edition, la recensione

Tombi! Special Edition è un'opera fuori dal tempo. Un gioco che non nasconde la sua "età", ma che risulta incredibile proprio per questo

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Quando si pensa ai videogiochi platform che hanno fatto la storia negli anni Novanta, Tombi! potrebbe non essere il primo gioco che balza in mente. In una decade che ha visto l’arrivo sul mercato di Super Mario 64, Crash Bandicoot, Spyro The Dragon e molti altri, il titolo sviluppato da Whoopee Camp passò purtroppo in sordina, impedendo a Tombi! di diventare un best seller. Un risultato incompreso dalla critica dell’epoca, che al contrario ne evidenziò i pregi, premiando il gioco con recensioni molto positive e tentando di convincere il pubblico della bontà del lavoro svolto dal team nipponico.

Facciamo ora un salto in avanti nel tempo. Sono ormai passati quasi trent’anni dall’uscita del gioco conosciuto in tutto il mondo come “Tomba!” (il nome cambiò solo in Italia per una questione di diritti). Trent’anni durante i quali i giocatori di tutto il mondo si sono resi conto delle qualità del titolo di Whoopee Camp e di come all’epoca presentasse meccaniche e idee in anticipo rispetto a moltissimi altri videogiochi. Coloro che lo amarono nel 1997 hanno inoltre dimostrato più volte la propria passione nei confronti dell'opera di Tokuro Fujiwara, consacrandola lentamente a una sorta di cult.

In seguito a questo nuovo status quo, non c’è da stupirsi se i ragazzi di Limited Run Games abbiano deciso di dare vita a Tombi! Special Edition, una versione “aggiornata” in grado di funzionare su piattaforme PlayStation, Nintendo e PC. Negli ultimi giorni siamo tornati a combattere contro i malvagi maiali Koma e lo ammettiamo: è stato più piacevole di quanto non ricordassimo. Siete sempre rimasti incuriositi da questo titolo, ma non avete mai avuto occasione di recuperarlo? Vi chiedete se sia il caso di metterci le mani ora, grazie a questa nuova edizione? Nessun problema: nelle prossime righe proveremo a spiegarvi perché la Special Edition di Tombi! abbia una sorta di valore storico da non sottovalutare e perché tutti, almeno una volta nella vita, dovrebbero vivere questa bizzarra avventura in 2.5D.

UNA STORIA DI RAGAZZINI DAI CAPELLI ROSA E DI MAIALI

La trama di Tombi! Special Edition è ovviamente identica a quella del titolo originale del 1997. Tombi è un ragazzino dai capelli rosa che, in una giornata all’apparenza uguale a tutte le altre, si imbatte in un gruppo di maiali cattivi. Dopo un brusco scontro, i malvagi suini derubano il nostro protagonista di un bracciale regalatogli da suo nonno, lasciando il nostro eroe svenuto a terra. Una volta svegliato, ha quindi inizio la sete di vendetta di Tombi, che lo porterà a viaggiare attraverso diversi ambienti. Un viaggio che presto si tramuterà di un’avventura con in gioco ben più del semplice oggetto lasciatogli dal caro nonnino.

La storia messa in piedi da Masayoshi Kurokawa e Akira Kinoshita può apparire semplice nel contenuto, ma bastano poche decine di minuti per capire che lo stesso non si può dire della forma. Tombi! è infatti un gioco che si dipana in ben 130 quest, alcune legate alla narrativa principale e altre considerabili “semplici” missioni secondarie. Questa struttura permette al titolo di assomigliare a un vero e proprio gioco di ruolo, costringendo il giocatore a esplorare a fondo gli ambienti, parlare con i vari NPC e comprendere sempre più i funzionamenti di un mondo sì statico, ma altrettanto affascinante.

UN PO’ PLATFORM E UN PO’ GDR, MA CON UN PIZZICO DI AVVENTURA GRAFICA

A un primo sguardo qualcuno potrebbe definire Tombi! come un platform a due dimensioni, non troppo lontano dai primi giochi con protagonista Super Mario. Mano a mano che si passa da un’area all’altra, però, è evidente come il titolo di Whoopee Camp sia in realtà molto più strutturato, presentando non solo la possibilità di muoversi in profondità, ma anche di esplorare ambienti specifici attraverso un’inaspettata visuale isometrica. La varietà delle succitate 130 quest, inoltre, permette un’esplorazione basata sul backtracking in grado di trasmettere grande libertà. Tombi! non è strutturato come un gioco a livelli, ma come una sorta di bizzarro mondo aperto colmo di passaggi segreti, misteri e di situazioni uniche. Un mondo nel quale è facile perdersi, ma che diverte proprio per la sua natura intricata e per nulla banale.

