Tokyo Alien Bros. 1, la recensione

Abbiamo recensito per voi il numero d'esordio di Tokyo Alien Bros., opera di Keigo Shinzo

Nella vita spaccio libri e fumetti e mangio piadina e refusi.


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Fuyunosuke e Natsutarō sono due fratelli alieni in visita sul nostro pianeta che hanno assunto sembianze umane per poter studiare la nostra società, integrarsi e comprendere come sfruttarne risorse e debolezze. Ma cosa accadrebbe se la loro missione si rivelasse più difficile del previsto?

Tokyo Alien Bros., primo lavoro di Keigo Shinzo tradotto in Italia e candidato nel 2018 alla Sélection officielle del Festival di Angoulême, è un’opera in tre volumi che sfrutta il tòpos delle creature aliene in visita sulla Terra per fare un’analisi della società contemporanea e del comportamento umano, mettendone in luce le criticità e le contraddizioni.

I due protagonisti, nella loro forma antropomorfa, rispecchiano in pieno due stereotipi di individui contrapposti tra loro, e come tali ne mostrano pregi e difetti: da una parte c’è Fuyunosuke, studente universitario dalla ricca vita sociale, integrato alla perfezione e adorato dal suo gruppo di amici; dall’altra, Natsutarō, che ha tutte le caratteristiche della persona “stramba”, un Neet (not engaged in education, employment or training) che fatica a trovare il suo posto nella società. Questi due personaggi sono posti agli antipodi anche graficamente: il minore, Fuyunosuke, è ben vestito e di bell’aspetto, mentre il fratello si aggira per le strade di Tokyo in accappatoio e infradito, sottolineando ulteriormente la sua inesperienza e la sua incapacità di adeguarsi alla società giapponese.

Già da questo primo volume, il lettore ha ben chiara la caratterizzazione dei personaggi principali e può immaginare quelle che saranno le problematiche che dovranno affrontare. Per i due alieni non è facile comprendere le reazioni umane, nonostante grazie ai loro poteri possano conoscere i desideri reconditi delle persone, e gli viene altrettanto complicato capire come funzionano i legami interpersonali, l’attaccamento emotivo agli animali domestici, o l’approccio degli umani al lavoro.

È inevitabile che questi due soggetti sconvolgano le vie della città e si caccino in una serie di situazioni imbarazzanti e divertenti che non possono fare a meno di intrattenere il lettore e fargli porre una domanda: come mi comporterei io al posto loro?

Ciò che rende interessante quest’opera è proprio il fatto che, seppur estremizzati, gli assurdi siparietti in cui si trovano i due alieni, in particolare Natsutarō, metterebbero in difficoltà anche un umano! L’affermazione che spesso riecheggia nei dialoghi dei due protagonisti è che “questi umani sono incomprensibili e spaventosi”, dunque, chi dobbiamo davvero temere? Gli alieni o noi stessi?

Lo stile di disegno è sintetico, mentre il design dei personaggi è definito da pochi tratti distintivi. Maggiore attenzione è dedicata ai dettagli degli ambienti, della rappresentazione della città e delle emozioni degli umani che mettono in difficoltà i due fratelli, così da far entrare il lettore meglio in contatto con il punto di vista degli alieni e con quelli che sono i loro oggetti di ricerca.

Un primo volume divertente e dallo stile accattivante, di un talentuoso autore emergente che fa partire alla grande questa nuova collana targata Dynit. In questi giorni, è stato annunciato il cast della serie TV ispirata a questo manga, che vedrà Kei Inoo nel ruolo del fratello minore Fuyunosuke e Shota Totsuka nel ruolo di Natsutarō.

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