This Is Us 1x01, "Pilot": la recensione

Ecco la nostra recensione del primo episodio di This Is Us, serie con Milo Ventimiglia andata in onda martedì sera negli Stati Uniti

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Dopo mesi ad attenderla, soprattutto dopo i risultati in termini di visualizzazioni ottenuti dal primo trailer lanciato sul web qualche mese fa, This Is Us si è presentata al pubblico americano con il suo primo episodio.

Non è facile definire e collocare questa serie all'interno di uno specifico gruppo. Di primo acchito viene facile posizionarla all'interno del gruppo delle serie drama - in fondo si tratta di una storia che racconta di alcune vite, delle tragedie che si devono affrontare e superare, delle difficoltà, delle gioie e delle immense delusioni. Ma alla fine dell'episodio la sensazione che si prova è diversa, fresca e rassicurante. This Is Us è qualcosa di diverso, è un prodotto che ha un suo stile specifico e soprattutto racconta la storia di questi personaggi in maniera bizzarra, senza usare limitazioni e luoghi comuni. Infatti la schiettezza di certi dialoghi e la naturalezza con cui i protagonisti si relazionano tra loro sono già i primi elementi che fanno sì che la serie possa posizionarsi su un livello ben più alto rispetto a tutto ciò che siamo stati abituati a vedere in televisione. Si tratta di una formula già utilizzata frequentemente al cinema, e provare a far funzionare questo tipo di narrazione in televisione non era affatto facile. La sfida guardando i primi quaranta minuti è stata vinta eccome, grazie anche al casting particolarmente azzeccato e alla mente brillante dell'autore della serie, Dan Fogelman (sceneggiatore di Crazy, Stupid, Love e Rapunzel).

Le premesse erano paragonabili al gusto di un limone aspro, il risultato però è stato quello di una limonata fresca e dissetante

Questo però non esclude gli eventuali problemi che la serie potrebbe manifestare con l'andare avanti degli episodi. In effetti il finale ha già stravolto parte della storia attraverso quello che in sceneggiatura chiameremmo "momento climax". Ma fondamentalmente non vi è stato nessun evento o azione che avremmo potuto descrivere come un effettivo "colpo di scena", semplicemente la regia attraverso degli espedienti molto intelligenti, che non includevano tattiche troppo esplicite, ha raccontato la verità, i dettagli e i contesti. Il collante di tutto ciò che appariva vago e sparso è una semplice foto e successivamente un ospedale gremito di persone vestite con abiti non troppo associabili ai nostri giorni. E allora lì tutto ha assunto un senso, e i vari compleanni che inizialmente servivano come unico legante tra i personaggi si sono arricchiti di significato. Non si tratta quindi di persone localizzate in posti diversi che a un certo punto avremmo visto incontrarsi come spesso accade: questa è la storia di tre fratelli e dei loro genitori.

Rebecca (Mandy Moore) e Jack (Milo Ventimiglia) sono una coppia di sposi che si raccontano con spontaneità durante un momento complicato ma al contempo unico della loro vita, nelle ore del travaglio di un parto plurigemellare. Contemporaneamente conosciamo Kevin, un attore frustrato e non pienamente soddisfatto del suo lavoro e della serie di cui è protagonista. La sorella di quest'ultimo è invece Kate, che con il suo particolare modo di fare racconta senza troppe smancerie il suo difficile percorso alla ricerca del modo migliore per perdere peso. Al momento Chrissy Metz è una vera e propria scoperta e la sua dolcezza è particolarmente invitante. Randall invece è marito e genitore di due figlie e, nonostante tutto nella sua vita sembri essere nel posto giusto, la curiosità di trovare il suo padre biologico (che lo aveva abbandonato) sembra essere il punto fisso da una vita. Particolarmente magico il momento in cui assistiamo al confronto tra Randall e suo padre, un uomo che a istinto si presenta come pieno di rimpianti ma allo stesso tempo buono e sincero. La scena in cui Randall presenta suo padre alla famiglia è forte, ben scritta e ben diretta. La fragorosa e isterica risata di un uomo mai stato realmente orfano arriva infatti dritta al cuore commuovendo con delicatezza.

Questo show poteva essere pieno di cliché, pieno di finto buonismo e assolutamente privo di originalità. Le premesse erano paragonabili al gusto di un limone aspro, il risultato però è stato quello di una limonata fresca e dissetante. A volte la semplicità di voler raccontare realmente e sinceramente storie di tutti i giorni senza per forza far piangere lo spettatore con scorciatoie è la soluzione giusta. Speriamo che i prossimi episodi possano mantenere viva la genuinità e la forza stilistica che ci hanno fatto apprezzare il pilot di This Is Us.

Per confrontarvi con altri appassionati della serie, vi segnaliamo la pagina Facebook This Is Us Italia.

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