The Walking Dead vol. 24: Vita e morte, la recensione
Abbiamo recensito per voi il ventiquattresimo volume di The Walking Dead, di Robert Kirkman e Charlie Adlard, intitolato Vita e morte
C'è sicuramente un segreto in grado di spiegare tale successo, una formula magica che Kirkman, alla vista un ragazzo simpatico e bonaccione, ma dotato di una mente sottile e altamente "captive" degli interessi del pubblico, ha saputo decifrare e distillare con maestria, e che poi gli ha consentito di dare vita ad altri franchise di successo e distinta bontà qualitativa come Invincible e Outcast. Non siamo purtroppo in grado di "entrare" nella mente dell'autore americano, e dunque possiamo solo provare ad avanzare ipotesi, si spera fondate. Perché The Walking Dead è così più amato di tutte le altre opere di narrativa a fumetti (e non solo) dove l'umanità si trova suo malgrado costretta ad affrontare l'apocalisse, manifestatasi con il risveglio dei (non) morti? Probabilmente, il fatto che l'elemento zombie è solo un pretesto, un MacGuffin semovente che dà il "La" alla storia. Una storia che ha al centro gli esseri umani e la loro più intima e selvaggia natura, costretti ad adattarsi ognuno a suo modo per sopravvivere in un mondo nel quale ogni barlume di società civile è stato annichilito. Si tratta di una saga a fumetti che ha al centro la psiche e le emozioni della specie umana, il tutto costruito su un impianto narrativo che si rifà evidentemente a quello classico delle serie continuative americane, con protagonisti molto spesso supereroi: archi narrativi ad ampia gittata, suddivisi in episodi di egual durata (salvo alcune eccezioni), ognuno strettamente collegato all'altro in maniera quasi "soap-operistica" (nell'accezione più positiva del termine). Inoltre, a ogni nuovo arco corrisponde un aumento della posta in gioco, con la proverbiale asticella che si alza, costringendo i protagonisti ad affrontare una minaccia sempre più grande e pericolosa.
E invece no, ci eravamo sbagliati. E Kirkman ci ha beffato di nuovo, imbastendo un'altra storyline ad ampio respiro, con i primi colpi di scena che si sono manifestati con dei particolari non morti apparentemente in grado di parlare, a differenza di tutti gli altri. Abbiamo poi scoperto che questi loquaci zombie in realtà zombie non lo erano affatto: si trattava infatti di vivissimi esseri umani, i quali hanno deciso di indossare le pelli dei morti e vivere così tra loro, creando una società primordiale in questo nuovo ordine mondiale. Il loro nome è quello di Sussurratori, e li abbiamo conosciuti a fondo grazie a Lydia, figlia del capo di questo gruppo, Alfa. Mentre Rick si sta impegnando da anni per dare finalmente vita a una nuova e civile realtà, fatta di ordine, legge, commercio, suo figlio Carl, trasferitosi a Hilltop per trovare la propria strada, si è invaghito proprio della suddetta "sussurratrice", decidendo di seguirla per provare a salvarla. Nel ventiquattresimo volume di The Walking Dead, intitolato Vita e Morte, assisteremo dunque alle prime, pesanti schermaglie tra il mondo civilizzato di Rick Grimes e compagni e quello selvaggio dei Sussurratori. La portata di questo scontro si rivelerà inaspettatamente molto grande e drammatica. E sapete tutti cosa intendiamo per "drammatico" quando parliamo di The Walking Dead.
In conclusione, anche in questo nuovo volume, The Walking Dead si conferma una delle serie a fumetti americane più piacevoli e interessanti da leggere, e, dopo centoquaranta numeri, questo aspetto ha un'importanza che dire grande è poco.