Thief of Thieves vol. 5: Prendimi, la recensione

Il quinto volume di Thief of Thieves, intitolato Prendimi, indaga il rapporto tra il protagonista e Celia

Classe 1971, ha iniziato a guardare i fumetti prima di leggerli. Ora è un lettore onnivoro anche se predilige fumetto italiano e manga. Scrive in terza persona non per arroganza ma sembrare serio.


Condividi

Il 18 marzo scorso, come promesso da saldaPress, è uscito il quinto volume di Thief of Thieves, intitolato Prendimi. Il complicato intreccio di drammatici eventi che hanno coinvolto il protagonista, l'ex amico e committente di furti Arno, la mafia italiana di Don Parrino e quella rivale latinoamericana del Cartello Messicano guidata da Lola, è ormai alle spalle: Conrad Paulson può finalmente abbandonare l'identità di Redmond, il più grande ladro al mondo, per dedicarsi a una vita onesta e godersi tutto il denaro messo da parte, oltre a quello ricevuto come indennizzo per il secondo arresto ingiustificato da parte del F.B.I, che ha anche causato il licenziamento della responsabile, l'agente federale Elizabeth Cohen, la quale medita la propria rivincita.

Dopo uno storyarc pieno di azione, suspense e violenza, Andy Diggle ne propone uno per stomaci più delicati, ma non per questo meno intrigante, concentrandosi sui rapporti familiari di Conrad e della sua socia e assistente, l'affascinante Celia. È lei uno dei comprimari più riusciti e magnetici del fumetto creato da Robert Kirkman, che qui si conquista il centro della scena.

La situazione con l'ex moglie Audrey intanto, si è fatta sempre più compromessa, mentre sembra recuperata quella con il figlio. Nel volume in oggetto, sarà proprio Augustus, su richiesta del padre, a giocare un ruolo fondamentale e decisivo, guadagnando non solo la stima del genitore, ma per la prima volta la fiducia in se stesso. Qualcuno ha usato il nome di Redmond nel tentativo di portare a termine alcuni colpi e ora l'originale deve tornare a rivestirne i panni per rimettere le cose a posto.

Prendimi è un volume molto godibile e divertente da leggere. Diggle si conferma un ottimo sceneggiatore e soggettista, confezionando una run alternativa al precedente La lista, un gangster-story concitata con un finale elettrizzante. Si ritorna ai toni distesi del caper movie, prediligendo la qualità delle interazioni affettive, cosa che dimostra tutta la flessibilità narrativa di tale titolo.

Straordinaria è la stesura sequenziale delle vignette e la visione complessiva d'insieme dell'autore americano che esalta la versatilità e l'attualità di questo prodotto, ideale per il futuro adattamento televisivo di Thief of Thieves che non vediamo l'ora di gustarci sul piccolo schermo.

Dal punto di vista grafico e cromatico, Shawn Martinbrough e Adriano Lucas ci hanno ormai abituati a uno stile personale quanto assai efficace per questa saga: improntato al realismo e all'immediatezza di un live-action, è in grado di abbattere ogni discriminate esistente tra una vignetta e un fotogramma.

Continua a leggere su BadTaste