Thor - La recensione
Odino, dopo aver visto Thor disobbedire ai suoi ordini, lo priva dei suoi poteri e lo esilia sulla Terra. Potenzialmente un film molto interessante, nei fatti una pellicola che non sceglie mai cosa vuole essere, con risultati mediocri...
Recensione a cura di ColinMckenzie
TitoloThorRegiaKenneth BranaghCastChris Hemsworth, Anthony Hopkins, Natalie Portman, Kat Dennings, Stellan SkarsgårdUscita27-04-2011 La scheda del filmThor non è un film bruttissimo. Ma bruttino sì. Si tratta di una pellicola a cui è difficile trovare enormi difetti (se non forse uno o due, dovuti più alle scelte fatte all'inizio dell'avventura), ma per la quale è quasi impossibile trovare grandi pregi. Peggio, è un film poco convincente da qualsiasi punto di vista lo si osservi.
In buona parte, il mio scetticismo verso questo film dipende dal regista. Kenneth Branagh era una scelta sorprendente già di base, ma lo diventa ancora di più dopo aver visto la pellicola. Dopo il disastro di Frankenstein, mi chiedevo perché affidare una grossa produzione (molto più colossale di quella), considerando quanto questo realizzatore si trovi a suo agio con le piccole pellicole e molto meno con le grandi. Così, mi sembra ancora più insensato, visto che tutte le tematiche shakespeariane (il rapporto tra padre e figlio aspirante re, la rivalità coll'altro fratello, il senso di insicurezza di quest'ultimo e la voglia di ben farsi valere agli occhi del genitore che lo ha sottovalutato) vengono sviluppati molto poco. In particolare, la figura di Loki poteva diventare straordinaria, ma purtroppo abbiamo solo qualche accenno interessante, come se gli autori non avessero il coraggio di mettere più in evidenza questo personaggio e le sue complesse motivazioni.
Inoltre, l'idea di cool di Branagh è strana, come dimostra, per esempio, l'incontro di Thor e i suoi amici guerrieri nella seconda parte. E' come se i produttori gli avessero detto "devi piacere ai ragazzini delle medie" e il regista cercasse disperatamente di pensare cosa diverte un quattordicenne americano, non riuscendo minimamente nell'impresa. Sorprende poi che, per uno votato al teatro come Branagh, si debba assistere a una recitazione così mediocre, nonostante il materiale umano a disposizione non fosse certo malvagio.
Su questo versante, il problema maggiore è, purtroppo, il protagonista. Hemsworth risulta infatti una delusione assoluta, ben oltre le preoccupazioni della vigilia. Se la recitazione fosse una questione di muscoli, non ci sarebbe dubbio che il lavoro svolto sarebbe da Oscar. Ma qui non riesce né a essere profondo quando serve, né guascone nei momenti più ironici. Non dico che avrebbe dovuto raggiungere le vette di Arnold Schwarzenegger negli anni ottanta, ma siamo almeno un paio di gradini più in basso di The Rock, non esattamente il mio attore moderno preferito.
La Portman fa ormai la sua solita tappezzeria. E' chiaro che l'impegno in un prodotto del genere non può essere lo stesso che per Black Swan, ma sembra una persona che ci crede poco e che non nasconde le sue idee. Non aiuta, ovviamente, il fatto che il rapporto d'amore tra i due protagonisti sia stato sviluppato poco e male. In effetti, è l'ennesimo esempio di una tematica non approfondita, nonostante i 130 minuti a disposizione fornissero tutto il tempo necessario. Per quanto riguarda Anthony Hopkins e Stellan Skarsgård, l'impressione è che ormai possano fare qualsiasi cosa senza porsi molti dubbi artistici. Il loro criterio nella scelta delle parti? Forse, il fatto che non ci sia un criterio.
A parziale discolpa degli interpreti, va detto che qualsiasi attore non può fare miracoli se i suoi ruoli sono poco approfonditi e se la trama raccontata da una pellicola è scontatissima. Quando dico che tutto è prevedibile, non mi riferisco a chi conosce già bene il fumetto, perché gli intrighi di Loki sono chiari a tutti quelli che mettono una certa attenzione alla visione di un film. Anche il percorso di Thor è lapalissiano, talmente scontato che non si capisce proprio perché ci vogliano 130 minuti per raccontarlo. In sostanza, sembra di vedere un film di fantascienza anni 70, con un po' di kitsch e un senso fanciullesco ormai fuori tempo, ma senza l'epicità e l'entusiasmo di Guerre Stellari.
E veniamo al capitolo più spinoso e incomprensibile: il 3D. E' ancora possibile, ad aprile 2011, dar vita a un 3D che non serve a niente, se non a far volare qualche oggettino verso lo spettatore (ma poco anche in questo campo), tanto che quasi sempre si possono togliere gli occhiali per vedere la pellicola senza bisogno di supporti (unico, vero problema, i sottotitoli sfocati, essendo la sola immagine veramente tridimensionale)? Ma soprattutto, come è possibile che un regista, un direttore della fotografia, uno scenografo e un responsabile degli effetti speciali accettino che il loro film venga reso scurissimo, quasi invisibile, sottraendo allo spettatore una visione completa del loro lavoro? Lo ripeto ancora una volta: le case di produzione, se proprio vogliono, aumentassero il biglietto per le pellicole più costose, ma senza la scusa di un 3D inesistente che danneggia film, autori e pubblico.
Insomma, un'evidente occasione sprecata, che dopo i problemi di Iron Man 2 e il fallito reboot di Hulk inizia a porre serie crepe sull'universo Marvel al cinema. Urge inversione di rotta. E presto...
P.S.
Ovviamente conviene rimanere fino alla conclusione dei titoli di coda...