Tom & Jerry, la recensione

L’inedito e scintillante live action Tom & Jerry, scritto da Kevin Costello e diretto da Tim Story, rinnova positivamente il ricordo dell'originale calandolo nel mondo reale

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Tom & Jerry, la recensione

Quando le parole “live action” si accostano pericolosamente al titolo di un film d’animazione impresso nei nostri ricordi, subito, istintivamente, si rizzano le antenne e si teme il peggio. Ma per quanto riguarda l’inedito e scintillante live action Tom & Jerry scritto da Kevin Costello e diretto da Tim Story, si può tirare un bel sospiro di sollievo: la prova è superata e il bel ricordo è salvo.

La furbizia parte già dall’idea, ovvero raccontare il primo incontro tra Tom & Jerry, l’inizio della loro rivalità (quindi facendo una origin story) mescolandola però con l’inedita storia di Kayla (Chloë Grace Moretz al meglio della sua verve comica), una giovane ragazza scaltra e ambiziosa che, fingendosi un’altra persona, riesce a farsi assumere nel lussuoso Royal Gate Hotel dove sono in fibrillazione per l’imminente matrimonio di due celebrità. In continua competizione con l’ingessato responsabile degli eventi (Michael Peña), Kayla dove però occuparsi di far sparire il topolino (Jerry) che sta infestando l’hotel e per farlo, ovviamente, assume Tom. Quando il problema sembrerà risolto, tuttavia, il caos farà di nuovo capolino nella lobby e Kayla dovrà dimostrare - stavolta per davvero - di avere le capacità per affrontare il lavoro.

Lasciando furbamente a latere Tom e Jerry, ovvero usandoli solo come co-protagonisti e trickster di turno e non come protagonisti unici, il film riesce a rendergli omaggio dedicandogli scenette di pure gag a sé stanti e a renderli al contempo necessari allo sviluppo della storia, essendo Kayla obbligata a interagire con loro per raggiungere i suoi obiettivi. Le gag, punto cruciale, sono il porto sicuro del film, dove Tim Story e i suoi animatori pescano a piene mani sia dalle precedenti avventure a puntate, con tutto ciò che di tipico ci può essere - gli oggetti di battaglia tirati fuori dal nulla, Tom diviso tra un angelo e un diavolo immaginari quando non sa che fare, le piccole porticine nei battiscopa dove si rifugia Jerry e così via - sia da altri film, tra divertenti citazioni di Matrix, Mission Impossible, I guerrieri della notte…

Tom & Jerry riesce a trovare la giusta quadra nella rappresentazione di un mondo reale irrimediabilmente cartoonesco: la New York del film, seppur vivida e reale, ha infatti lo spessore di una palese ricostruzione, dove tutto è estremamente colorato, saturo e dove la caricatura tipica dell’animazione è surreale, ma non esagera mai a tal punto da mettere in discussione il funzionamento di un mondo verosimile: tutti possono interagire e parlare con Tom e Jerry, ma solo a gesti; le risse si trasformano in uragani che spazzano via tutto e trascinano chi passa nel loro vortice, ma hanno reali conseguenze. Grazie alla vena comica (che fa perdonare ciò che la serietà non permette) e alla sottile relazione che instaura tra il reale e il palesemente finto, Tom & Jerry salva il meccanismo e porta avanti la sua visione con audacia. La regia di Tim Story si muove libera a volo d’uccello, segue vorticosamente i movimenti slapstick ed enfatizza comicamente ogni situazione, mantenendo sempre il controllo.

Se l’ostacolo più grande, di iniziale smarrimento, è la resa 3D delle animazioni, una volta che ci si abitua (molto presto) ci si accorge invece di quanto la scelta di animazione sia intelligente: la resa tridimensionale è infatti priva di ombre e molto abbozzata, estremamente più vicina al ricordo del disegno a mano che all’iperrealismo “alla Pixar”, e grazie a ciò riesce a mescolarsi in modo molto fluido e senza troppi traumi al mondo reale, con le sue profondità, mantenendo vivo il ricordo dell’originale.

Cosa ne dite della nostra recensione di Tom & Jerry? Scrivetelo nei commenti dopo aver visto il film!

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