Thicker Than Water, il quarto episodio di The Walking Dead: A New Frontier - Recensione

Telltale prende la rincorsa in vista del gran finale: la recensione di The Walking Dead: A New Frontier - Episodio 4 Thicker Than Water

Lorenzo Kobe Fazio gioca dai tempi del Master System. Scrive per importanti testate del settore da oltre una decina d'anni ed è co-autore del saggio "Teatro e Videogiochi. Dall'avatara agli avatar".


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Dopo un capitolo di transizione, quell’Above The Law piuttosto fiacco e poco intrigante, nel pieno rispetto di una triste tradizione al quale Telltale Games sembra non riesca più a districarsi, Thicker Than Water non poteva che avere il compito nonché il dovere di dare una netta sferzata ad una terza stagione di The Walking Dead sino a qui globalmente positiva, per quanto ben lontana dai picchi conosciuti nel titolo d’esordio.

Il quarto episodio, a ben vedere, ripropone senza alcuna variazione la struttura narrativa già utilizzata e proposta nelle puntate precedenti. L’incipit è ancora una volta affidato ad un flashback, ambientato tempo prima dell’apocalisse zombie che ha sconvolto il mondo, utile ad approfondire ulteriormente il rapporto burrascoso che lega i due fratelli, Javier e David, al vertice del triangolo amoroso, la bella e affascinante Kate, oggetto del desiderio conteso da un marito fin troppo assente ed un cognato che, giorno dopo giorno, si scopre sempre più attratto dalla ragazza e persino a suo agio nei panni di padre surrogato.

[caption id="attachment_172286" align="aligncenter" width="600"]The Walking Dead A New Frontier screenshot Il flashback con cui si apre l’episodio spiega, solo in parte, il dramma sportivo vissuto da Javier.[/caption]

Si tratta di una sequenza relativamente breve, poco movimentata sotto il profilo registico, ma piuttosto azzeccata, soprattutto nella misura in cui la sceneggiatura riesce caparbiamente ad esplorare ed esplicitare gli aspetti più controversi di Javier e David, senza per questo incappare in irrealistici quanto incoerenti dialoghi, utili solo a ragguagliare l’utente su fatti e vicende accadute in precedenza.

"Thicker Than Water convince grazie ai suoi due estremi: al prologo, brillante ed efficace, alla conclusione, emozionante e avvincente."

Tornata nel presente, la narrazione perde qualche colpo in una fase intermedia certamente necessaria, ma poco accattivante. Telltale Games ha infatti deciso di coinvolgere maggiormente figure secondarie come Gabe, Ava, Tripp, Eleanor, dedicando, ad ognuno di essi, una manciata di scene in cui ricoprono il ruolo di spalle di Javier, impegnato, a sua volta, a trarre in salvo il gruppo dalle meschine e malvage macchinazioni di Joan, a capo dei New Frontier e ormai villain a tutti gli effetti di questa terza stagione.

Con David imprigionato e Kate impegnata a difendere il rifugio in cui si nascondono i fuggitivi, gli altri personaggi che ruotano attorno a Javier si alternano fin troppo velocemente sul palcoscenico, tramutandosi in fugaci comparse che aggiungono davvero poco sotto il profilo del rapporto che li lega al protagonista.

Anche il solito flashback di Clementine non incide come ci si aspetterebbe. La sensazione, mai potente come in questo episodio, è che sia stato inserito a forza, più per rispettare la formula drammaturgica imposta in ogni puntata, piuttosto che per reali necessità narrative.

[caption id="attachment_172287" align="aligncenter" width="600"]The Walking Dead A New Frontier screenshot A seconda delle scelte che prenderete vedrete progressivamente sfaldarsi, con maggiore o minore violenza, il rapporto tra Javier e suo fratello David.[/caption]

Fortunatamente, l’ultima parte di Thicker Than Water brilla di luce propria, proponendo una lunga sessione emotivamente d’impatto, opprimente e ansiogena nella misura in cui vi costringerà a prendere numerose scelte che, ovviamente, avranno devastanti ripercussioni sul proseguo dell’avventura. Proprio in questa fase, tanti filoni narrativi, apparentemente introdotti in maniera sbrigativa e abbandonati senza troppi fronzoli, tornano a palesarsi con tutte le conseguenze del caso, evidenziando una coerenza strutturale davvero convincente, in grado di alimentare a dismisura il pathos che caratterizza l’epilogo che, fortunatamente, alza ulteriormente la posta in gioco con un cliffhanger memorabile, ideale per introdurre quello che, ci auguriamo, sarà un episodio finale semplicemente pirotecnico.

Thicker Than Water convince grazie ai suoi due estremi: al prologo, brillante ed efficace, alla conclusione, emozionante e avvincente. Siamo purtroppo lontani dalla qualità media raggiunta dai primi due episodi, ma tutto sembra apparecchiato per un ultimo episodio all’altezza delle aspettative.

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