A to Z 1x01 "A is for Acquaintances": la recensione

Le nostre impressioni su A to Z, la comedy con Cristin Milioti e Ben Feldman

Dal 2017 sono Web Content Specialist l'area TV del network BAD. Qui sotto trovi i miei contatti social e tutti i miei contenuti per il sito: articoli, recensioni e speciali.


Condividi

Lui è un inguaribile romantico che sogna di incontrare la donna dei suoi sogni, lei è la sua futura dolce metà, interpretata da Cristin Milioti, il loro rapporto ci viene raccontato da una voce narrante onniscente che, dal futuro, ci spiega come e per quanto tempo si evolverà la storia d'amore, intervenendo con flashback e precisazioni all'interno della vicenda. Questa tuttavia non è la storia di come un certo uomo abbia incontrato una certa madre, ma di come due persone di nome Andrew e Zelda siano uscite insieme per un determinato periodo. A to Z è l'ultima proposta sul versante comedy della NBC: un prodotto non all'altezza della fama del network, che ha nella struttura di base l'unico spunto interessante, per quanto non del tutto originale.

La trama è esattamente quella sopra esposta. Andrew Lofland (Ben Feldman) lavora per un sito di appuntamenti nel quale il romanticismo trova ben poco spazio. Al contrario, lui è fermamente convinto dell'esistenza dell'amore, canta a squarciagola i singoli di Celine Dion, aspetta la donna giusta, quella con cui è destinato a stare. La trova in Zelda Vasco (Cristin Milioti), avvocato cresciuto in una famiglia hippie alla quale ha sempre contrapposto una rigida concretezza. Da un incontro casuale il pilot della serie, intitolato "A is for Acquaintances", racconta le prime, imbarazzanti uscite tra i due e l'inizio di un rapporto che, come ci avverte la voce narrante (Katey Sagal, la Gemma Teller di Sons of Anarchy), durerà esattamente "eight months, three weeks, five days and one hour".

La struttura della serie, cronaca annunciata dei passi dell'amore compiuti dai due, segue come da titolo una progressione alfabetica, presumibilmente quindi con 26 episodi stagionali, in cui ogni puntata corrisponde a una lettera e a una nuova fase del rapporto. Se la struttura è interessante, anche ambiziosa nel suo puntare al lungo termine, il contenuto è invece deludente e troppo derivativo. Il materiale televisivo plasmato dalle mani del creatore Ben Queen (sceneggiatore di Cars 2) trova in How I Met Your Mother, ma anche in 500 Days of Summer (la durata del rapporto che ci viene rivelata fin da subito), il suo referente principale, e non si può dire che faccia molto per celare l'ispirazione. Non soltanto il casting o le caratteristiche dominanti dei personaggi principali e secondari, ma le stesse idee di montaggio, con l'interruzione di una scena nel corso di un dialogo e l'intervento della voce narrante che va a recuperare un momento del passato per chiarire la situazione.

Se l'alchimia tra i due protagonisti – lui l'abbiamo visto in Mad Men – funziona bene e il casting, déjà-vu a parte, sembra azzeccato, ai margini della storia vediamo muoversi le classiche macchiette da rom-com, i migliori amici dell'uno e dell'altra, piuttosto indigeribili in questo primo episodio. Salvo vari riferimenti a Ritorno al Futuro e un'estemporanea citazione del fenomeno di Baader-Meinhof non si ride molto, ma, considerando che nemmeno gli esordi di Parks and Recreation o Community – per restare in casa NBC – erano stati esaltanti da questo punto di vista, è l'ultimo dei problemi.

Continua a leggere su BadTaste