Time After Time 1x01 "Pilot": recensione

La nostra recensione dell’episodio pilota di Time After Time in onda sulla ABC

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Spoiler Alert
Il problema più grande di Time After Time, a nostro avviso, sarà trovare un posto nel sovraffollato mondo di serie che trattano il tema dei viaggi nel tempo: tra Timeless, Frequency, 12 Monkeys, Legends of Tomorrow, The Flash e, naturalmente, Doctor Who, non sarà semplice per la nuova serie di Kevin Williamson fornire un punto di vista nuovo sulla questione e non sarà facile per il suo creatore nemmeno scrollarsi di dosso la fama di autore forse troppo superficiale nel trattare il tema della violenza, soprattutto la violenza contro le donne, dopo la fine delle sue ultime serie:  The Following, cancellata dopo tre stagioni e Stalker che non è arrivata nemmeno alla seconda.

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Noi di BadTV avevamo già visto il pilot dello show mostrato in anteprima al San Diego Comic-Con dello scorso anno ed il giudizio era stato positivo, soprattutto perché la coppia  H.G. Wells (Freddie Stroma) e Jane Walker (Génesis Rodríguez) ci aveva fatto un'ottima impressione. Ma di che cosa parla esattamente la serie e a cosa è ispirata? Time after Time è ispirata all'omonimo film del 1979, L'uomo venuto dall'impossibile in Italia, diretto da Nicholas Meyer e la pellicola, proprio come la serie raccontava di come il giovane Herbert George Wells costruisse una macchina del tempo che gli fu rubata da Jack lo Squartatore, cioè il dottor John Stevenson (Josh Bowman), per sfuggire da Scotland Yard che lo ricercava in quanto autore dei delitti che terrorizzarono la Londra vittoriana. Sentendosi responsabile per la sua fuga, Wells segue Stevenson nel futuro (il 1979 nel film ed il 2017 nella serie televisiva) cercando di fermare la sua furia omicida.

Nella serie, una volta giunto nella moderna New York, Wells rimane sconvolto dall'impatto con il futuro, una realtà ben diversa da quella che idealisticamente aveva immaginato. Secondo Wells, infatti, l'avanzamento tecnologico e la modernità avrebbero dovuto portare gli uomini a vivere in una società cui egli stesso aveva dato il nome di Utopia, in cui non vi sarebbe stato più spazio per violenze e guerre. In un'intensa scena dell'episodio pilota si vede tuttavia H.G. guardare alla televisione scene di guerre e bombardamenti, mentre silenziose lacrime di dolore gli solcano il volto. Una curiosità che riguarda proprio questo momento: rispetto alla versione vista al SDCC, nella suddetta scena è stato fatto un piccolo cambiamento ed è stato aggiunto lo stralcio di un'intervista a Donald Trump che parla del potere distruttivo di alcune armi militari in grado di "distruggere il mondo intero". Parte del pilot - la ABC ha mandato in onda le prime due puntate dello show - è proprio dedicata all'impatto che il nostro mondo avrà sui due protagonisti della serie e di come Wells avrà bisogno dell'aiuto della dolce Jane, curatrice della mostra nella quale è conservata la sua macchina del tempo, per affrontare una realtà che non si aspettava e che in gran parte lo confonde. Probabilmente uno dei problemi del pilot è proprio legato alla facilità con cui invece il dottor Stevenson riesce ad adattarsi al mondo moderno, mentre H.G. ha infatti problemi persino a capire cosa sia un telefono cellulare, il suo nemico sembra comprendere senza bisogno di nessun aiuto come muoversi ed interagire, il che forse è difficile da credere per uomo appena giunto da un passato così lontano.

L'incontro tra Jane e H.G. è ovviamente il punto focale del pilot e della serie e tra i due attori c'è una notevole chimica: Jane è una donna moderna e dolce, Wells un giovane rispettoso e d'altri tempi (letteralmente!), il cui curioso intelletto lo porta ad essere inevitabilmente attratto dalla ragazza tanto che, quando Stevenson la rapirà, rischierà la sua stessa vita per salvarla. Il dottore capisce infatti la potenzialità della macchina costruita da Wells e vorrebbe usarla per poter viaggiare indisturbato nel tempo, ma, molto saggiamente, il suo ideatore ha fatto in modo di fornire la macchina di un sistema di sicurezza che, una volta usata, la riporta immediatamente nel luogo e nel tempo da cui è partita a meno che non si possegga una chiave per impedirglielo. La missione del folle assassino diventa quindi improvvisamente molto chiara, John vuole quella chiave e per ottenerla rapisce appunto Jane e minaccia di ucciderla se H.G. non gli consegnerà ciò che vuole.

E' a questo punto della storia che, in aiuto di Wells arriverà Vanessa Anders (Nicole Ari Parker) la ricchissima benefattrice che ha organizzato la mostra su Wells curata da Jane, nonché consorte di un uomo candidato al Senato, la quale rivelerà a Wells di essere la sua bis-nipote e di averlo già incontrato anni prima, quando era al college e lui le si era presentato, rivelandole la propria identità e pregandola di aiutarlo e di consegnare al futuro se stesso un biglietto. Il Wells appena giunto a New York, ovviamente, non sa nulla della sua discendenza e non può ricordare eventi che non sono ancora accaduti, ma grazie a quel biglietto crede a Vanessa ed accetta il suo aiuto ed anche se la donna metterà a repentaglio la sicurezza di Jane, H.G. riuscirà a salvarla e soprattutto a non consegnare la tanto preziosa chiave a Stevenson.

Per chi conosce la pellicola, la sensazione potrebbe essere che la serie abbia già, nel giro di due episodi, esaurito tutti gli argomenti possibili, ma è evidente come gli autori intendano portare vanti lo show, il dottore, alias Jack lo Squartatore, chiamerà infatti Wells al telefono e lo minaccerà di uccidere una donna al giorno se lui non gli consegnerà la chiave.

La serie non sarà probabilmente la rivelazione di questa stagione televisiva, ma i personaggi sono ben delineati e l'intreccio è tanto interessante da lasciare la curiosità di proseguirne la visione: Time after Time, in sostanza, fa il suo dovere di intrattenere e lo fa nella maniera giusta, ma va seguita con una certa leggerezza come d'altronde è il caso di Timeless. L'aspetto che forse ci è piaciuto meno di queste due ore di visione ha riguardato tuttavia il personaggio di John Stevenson che, nel secondo episodio, sembra prendere in considerazione la possibilità della redenzione e di una vita diversa da quella che lo ha portato a diventare il famigerato Jack lo Squartatore: la perplessità è legata al fatto che, in genere, "i cattivi a metà" tendono ad avere vita breve nelle serie TV e Josh Bowman rende decisamente meglio come spietato assassino che come uomo colto dai dubbi ed in possesso di una coscienza.

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