This Is Us 2x10, "Number Three": recap e commento

Ecco il nostro recap e commento del decimo episodio (midseason finale) della seconda stagione di This Is Us, intitolato Number Three

Condividi
Ultimo capitolo della trilogia dedicata ai Grandi Tre tutto incentrato su Randall e sul suo rapporto con la famiglia. Nel passato lo ritroviamo nel bel mezzo di un periodo chiave della sua vita, quello in cui deve scegliere l'università giusta per proseguire i suoi studi. E nonostante la consapevolezza che le possibilità di venir selezionato per Harvard siano alte, il giovane Randall punta verso un'altra scuola, ossia la Howard University a Washington, un luogo dove in qualche modo potrà ricongiungersi con quelle che sono le sue origini, un posto dove finalmente potrà smettere di sentirsi escluso. Di ritorno dalla visita alla Howard University, Randall trova il modo giusto per spiegare a suo padre le esigenze che lo spingono a fare una scelta di questo tipo. Nella stessa università, c'è anche il suo amico Keith, che immediatamente gli fa conoscere le persone che un giorno condivideranno con lui gli anni di studio, persone che come lui hanno trovato nella Howard University un posto rassicurante. Il discorso dell'accettazione è qualcosa che sta molto a cuore agli autori di This Is Us e il modo in cui ne parlano è sempre molto delicato e mai pretestuoso. Le questioni di genere, i rapporti fra individui appartenenti a razze diverse, l'adozione: tutti messaggi che ritornano sempre, episodio dopo episodio, e la storyline di Randall racconta questi aspetti delicati con eleganza e con una certa apertura mentale che sicuramente stimola lo spettatore a interrogarsi su quelle domande alle quali molto spesso non si dà troppo spazio.

Nel presente Randall è in una situazione simile a quella vissuta da suo padre tanti anni prima, ma contemporaneamente si trova in un contesto opposto perché ora è lui nella posizione che un tempo occupavano i suoi genitori adottivi, Jack e Rebecca. Dopo qualche minuto dall'inizio dell'episodio, scopriamo che gli avvocati hanno fatto cadere le accuse nei confronti della madre di Deja. Questo aspro capitolo si prende la briga di raccontare il percorso che Randall dovrà svolgere prima che arrivi a trovare il coraggio di lasciare andare Deja. Con il supporto di sua moglie Beth, Randall è disposto a tutto pur di non perderla, ma ben presto, e senza neanche troppi sforzi, capisce che se mai dovesse optare per una scelta del genere farebbe a Deja quello che sua madre Rebecca aveva fatto a lui tenendolo lontano da William. Nonostante siano differenti i contesti, l'insegnamento derivante dagli errori passati e una gentilezza d'animo che è un po' la caratteristica principale del personaggio di Randall finiranno per condurlo a prendere la decisone migliore per lui. Un anno fa (quindi un Ringraziamento fa) Randall scopriva la verità riguardo il fatto che sua madre conoscesse in realtà l'identità di William; oggi, a seguito di quella scioccante notizia, scopre in qualche modo il significato dietro a quegli sbagli commessi in passato da Rebecca, errori che inizialmente feriscono ma che poi finiscono inevitabilmente per migliorare la vita. Nel preciso istante in cui Randall spiega a Beth di voler lasciare andare Deja e quindi di non voler mettere in mezzo nessun avvocato, lui le parla del suo gioco preferito, un gioco senza tempo, Pac-Man, facendole capire quanto le regole siano simili alla vita: è sempre lo stesso gioco, lo stesso percorso e ci sono sempre gli stessi fantasmi che in un modo o nell'altro finiscono per catturarti. Mentre accade tutto questo, Kate sta affrontando la perdita del suo bambino e Kevin quei fantasmi che l'hanno condotto ai farmaci e all'alcool.

Dopo l'addio commovente a Deja, Kevin bussa alla porta di Randall e come se non fosse passato neanche un secondo, gli spettatori vengono nuovamente catapultati verso gli ultimi istanti di "Number One" (primo capitolo della trilogia), ossia il momento in cui Kevin venne inaspettatamente a conoscenza della disgrazia capitata a sua sorella. Il ragazzo completamente confuso e ubriaco viene travolto dai problemi dei suoi fratelli e tutto questo dolore finisce per bloccarlo. Una volta al sicuro da Randall, Kevin capisce di non essere in grado di sostenere una situazione così pesante e le piccole Tess e Annie, ancora sconvolte per Deja, si intristiscono ancora di più dal momento in cui non ritrovano lo zio al quale sono tanto affezionate. A quel punto Kevin decide di andarsene, prende la macchina e completamente ubriaco comincia a guidare senza una meta. Solo in seguito si rende conto della presenza di Tess, la quale si era nascosta nell'auto perché intenzionata a passare un po' di tempo con lui. Kevin in seguito viene arrestato per guida in stato di ebrezza con un aggravante che purtroppo lo rincorrerà per tutta la vita.

"Piove sempre sul bagnato", non c'è detto più opportuno di questo, un modo di dire che è la netta e triste rappresentazione di questa trilogia dedicata ai Grandi Tre. Sia nel passato che nel presente, questi personaggi ne affrontano di tutti i colori e solo in una manciata d'ore. Si potrebbe giudicare questa come una stagione meno realistica rispetto alla prima, specialmente se consideriamo il fatto che gli autori la stanno tirando per le lunghe riguardo alla rivelazione sulla morte di Jack. E poi tutto il percorso sulla perdita di peso di Kate, dov'è andato a finire? Questo è sicuramente il rischio di una serie che racconta la vita di più personaggi attraverso più linee temporali. Ma possiamo definirlo realmente un rischio? Quelli che sembrano essere i difetti sono invece i pregi più grandi di This Is Us, e mai come in questo show gli showrunner sono liberi di raccontare la storia muovendosi a loro piacimento. Un'altra serie che in passato ha saputo muoversi con così tanta astuzia e originalità è stata Lost, e noi quello che possiamo augurare all'opera di Dan Fogelman è la continuità e la costanza, credenziali che nel tempo sono invece venute a mancare nella serie di J. J. Abrams, Damon Lindelof e Jeffrey Lieber. Questo episodio offre diversi spunti da tenere in considerazione: nessun personaggio muore per sempre (basti vedere l'utilizzo che gli autori stanno facendo di William), ogni cosa avvenuta nel passato ha una ripercussione sul futuro (il ginocchio di Kevin, per citarne uno) e di conseguenza niente viene lasciato al caso. Questi sono tutti elementi necessari che vengono straordinariamente manovrati dagli sceneggiatori senza che ci sia mai un momento inverosimile. I diversi punti di vista arricchiscono progressivamente quest'esperienza irripetibile che scava genuinamente e senza forzature l'animo di chi, attento, guarda le storie di questi esseri incredibilmente umani.

Continua a leggere su BadTaste