Time Bandits, la recensione dei primi due episodi

I primi due episodi di Time Bandits convincono sotto alcuni aspetti, deludendo però sotto altri punti di vista.

Condividi

Uscito nel 1981, Time Bandits (in Italia noto come “I banditi del tempo”) è un film diretto da Terry Gilliam che riscosse un discreto successo all’epoca. Merito non solo della trama divertente e dell’umorismo tipico dei Monty Python, ma anche dei numerosi “cameo” che fecero la gioia degli spettatori (e che non vi riportiamo per evitare di rovinarvi la sorpresa). Sono passati 43 anni e, finalmente, qualcuno ha pensato fosse una buona idea riportare le avventure del piccolo Kevin sulla bocca di tutti. Il merito di questa operazione va a Taika Waititi, Jemaine Clement e Iain Morris, autori noti nel mondo delle serie TV per What We Do in the Shadows e The Inbetweeners. 

Stiamo parlando di un team che, almeno sulla carta, risulta perfetto per trasportare il succitato stile dei Monty Python nel 2024, il tutto supportato poi dalla qualità tipica delle produzioni Apple, che da tempo ormai garantisce un impatto estetico di prim’ordine, mescolando splendidi effetti speciali con una fotografia dal sapore cinematografico, lontana dalla maggior parte delle altre serie TV. Ma saranno sufficienti tutti questi addendi per dare vita a un risultato soddisfacente? Scopritelo insieme a noi nella recensione dei primi due episodi di Time Bandits!

KEVIN HADDOCK

Kevin Haddok è un piccolo nerd appassionato di storia e passa le sue giornate a dipingere modellini e a leggere libri. La sua vita, però, è tutt’altro che perfetta: sua sorella lo odia e i suoi genitori lo incentivano a vivere nel presente, piuttosto che nel passato, deridendo questa sua attitudine allo studio. Nonostante ciò, Kevin cerca di vivere la propria vita con spensieratezza, scrollandosi di dosso una tristezza sempre latente. In un giorno come un altro, il suo armadio inizia a tremare e, una volta aperto, Kevin si trova di fronte un guerriero vichingo. Sopravvissuto a questo bizzarro incontro, il ragazzino comincia a rendersi conto che qualcosa non va nella sua camera. Pochi giorni dopo, un gruppo di banditi entra nella stanza dal suo armadio, inseguiti da una misteriosa entità ultraterrena.

Evitiamo di entrare maggiormente nel dettaglio nel caso non abbiate visto il film del 1981, in modo da permettervi di godervi appieno questa avventura che parte dalle solide basi di partenza del film di Terry Gilliam, per espandere poi la narrativa in tutte le direzioni. Time Bandits è una serie principalmente comica, basata sia su battute che possano divertire sia un pubblico giovane, che gli spettatori più attempati. Risultato che questo primo episodio viene raggiunto solo in parte, intrattenendo e strappando qualche sorriso, ma senza permettere allo show di rimanere impresso nella mente dello spettatore. La colpa è da ricondurre principalmente ai vari personaggi portati in scena, perfetti se presi a sé stanti, ma per ora ancora incapaci di creare interessanti dinamiche di gruppo. Un problema che, nella prima puntata, potrebbe essere dovuto al maggiore focus su Kevin, ma che purtroppo si protrae anche nel secondo episodio.

MAYA

Dopo aver introdotto il variegato cast di personaggi, tra i quali spicca senza dubbio la Penelope di Lisa Kudrow, ha quindi inizio il viaggio attraverso il tempo dei Time Bandits. Un viaggio che li porta nell’antico Messico, permettendo loro di incontrare la civiltà Maya. Nel frattempo, un malvagio figuro si muove nell’ombra, assegnando una pericolosa missione alla terribile cacciatrice nota come Fianna.

Questa seconda puntata di Time Bandits funziona senza dubbio meglio della prima. Abbiamo notato, infatti, una cura maggiore nelle battute, che abbandonano le gag basate sulla fisicità degli attori per favorire dei dialoghi più comici e divertenti. Come già accennato, però, manca ancora una buona alchimia tra i vari personaggi, che finiscono per risultare macchiettistici e, in alcuni casi, persino poco interessanti.Discorso diverso per il Kevin di Kal-El Tuck, che continua a convincerci e a farci divertire con il suo fare naturale e genuino. Il potenziale per dare vita a un ottimo show è comunque ancora presente e siamo curiosi di capire se gli sceneggiatori riusciranno a trovare una quadra sui vari banditi, facendoli interagire maggiormente tra di loro e creando coesione nel gruppoche, al momento, risulta troppo caotico e confusionario.

LA FORZA DI APPLE TV+

I primi due episodi di Time Bandits ci hanno intrattenuti, pur senza farci gridare al miracolo: ci aspettavamo una migliore gestione delle battute, dei tempi comici e dei personaggi, che spesso ci sono apparsi pensati esclusivamente per un pubblico giovane. Un’aspettativa sicuramente derivata anche dai nomi coinvolti, dato che entrambe le puntate viste sinora sono dirette da Taika Waititi e scritte dall’autore di Jojo Rabbit insieme a Jemaine Clement e a Iain Morris. La speranza di trovarsi di fronte a un nuovo “What We Do in the Shadows” era quindi sensata, ma a quanto pare lo show sembra puntare a un pubblico nettamente differente.

Nulla da dire, invece, sulla messa in scena, sempre solida e convincente. Gli effetti speciali e la fotografia sono sicuramente di alta qualità e persino costumi e oggetti di scena, per quanto volutamente pacchiani, ci hanno soddisfatti sin dal primo minuto dello show. Un plauso particolare, infine, al character design di un paio di creature, inquietanti e affascinanti al punto giusto.

Con un po’ di amaro in bocca, non ci resta quindi che prendere atto del target di Time Bandits e attendere la prossima settimana per scoprire come si evolverà la storia del piccolo Kevin. E voi che cosa ne pensate? Fatecelo sapere con un commento qui sotto o, se preferite, attraverso i canali social di BadTaste (TikTok incluso).

Continua a leggere su BadTaste