Mentre esplora il mondo, Tombi dovrà scontrarsi con i terribili maiali Koma e aiutare un sacco di personaggi in difficoltà. Se i combattimenti risultano semplici e appaganti, è però nell’interazione con i vari NPC che il gioco dimostra ancora la sua freschezza. Nel corso dell’avventura entreremo in possesso di diversi oggetti, i quali potranno essere usati per risolvere precise situazioni. Questo tocco da avventura grafica dona ulteriore stratificazione a un gioco che, grafica a parte, potrebbe apparire più innovativo di moltissimi altri titoli usciti negli ultimi mesi. La sensazione di freschezza che si prova a giocare a Tombi! è qualcosa di difficile da spiegare, ma che può essere facilmente provata dopo pochi minuti con il pad in mano.

Il capolavoro ideato da Tokuro Fujiwara riesce a brillare ancora dopo tutti questi anni, rendendo onore alla scelta dello sviluppatore giapponese di abbandonare Capcom per aprire una propria realtà indipendente. Una mossa che in molti potrebbero considerare assurda, ma che ha permesso a Fujiwara di creare un’opera capace di trascendere il tempo. Un’opera che, grazie a Limited Run Games, ora potranno provare anche moltissimi altri giocatori.

PRESERVAZIONE STORICA

Lo ammettiamo: ci saremmo aspettati di più dall’aggiornamento tecnologico di una chicca come Tombi!. Da un punto di vista grafico, ci troviamo di fronte a un lavoro quasi impercettibile e che non riesce a nascondere gli anni trascorsi dalla pubblicazione del gioco nell’ormai lontano 1997. Certo, i ragazzi di Limited Run Games hanno inserito la possibilità di riavvolgere il tempo e di salvare la partita in qualsiasi momento, ma si tratta del minimo sindacale per questo tipo di operazioni commerciali. Ottima, invece, la colonna sonora rimaneggiata da Harumi Fujita, che compie un lavoro di svecchiamento quantomeno encomiabile. Qualcuno potrà giustamente preferire la versione originale, ma la qualità della nuova soundtrack ci ha stupiti in più di un’occasione.

La vera chicca di Tombi! Special Edition, però, sta nella sezione “Museo”, dove è possibile trovare una miriade di chicche. Chicche che vanno dai frammenti del GDD (Game Design Document) originale, al manuale di gioco, sino a una serie di interviste con gli sviluppatori. Se siete fan non solo dei videogiochi, ma anche di come essi vengano realizzati, questa aggiunta potrebbe valere da sola i quasi 20 euro di prezzo di vendita. Segnaliamo, infine, la presenza del doppiaggio storico in italiano e della famigerata traduzione nella nostra lingua. Traduzione che presenta ancora gli errori della versione originale, come il “Clear!” divenuto tristemente famoso come “Cancella!”. Piccole sfumature che fanno capire il lavoro di preservazione fatto da Limited Run Games, ma anche il limitato intervento nella creazione di questa nuova versione.

TOMBI! SPECIAL EDITION, IL COMMENTO FINALE

Tombi! Special Edition è un viaggio nel passato per scoprire un gioco in grado di anticipare il futuro. Nonostante i pochi interventi fatti sul materiale originale possano far sembrare questa edizione “pigra”, ammettiamo di esserci davvero divertiti a provare l’esperienza già vissuta nel 1997. La presenza del Museo è inoltre una vera goduria per i fan del lessico videoludico e ammettiamo che ci piacerebbe che ogni Remastered o Remake contenesse materiali simili al suo interno. In ogni caso, se volete capire perché Tombi! fosse un gioco tanto apprezzato negli anni Novanta, ora avete l’opportunità di provarlo con mano. Un’opportunità che, sinceramente, vi consigliamo di cogliere al balzo.

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