The White Lotus (prima stagione): la recensione

La prima stagione di The White Lotus è una divertentissima e feroce satira rivolta all'élite dei più fortunati

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The White Lotus (prima stagione): la recensione

Aspettatevi un mistero, un omicidio e una vittima la cui identità verrà rivelata solo nel sesto ed ultimo episodio, dalla prima stagione di The White Lotus, ma non una serie crime, perlomeno non nell'accezione più nota del termine.

Tristemente, chi sia la vittima designata dello show e perché ed in quali circostanze passi a miglior vita non è poi così importante ai fini della narrazione, il che è esattamente il punto del messaggio che la serie vuole trasmettere: esiste una parte di umanità per la quale nulla cambia mai davvero, nemmeno quando viene toccata da un atto così estremo come una morte violenta.

Nella serie, The White Lotus è il nome di un prestigioso resort di Maui, nelle Hawaii, noto per essere l'albergo più romantico dell'isola, che accoglie un gruppo particolarmente difficile e prestigioso di ospiti, che include la ricca, eccentrica e fragile Tanya (Jennifer Coolidge), i neo sposini Rachel (Alexandra Daddario) e Shane (Jake Lacy) e la famiglia Mossbacher guidata da Nicole, la matriarca e donna d'affari di successo, interpretata da Connie Britton, il suo dimenticabile marito Mark (Steve Zahn), la personificazione dell'arroganza, nonché la loro figlia maggiore Olivia (Sydney Sweeney) - accompagnata per l'occasione dalla sua degna amica Paula (Brittany O’Grady) - ed il figlio Quinn (Fred Hechinger), apparentemente più interessato allo schermo del proprio cellulare che alla magnifica isola nella quale sbarcano.

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Immagini: per gentile concessione della HBO

Che la serie sia una sfida continua tra ricchi e persone meno abbienti è immediatamente evidente dal modo in cui il manager della struttura Armond (Murray Bartlett) ricorda al suo personale la necessità di confondersi con l'ambiente, di essere intercambiabili, dimenticabili e pronti a soddisfare ogni desiderio dei loro clienti, ma ridurre i 6 episodi di questa prima stagione solo a questo sarebbe davvero sminuente.

È infatti un'esperienza interessante guardare una serie caratterizzata anche da una morte misteriosa, sperando che nell'anonima bara che si vede sin dall'episodio pilota giacciano sostanzialmente tutti i protagonisti. Per quanto nessuno di loro sia infatti apertamente malvagio è difficile, se non impossibile, simpatizzare con persone che mancano sino a quel punto di sensibilità verso il loro prossimo e sono talmente abituate dalla vita ad ottenere ciò che vogliono da non conoscere un altro modo di stare al mondo.

Il modo in cui, per esempio, Tanya manipola inconsapevolmente Belinda (Natasha Rothwell), la responsabile della SPA dell'hotel, legandola a doppio filo a sé con la promessa di una vita migliore o l'arroganza con cui Nicole difende la "posizione di svantaggio" di Quinn, che definisce "alienato" a causa dei cambiamenti subiti dalla società di cui sarebbe diventato una vittima, il tutto di fronte ad una giovane donna nera, che pur gravitando nella stessa atmosfera dei Mossbacher non ne fa direttamente parte e sull'argomento "ingiustizia sociale" deve saperne probabilmente più di tutti loro messi insieme, contribuisce a sottolineare quanto estraniati dal mondo reale alcuni gruppi sociali siano e fino a che punto certe persone abbiano perso la capacità di analizzare la realtà in cui la maggior parte dell'umanità vive.

Nonostante la repulsione quasi immediata che si prova per i protagonisti di questa prima stagione di The White Lotus, la serie trae forza dalla sua divertente e feroce satira nei loro confronti, ma anche da come tratti il privilegio come un problema senza soluzione, perché chi si trova al vertice non ha nessun motivo di cambiare lo status quo andando contro i propri interessi, e chi invece ha molto da perdere (come per esempio Rachel e Paula), finisce per vendere se stesso ed i propri principi per avere accesso ad una fetta di Paradiso.

Chiunque non faccia parte dell'élite, come accade per esempio al giovane e prestante Kai, non solo finisce invece per perdere tutto quello che ha, ma non merita nemmeno che la propria caduta sia mostrata in prima serata, come fosse sempre stato un dimenticabile accessorio non necessario alla narrazione, il che rende ciò che questa serie non mostra un altro dei tanti elementi di interesse.

Nel suggerire questa idea di immobilismo da parte dei suoi protagonisti, che non sembrano toccati da nulla, lo show sembra aver tratto ispirazione da una poesia di Alfred Tennyson intitolata appunto "I mangiatori di loto", in cui l'autore narra di alcuni marinai che, nel masticare fiori di loto, si estraniano completamente dal mondo, distaccandosene e non riuscendo a trovare nessun interesse nel cambiamento.

Nonostante quello che - con queste premesse - potrebbe sembrare un finale privo di ottimismo, lo show riserva qualche sorpresa da un personaggio in particolare che parte in sordina, ma acquisisce maggiore spessore con la narrazione e diventa quindi il portavoce dell'unico sprazzo di ribellione dalla gabbia dorata rappresentata dal White Lotus.

La prima stagione di The White Lotus andrà in onda in Italia a partire da lunedì 30 agosto alle 21.15 in prima visione su Sky Atlantic e in streaming su NOW con un doppio episodio a settimana.

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