Time Bandits, la recensione degli episodi 5 e 6

Time Bandits continua a essere una serie divertente e affascinante, ma incapace di raggiungere il suo pieno potenziale

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Quando Time Bandits (“I banditi del tempo”, in Italia) uscì nel 1981, nessuno si sarebbe aspettato di trovarsi di fronte a un’opera tanto bizzarra. Il film diretto da Terry Gilliam e scritto dallo stesso Gilliam insieme a Michael Palin riuscì a prendere l’umorismo tipico dei Monty Python e a tradurlo in un’avventura per famiglie. Un’opera semplice e leggera, ma caratterizzata da battute in grado di conquistare sia un pubblico di bambini che di adulti. Capirete il nostro timore, quindi, nello scoprire che Taika Waititi, Jemaine Clement e Iain Morris fossero al lavoro su una serie TV ispirata proprio a Time Bandits. Un timore non certo per le capacità di questi tre autori, quanto per la difficoltà di trasportare l’opera originale nell’epoca moderna.

Le prime due puntate dello show, pur con diversi pregi, non sono riuscite a conquistarci appieno. Il motivo? Una struttura comica ottima per un publico giovane, ma incapace di fare breccia nel cuore di un’utenza anagraficamente più grande. Per fortuna, però, i successivi due episodi hanno alzato il tiro, creando maggiore unità tra i membri del gruppo capeggiato da Lisa Kudrow e inserendo gag costruite attorno al periodo storico visitato dai banditi del tempo. Ma quale delle due anime della serie saprà prevalere nei prossimi episodi? La risposta nella nostra recensione della quinta e della sesta puntata di Time Bandits, disponibili dal sette agosto in esclusiva su Apple TV+.

ETÀ GEORGIANA

La quinta puntata vede Kevin e i banditi del tempo approdare nell’età georgiana. Un errore di percorso causato da Widgit, incapace di decodificare correttamente la mappa dei portali del tempo. Qui non solo faranno la conoscenza dell’affascinante Casanova, ma Penelope verrà persino sfidata a duello dal Conte di Sandwich. Un duello che potrebbe costarle la vita e che potrebbe mettere l’intero gruppo in pericolo.

Dopo gli ottimi scorsi due episodi, Time Bandits conferma il proprio stile e il ritmo della narrazione. Ancora una volta, infatti, la serie tratta dal film di Gilliam prende l’ambientazione visitata dai protagonisti come palcoscenico per mettere in piedi gag a tema. La sensazione è quella di assistere a una serie di sketch comici creati per strappare un sorriso al pubblico. Una scelta che, lo ammettiamo, ha sia pregi che difetti. Da un lato, infatti, la serie intrattiene dal primo all’ultimo minuto. Dall’altro, però, pecca di caratterizzazione dei personaggi e di una vera e propria evoluzione narrativa, rendendo così difficile empatizzare con i vari banditi del tempo. Persino Kevin, che dovrebbe essere il protagonista dello show, non emerge mai dal suo ruolo di bambino intelligente se non per ricordare, saltuariamente, il suo dolore per la perdita dei genitori. Insomma: siamo di fronte a un parziale spreco di potenziale, ma che riesce comunque a divertire.

MANSA MUSA

Qualcosa di strano è accaduto durante l’ultimo salto all’interno di un portale del tempo. Judy è scomparsa e gli altri banditi si trovano catapultati nel deserto. Qui Kevin troverà un amico molto speciale, mentre Penelope dovrà fare i conti con un nemico letale: l’insicurezza. Se i nostri eroi vorranno rimettersi in piedi dovranno darsi molto da fare e, soprattutto, Widgit dovrà imparare a leggere la mappa una volta per tutte. Pena il rimanere per sempre persi nel tempo.

Quanto affermato per il quinto episodio, vale più o meno anche per il sesto. C’è però una grande differenza: finalmente cominciamo a scoprire piccoli dettagli della psicologia dei vari banditi. Queste sfumature umane vengono spesso utilizzate per mettere in piedi della battute o delle situazioni che si risolvono nel giro di qualche linea di dialogo, ma è innegabile che gli autori si siano impegnati a dare una maggiore profondità ai vari eroi (Kevin compreso). Abbiamo ormai superato la metà della stagione e lo show deve ora trovare una direzione più precisa. Scopriremo la prossima settimana se gli autori saranno riusciti nell’impresa, oppure se preferiranno continuare con la messa in scena di situazioni comiche basate sull’epoca storica visitata.

TIME BANDITS, ALLA RICERCA DI UNA META

Time Bandits continua sulla buona strada intrapresa la scorsa settimana, ma necessita di trovare presto una chiave per la “lettura” dei vari episodi. I personaggi sono sul palco, la scenografia è ottima, la storia ha del potenziale, ma ora tutto deve amalgamarsi al meglio per dare vita a una serie TV meritevole di essere recuperata anche una volta conclusa. Lo ammettiamo: nonostante ci stia intrattenendo, Time Bandits è un’opera che potrebbe dare di più. Una serie che ha tutte le carte in regola per diventare un must per gli amanti delle avventure per famiglie, ma che deve ancora capire come giocarle per vincere la partita.

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