Tom Clancy’s Rainbow Six Extraction, quando il gioco di squadra è essenziale | Recensione

Dopo aver passato diverse ore su Rainbow Six Extraction, siamo finalmente pronti per parlarvi della nuova opera targata Ubisoft

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Non è un segreto per nessuno che Tom Clancy’s Rainbow Six Extraction sia nato dopo lo straordinario successo di Outbreak. Per chi non lo sapesse, facciamo riferimento all’evento a tempo limitato che nel 2018 permise ai giocatori di Rainbow Six Siege di affrontare una terribile infezione in salsa zombie. Il tutto, però, mantenendo la profondità ludica del titolo originale, dimostrandosi una sfida dai toni hardcore anche per i giocatori più navigati. 

Sulla scia di questo successo, Ubisoft decise di annunciare Rainbow Six Quarantine, spin-off PvE nato con l’intenzione di espandere quell’idea tanto apprezzata. La situazione sanitaria globale ha però spinto la software house francese a posticipare il gioco e, successivamente, persino a cambiarne il titolo. Il tutto, ovviamente, per evitare eventuali rimandi all’attualità. Ecco che, quindi, abbiamo fatto la conoscenza di Extraction, questa nuova iterazione del franchise dove potremo utilizzare la squadra Rainbow per combattere un mostruoso parassita alieno.

La narrazione di Rainbow Six Extraction presenta un ritmo molto particolare, che potrebbe inizialmente lasciare spiazzati. Ubisoft ha deciso di raccontare la sua storia attraverso una serie di filmati in CGI e una miriade di documenti di testo, ottenibili dopo aver completato determinati obiettivi all’interno delle aree che saremo chiamati a esplorare. Come dei novelli scienziati, infatti, dovremo completare delle missioni con lo scopo di ottenere nuove informazioni sulla razza degli Archei e sul liquido nero denominato Archeloma. Il tutto mentre tenteremo di liberare varie città colpite da questa invasione aliena, dagli inquietanti risvolti horror.

Tutti i membri della squadra REACT, questo il nome del team che dovrà salvare il pianeta, provengono dal succitato Rainbow Six Siege. Questo permette al giocatore di conoscere già i protagonisti della storia, riuscendo a empatizzare maggiormente con ognuno di essi. Discorso diverso per coloro che non hanno giocato il precedente titolo Ubisoft che, al contrario, potrebbero trovare tutti i vari “eroi” estremamente poco caratterizzati. 

Extraction non punta minimamente sul comparto narrativo, ma ammettiamo di essere rimasti piacevolmente colpiti dal metodo con il quale i dev hanno diluito le informazioni. Ci siamo lentamente appassionati alle indagini sugli Archei, motivo per cui abbiamo affrontato decine e decine di missioni in compagnia dei nostri amici, ma anche in solitaria. Risalire all’origine di questa mostruosa razza aliena, infatti, è risultato più avvincente di quanto ci aspettassimo, nonostante l’approssimazione nel creature design (ma di questo parleremo dopo).

Tom Clancy's Rainbow Six Extraction

Rainbow Six Extraction fa esattamente quello che ha fatto Outbreak quattro anni fa: prende Rainbow Six Siege e lo sposta in un contesto PvE. Il giocatore, una volta scelto il personaggio da utilizzare, potrà accedere a tre differenti zone all’interno di una singola ambientazione. Con il passare del tempo (e con il migliorare dei nostri studi sugli Archei), potremo muoverci verso nuove ambientazioni, suddivise a loro volta in tre zone.

Una volta scelta l’area da esplorare, il gioco genererà in modo randomico tre missioni da compiere, spesso di difficoltà crescente. Mentre cercheremo di portare a termine questi obiettivi, dovremo riuscire a completare una serie di sfide necessarie per ottenere informazioni sulla razza aliena. È a questo punto che si innesca un meccanismo di azione e ripetizione, che spinge il giocatore ad affrontare missioni su missioni con lo scopo di scoprire ogni dettaglio sugli invasori extraterrestri. Il tutto mentre si cerca di potenziare i vari membri della squadra REACT, che presentano un sistema di crescita basilare, ma personalizzato per ognuno di essi.

