The Wilds (prima stagione): la recensione

The Wilds, disponibile su Amazon Prime Video, trova nella prima stagione la capacità di mostrare un approccio originale alla lotta per la sopravvivenza in età adolescenziale

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The Wilds: la recensione della prima stagione

Le serie originali prodotte per Amazon Prime Video fanno il loro debutto nel genere young adult con The Wilds, progetto che sfrutta in modo intelligente l'espediente narrativo della lotta per la sopravvivenza su un'isola deserta per addentrarsi nei problemi e nei traumi affrontati dalle teenager alle prese con la società contemporanea.
La creatrice Sarah Streicher ha infatti compiuto un lavoro davvero apprezzabile nel prendere le caratteristiche abitualmente usate per ritrarre le adolescenti e mostrare cosa si può celare realmente dietro l'apparenza che contraddistingue ognuna di loro: dalla solitaria Leah che sembra rifugiarsi nei libri alla rabbia di Toni, dall'attenzione per la forma fisica dell'atletica Rachel all'aspetto estremamente curato ed estroverso di Shelby, senza poi dimenticare la gentilezza di Martha e la calma di Nora.

La serie ha un approccio piuttosto tagliente alla realtà della società contemporanea sottolineando fin dalle prime battute che la vera lotta per la sopravvivenza non è avvenuta nella natura selvaggia, ma nella quotidianità tra scuola, famiglia, problemi personali e pressioni sociali. Private della maschera che devono indossare ogni giorno, le teenager fanno emergere la propria vera natura sull'isola e gli spettatori possono scoprire le motivazioni dei loro comportamenti grazie ai flashback che ne svelano i traumi fisici ed emotivi che le hanno portate ad accettare di partire con destinazione un centro dove poter ritrovare le motivazioni e le energie perdute alle Hawaii, senza poter immaginare di ritrovarsi coinvolte in un incidente aereo che le obbliga a collaborare per provare a sorpravvivere. La complicata situazione potrebbe, come iniziano a ipotizzare anche alcune di loro, nascondere dei segreti inaspettati e, fino al season finale, la serie riserva molte svolte inaspettate.

Le attrici scelte per le parti riescono a calarsi davvero bene nei rispettivi ruoli: Sarah Pidgeon dà spazio ai vari lati della personalità di Leah, che passa dall'ingenuo romanticismo all'ossessione, senza mai superare quel confine espressivo che avrebbe reso il personaggio eccessivo e poco credibile; Shannon Berry sa far emergere la dolcezza nella sua Dot indurita dalla sofferenza provata a causa della malattia del padre; Reign Edwards trova l'equilibrio tra la determinazione e le insicurezze di Rachel; Jenna Clause rende Martha un mix di empatia e vulnerabilità; Mia Healey gioca con le sfumature di Shelby cresciuta facendo i conti con le pressioni della sua famiglia e il peso di mantenere un'esteriorità fin troppo luminosa; Erana James con Toni propone una rabbia giovanile ricca di sfumature; Helena Howard costruisce bene la personalità di Nora e la sua capacità di preoccuparsi per gli altri nonostante si senta sempre un po' emarginata; Sophia Ali dà spazio alle conseguenze della spinta a essere perfetta che subisce Sophia; e Chi Nguyen è attenta nel mostrare Jeanette in modo tale da rendere le rivelazioni contenute nell'episodio di cui è protagonista inaspettate.

Oltre al gruppo di ragazze bloccate sull'isola, nella narrazione sono coinvolti degli adulti: la dottoressa Gretchen Klein (Rachel Griffiths) che ha l'idea di un particolare programma destinato alle adolescenti in difficoltà, e gli investigatori Daniel Faber (David Sullivan) e Dean Young (Troy Winbush) che cercano di ricostruire quanto accaduto sull'isola. L'elemento legato alle motivazioni di questi tre personaggi è uno dei punti deboli della serie: le dieci puntate non permettono mai di addentrarsi realmente nelle loro reazioni ed emozioni, offrendo così tre presenze un po' stereotipate nonostante si cerchi di inserire le scelte della scienziata in un contesto che susciti empatia, grazie a delle rivelazioni riguardanti la sua vita privata.

The Wilds è una serie costruita in modo davvero convincente e curata dal punto di vista visivo, con una fotografia che contribuisce a costruire il contrasto tra la natura e la libertà dell'isola e i momenti più cupi della vita delle protagoniste, e una colonna sonora curata da Jen Malone che offre una selezione di brani musicali ben calibrati sull'età delle protagoniste e le composizioni di Cliff Martinez che sottolineano i passaggi del racconto senza mai risultare invadente.

Non tutte le dieci puntate che compongono la prima stagione di The Wilds, il cui rinnovo sembrerebbe almeno sulla carta scontato, sono allo stesso livello di rilevanza e intensità, proponendo comunque una selezione di problemi adolescenziali che offrono un ritratto piuttosto accurato di quello che affrontano i giovani nella società contemporanea, tuttavia è innegabile che la sceneggiatura ha dei passaggi a vuoto soprattutto per quanto riguarda la sopravvivenza sull'isola. La serie, inoltre, non riesce fin dal pilot a proporre i propri punti di forza, rischiando nelle prime battute di apparire come fin troppo influenzata da Lost, tuttavia la narrazione si evolve in modo intrigante arrivando a un finale che getta le basi per una potenziale continuazione dal buon potenziale.

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