Tinker, Taylor, Soldier, Spy - La Talpa: la recensione
[Venezia 2011] Thomas Alfredson firma un intenso e convincente thriller sulle atmosfere dei Tre giorni del Condor e di tanti spy-movie degli anni ’60 e ‘70...
Primi anni ’70, Londra. Qualcuno all’interno dei servizi segreti sta facendo il doppiogiochista e sta passando importanti segreti a Mosca. Nessuno deve sapere che è in corso un’indagine interna per scoprire chi sia “la talpa”. A condurla è un ex agente segreto ormai in pensione, ma che per anni ha ricoperto un incarico di alto rilievo all’interno dell’istituzione. I sospettati sono persone che conosce benissimo, non amici, ma compagni di avventura di cui si è pronti a diffidare di tutto quanto di niente…
E’ proprio la capacità del bravissimo regista Thomas Alfredson - al suo esordio fuori dalla sua patria Svezia in cui girò lo straordinario Lasciami entrare - di riportare lo spettatore al clima dei migliori film di spionaggio degli anni ’60 e ’70 a rendere La talpa un film doppiamente apprezzabile. Non solo la storia, nonostante i suoi mille rivoli, personaggi ed ambientazioni (Londra, Parigi, Istanbul) viene spiegata in maniera chiara ed “onesta”, senza nascondere allo spettatore informazioni di cui è a conoscenza il protagonista (un grande Gary Oldman), ma è l’intero contesto narrativo, fotografia, scenografie, costumi e, soprattutto la regia stessa dello svedese, avvolgente come una plumbea nuvola scesa in terra da cui non ci si può divincolare, a rendere la tensione alta per tutte le due ore di durata.
Dopotutto, non sono proprio questi tipi di film, quando fatti bene, quelli che alla fine si va con più piacere a seguire al cinema o a noleggiare in videoteca?