Extraction mette in campo differenti elementi ludici che aumentano la complessità generale dell’opera, ma anche il suo grande fascino. Quando i nostri personaggi verranno feriti, necessiteranno di tempo per guarire. Tempo durante il quale dovremo cambiare operatore, spingendo così l’utente a non fossilizzarsi su un singolo alter ego digitale. Se dovessimo perire in azione, inoltre, dovremo ripetere la missione con un nuovo agente, tentando di recuperare il corpo del nostro precedente avatar. Nel caso riuscissimo a farlo, otterremo indietro il nostro personaggio. In caso contrario, l’agente tornerà operativo, ma perderemo tanta esperienza da rischiare addirittura di retrocedere con il nostro punteggio generale.

Tom Clancy's Rainbow Six Extraction

Non lo nascondiamo: Rainbow Six Extraction è un titolo complesso anche alle difficoltà più basse. Ubisoft è riuscita a realizzare un gioco che, per essere davvero apprezzato, vi costringerà a comunicare con la vostra squadra. Va da sé che il matchmaking online (comunque presente) non è la migliore delle opzioni, favorendo di molto i team affiatati e perfettamente in grado di cooperare insieme. Aumentando la difficoltà, ovviamente, aumenteremo anche l’esperienza ottenuta. Tra una missione e l’altra all’interno di una zona, potremo inoltre richiedere l’estrazione. Se ce ne andremo, incasseremo l'Exp ottenuta. Se oseremo procedere, di conseguenza, andremmo a rischiare la vita, in cambio però di un punteggio nettamente più alto.

Al lancio, questa nuova opera di Ubisoft offre 18 operatori e 12 mappe, suddivise in 4 scenari. Un numero sufficiente, ma che in futuro sarà ovviamente espanso da nuovi contenuti. Non possiamo che augurarci, infatti, che gli sviluppatori decidano di supportare il titolo al pari di Siege, garantendo lunga vita a un'opera che ci ha divertito moltissimo durante ogni partita.

Da un punto di vista estetico, Rainbow Six Extraction mantiene il comparto grafico della precedente iterazione del franchise, perfezionandone però il comparto d’illuminazione. I modelli poligonali dei personaggi sono convincenti e il colpo d’occhio generale è davvero ottimo. Quello che ci ha lasciati indifferenti, come già preannunciato, è il creature design degli Archei. I nemici che ci troveremo ad affrontare sono noiosi da vedere e rispondono a tipologie di avversari ridondanti e per nulla innovativi. Un vero spreco, considerate le potenzialità dell’opera in questione. Ottimo, invece, il comparto sonoro, che presenta un buon doppiaggio in italiano e una colonna sonora in grado di valorizzare i vari momenti di gioco.

Rainbow Six Extraction non è un gioco per tutti. Proprio per questo, però, potrebbe piacere tantissimo a una precisa fetta di pubblico. Se siete alla ricerca di un gioco impegnativo da giocare insieme ai vostri amici, ci sentiamo di consigliarvi il titolo Ubisoft senza pensarci due volte. Se siete in possesso di un abbonamento a Xbox Game Pass, dare una possibilità a Extraction diventa a dir poco obbligatorio, date le innegabili potenzialità dell’opera. Al contrario, se siete giocatori solitari e/o non amate un livello di sfida hardcore, forse dovreste volgere il vostro sguardo altrove. Ancora una volta, quindi, ci sentiamo di premiare l'impegno della software house francese nel traslare meccaniche già note al grande pubblico in un contesto differente. Il tutto mantenendo una coerenza di fondo e una chiara visione del progetto, che ha saputo coinvolgerci sin dal primo minuto di gioco.

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