Tokyo Zombie, la recensione
Abbiamo recensito per voi Tokyo Zombie, opera di Yuusaku Hanakuma edita in Italia da Coconino Press
Il tema della "fine del mondo" e, nello specifico, dell'apocalisse causata dall’arrivo in massa degli zombi è stato ampiamente sviscerato nel corso della storia dell'intrattenimento. Osservando in particolare gli ultimi anni, Robert Kirkman con il suo The Walking Dead sembra aver riscritto il paradigma alla base di quel tipo di storie con il medium fumetto (e, in parte, con la serie televisiva derivata), ribaltando alcuni cliché con risultati innovativi.
Per comprendere al meglio il momento storico in cui nasce l'opera, bisogna allargare un po' lo sguardo alle diverse forme d'intrattenimento del tempo. Stiamo parlando degli anni in cui il Sol Levante e più in generale il mercato asiatico proponeva al mondo i primi giochi della serie Resident Evil e, successivamente, Silent Hill sulla nascente consolle PlayStation, in cui la violenza veniva legata in modo indissolubile al survival, con il protagonista costretto a barcamenarsi in un ambiente letale contro un destino che appare segnato.
Allo stesso modo, la produzione cinematografica del periodo ha vissuto la coda lunga dell'horror/splatter anni Settanta e Ottanta targato George Romero che è stato esplorato in lungo e in largo in decine di B-movie, portando alla creazione di pellicole "eccessive" sotto ogni aspetto anche in ambito asiatico.
Il volume portato in Italia da Coconino Press nella collana Gekiga sembra contenere tutti quegli elementi propri del racconto pulp, che in questo caso fonde il wrestling, il desiderio di fama, il ju jitsu e i capelli Afro anni Settanta, mostrando lo spaccato di una società malsana portata all’eccesso in grado di partorire un nuovo modo (almeno per quel momento storico) di vivere la sopravvivenza ad ogni costo. La storia parla di sacrificio personale, con la psicologia dei personaggi e le nuove abitudini che derivano da una piaga che sembra non avere fine.
Il Giappone che viene mostrato nel volume è malsano, ma non troppo distante da tante minacce (per fortuna vacue) che caratterizzano la violenza verbale e psicologica che imperversa ancora oggi tra individui appartenenti a ceti sociali differenti. La nuova struttura sociale offre una distinzione molto forte tra vincitori e vinti, dove l’empatia tra simili ha lasciato il posto a noia e fame di emozioni forti, a prescindere da ciò che esse potrebbero comportare per gli altri.
Con qualche anno di anticipo rispetto ad altri, Yusaku coglie l'intuizione della piaga mortale come motore di cambiamento e di emancipazione, mostrando come tutto il marcio arrivi, prima o poi, a fare i conti con il proprio destino.
L'autore realizza una storia poliedrica in grado di alternare momenti profondamente cupi ad altri comici, senza mai perdere di vista la miseria che imperversa nel “nuovo mondo”. Chi conserva un barlume di ricchezza (se tale si può definire) vive in una bolla innaturale destinata a scoppiare in una fine peggiore di quella destinata alla povera gente. Il punto di vista dell’autore che traspare al termine della lettura è una fortissima condanna nei confronti di molte tipologie di individui, offrendo solo ad alcuni una forma di salvezza (se tale può definirsi).
Tokyo Zombie non è il volume sulla fine del mondo che potreste aspettarvi leggendo il titolo: è un viaggio attraverso la morte che aiuta a comprendere la vita e i rapporti interpersonali che la caratterizzano. Dal fumetto venne tratto un film omonimo nel 2005, scritto e diretto da Sakichi Sato e prodotto da Toshiba Entertainment.
[gallery columns="1" size="large" ids="219020,219018,219017,219016,219015"]