Tiger King (seconda stagione): la recensione
Tiger King è tornato su Netflix, ma la seconda stagione non sembra avere uno scopo ben preciso, proponendo una narrazione confusa e poco approfondita
La seconda stagione di Tiger King è arrivata su Netflix, ma i cinque nuovi episodi che continuano la storia di Joe Exotic e della sua rivale Carole Baskin sembrano quasi un modo per rimediare ai danni subiti dai protagonisti a causa del successo della prima, provando a fare chiarezza su motivazioni e situazioni ma perdendo di vista le caratteristiche che avevano reso la docuserie un fenomeno globale nel 2020.
Più che cavalcare l'onda del successo, la seconda stagione di Tiger King appare quasi come un modo per rimediare ai propri errori dopo aver portato alla ribalta internazionale la folle storia realmente accaduta: la prima puntata è infatti totalmente dedicata al drammatico passato di Joe, svelando i dettagli della sua infanzia, i traumi subiti, il lavoro compiuto mentre lavorava per le forze dell'ordine, il lutto che ha dato una svolta negativa alla sua vita e gettando le basi per l'ipotesi che sia in carcere pur essendo in realtà innocente. Gli episodi successivi si concentrano invece sul passato di Don Lewis, improvvisamente passato da vittima a potenziale criminale internazionale e astuto manipolatore che potrebbe persino essere vivo e felice all'estero mentre la sua famiglia si sta disperando per la sua scomparsa e l'ex moglie viene accusata di averne dato il corpo in pasto alle tigri. La docuserie passa infine a mostrare i comportamenti di Tim Stark e Jeff Lowe, evidenziando lo sfruttamento degli animali di cui sono proprietari e i potenziali legami con la condanna di Joe Exotic, che appare più volte nel corso della stagione mentre è in carcere e fa i conti con delusioni sentimentali, pentimenti e tradimenti di vario genere.
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Goode e Chaiklin riescono comunque a delineare con bravura gli aspetti più surreali dell'intera vicenda introducendo nuove figure come l'avvocato John Phillips, che lavora inizialmente per la famiglia Lewis e poi si ritrova a difendere Joe, e mostrando come la percezione delle situazioni e delle persone possa essere influenzata in modo importante dalla rappresentazione compiuta dai mezzi di comunicazione. Tiger King passa però da progetto ben costruito a livello narrativo con lo scopo di intrattenere, con montaggi studiati alla perfezione per dare vita a scene ormai cult, a docuserie maggiormente informativa che si sposta da un argomento all'altro senza poi giungere a una conclusione per ogni tematica proposta.
Le nuove interviste e le rivelazioni si susseguono privi di una direzione precisa, introducendo elementi che non vengono sviluppati e portando poi a finali aperti. L'unica certezza che rimane dopo la visione è che tutte le persone coinvolte, spettatori compresi, sono colpevoli di alimentare comportamenti negativi che spingono ad andare alla ricerca di soldi facili, giudicare frettolosamente il prossimo e sfruttare persone e animali che andrebbero invece aiutati e protetti.