Ti chiamo domani, la recensione

Ti chiamo domani racconta una presa di coscienza on the road con grande sensibilità e un ottimo uso del medium Fumetto

Carlo Alberto Montori nasce a Bologna all'età di 0 anni. Da allora si nutre di storie: lettore, spettatore, ascoltatore, attore, regista, scrittore.


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Ti chiamo domani, anteprima 02

C'è una scena di Ti chiamo domani in cui la protagonista sta per ritrovarsi in un'esperienza spiacevole ma non sembra esserne consapevole. Quando il lettore realizza cosa stia realmente per succedere, ha quasi l'impulso di gridare attraverso le pagine per far sì che anche la giovane Chiara se ne renda conto. Si tratta di una sequenza delicata, raccontata con un grande senso della misura, laddove situazioni analoghe vengono tendenzialmente messe in atto in modo più plateale e sensazionalistico in molte opere di fiction.

La vita reale, però, non è scandita da avvenimenti altrettanto netti, e le sue sfumature spesso non ci permettono di interpretare quello che ci accade in modo corretto o nei giusti tempi. È un concetto che risulta già molto chiaro a Rita Petruccioli, che dopo aver esordito nel mondo del Fumetto come disegnatrice dell'onirico Frantumi, firma ora come autrice completa il suo secondo fumetto targato BAO Publishing.

Ti chiamo domani si svolge a bordo di un camion durante un lungo viaggio tra Tolosa e Roma: è il racconto pieno di sensibilità di una presa di coscienza on the road, durante la quale una ragazza riflette sulla sua vita e compie una scelta importante in merito a quali elementi del suo passato intenda portare con sé nel futuro.

Una manciata di mesi dopo aver concluso il suo Erasmus, Chiara decide di tornare per qualche giorno in Francia per rivedere gli amici conosciuti durante il periodo di studi all'estero; così facendo respira nuovamente quell'aria di libertà e indipendenza che sembrava ormai svanita, una volta tornata a vivere con i suoi genitori nella periferia romana. Conosciamo dunque la protagonista in un momento di passaggio della sua vita, e il ritorno in Italia le offrirà l'occasione di pensare. Daniele, che le offre un strappo, è invece un camionista che lavora per la ditta di suo padre, e con lui la ragazza condividerà la cabina per le tante ore che compongono il viaggio.

"È il racconto pieno di sensibilità di una presa di coscienza on the road."I due personaggi principali sono agli antipodi: lei ventenne, lui quarantenne; lei un irrefrenabile fiume in piena, lui, con lo sguardo fisso sulla strada, che centellina gli interventi nella conversazione; lei è una studentessa di un'accademia d'Arte, lui svolge serenamente un lavoro abitudinario basato su una rigorosa tabella di marcia, con soste all'Autogrill e paletti da rispettare. Come sovente accade quando due sconosciuti cominciano a parlare tra loro, finiscono per aprirsi più del solito, svelando dei lati del proprio animo che tendenzialmente non mostrerebbero alle persone care.

I chilometri di autostrada scorrono inframezzati da una serie di flashback che ci mostrano cosa sia successo a Chiara nei giorni precedenti, andando gradualmente a comporre un mosaico attraverso il quale capiamo un po' alla volta quali pensieri stiano attraversando la sua mente. Grazie a questo viaggio, sia le che Daniele capiranno qualcosa di più su loro stessi e cambieranno la prospettiva con cui guardano al domani.

Il tratto stilizzato della Petruccioli può essere considerato un'ode all'essenzialità: bastano poche linee per definire un personaggio o un'espressione. Non c'è nulla di superfluo nelle tavole di questo fumetto e al contempo non si ha mai la sensazione che le vignette siano scarne. Lo stile dell'autrice sfrutta al meglio le peculiarità del medium Fumetto - che fa lavorare l'immaginazione del lettore - mettendo al centro della scena ciò che è veramente essenziale per raccontare questa storia, sfrondando alcuni elementi sacrificabili. Un po' come intende fare la protagonista di Ti chiamo domani una volta tornata a casa.

Ti chiamo domani, anteprima 13

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