The Widow (prima stagione): la recensione

Kate Beckinsale è protagonista di The Widow, coinvolgente odissea che si sfalda parzialmente sotto il peso di troppe storyline

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Spoiler Alert
Il sempreverde concetto di beata ignoranza sembra essere alla base di The Widow, serie limitata di Amazon che vede Kate Beckinsale nel ruolo della tormentata ma agguerritissima Georgia Wells. La donna, ex militare e vedova - o così crede - da tre anni dopo la perdita del marito Will (Matthew Le Nevez) in un disastro aereo, si ritrova casualmente a osservare un servizio televisivo che sembra mostrare proprio il suo scomparso sposo durante una rivolta popolare in Congo (paese in cui l'uomo lavorava come operatore umanitario).

La sete di verità spinge Georgia a lasciare il suo eremitico cottage inglese per lanciarsi nelle polverose strade congolesi così come nella natura più insidiosa, aiutata dal suo ex superiore Martin (Charles Dance) e da inaspettati alleati che troverà nel paese africano. Quella che era iniziata come una missione personale finisce per coinvolgere uno scenario ben più ampio, facendo assurgere Georgia a eroina non più in cerca di esclusive risposte alle proprie domande, ma ad autentica paladina della verità e della giustizia.

Basterebbe già questo a far intuire il pesante rischio che The Widow si assume nell'incarnare, nel personaggio della protagonista, il concetto di white savior di kiplinghiana memoria; sebbene la serie mostri una notevole varietà di personaggi autoctoni del paese africano, è sempre e comunque Georgia a muovere in modo sensibile i destini dei comprimari, fino ad arrivare a un ruolo chiave nella risoluzione di un misfatto rimasto insabbiato per anni.

Non è però questo il peccato originale di The Widow: sollevando il giudizio in merito ai cliché narrativo-antropologici di cui sopra, non si può non notare come i suoi otto episodi pullulino di storyline secondarie, non tutte funzionali allo sviluppo della trama principale. Il che, di per sé, potrebbe anche avere un senso e garantire un respiro maggiore alla narrazione, ma finisce ben presto per rosicchiare inutilmente tempo alla storia della ricerca di Georgia per regalarlo a sottotrame che, per risultare davvero coinvolgenti, avrebbero necessitato di un numero di puntate ben maggiore.

Non c'è il tempo necessario ad appassionarci all'incontro tra Ariel (Ólafur Darri Ólafsson) e Beatrix (Louise Brealey), due non vedenti i cui destini s'incrociano in quel di Rotterdam; lo stesso vale, purtroppo, per la vicenda privata di Judith (Alex Kingston) e persino per il dramma della piccola Adidja (Shalom Nyandiko), bambina soldato cui non a caso è affidata l'apertura della serie. Sono tutti flash interessanti, non c'è dubbio, ma che sviano dal focus primario dell'attenzione del pubblico, e che finiscono per rallentare sensibilmente la quest della protagonista.

Detto ciò, The Widow resta un godibilissimo prodotto d'intrattenimento, sorretto da una coinvolgente e sofferta performance di Beckinsale, vero e proprio polo drammatico e fulcro emozionale della stagione. La sua inestinguibile fame di risposte rimette in discussione il suo status di vedova, e la porta a dover fare i conti con un diverso - e forse più tragico - concetto di perdita personale. È proprio questo, al netto degli intrighi politici, il cuore pulsante della serie Amazon: l'elaborazione del lutto anche laddove esso non passi necessariamente attraverso una morte fisica, nonché la capacità di convertire il dolore in resilienza catartica e, quindi, in rinascita.

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