The Walking Dead: Saints & Sinners, gli zombie come non li avete mai visti | Recensione VR

The Walking Dead: Saints & Sinners è un titolo obbligatorio per tutti i possessori di un visore per la realtà virtuale

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The Walking Dead è senza dubbio uno dei fumetti che più ha avuto un impatto sulla società moderna. La forza della trama ideata da Robert Kirkman è quella di focalizzarsi sugli esseri umani, dimostrando come essi potrebbero realmente agire in un contesto come quello dell’apocalisse zombie. Sfruttando anche il successo della serie TV, Skybound Interactive ha quindi lavorato a The Walking Dead: Saints & Sinners, titolo VR uscito nel 2020 per PC, PlayStation 4 e Meta Quest 2.

Nelle ultime settimane abbiamo vestito i panni del “turista”, esplorando New Orleans e cercando di non farci prendere dai non-morti. Un risultato che abbiamo ottenuto a fatica, ma che ci ha trasmesso quell’energia che solo i giochi per la realtà virtuale riescono a dare. Non avete idea di che cosa stiamo parlando? Scopritelo qui sotto nella nostra recensione della splendida opera del team americano.

VESTI I PANNI DEL SOPRAVVISSUTO

Sette anni dopo l’inizio dell’epidemia che ha portato i morti a camminare sulla Terra, New Orleans è ormai ridotta allo stremo. Le acque si sono riprese il controllo dell’area e le strade pullulano di zombie. I pochi esseri umani sopravvissuti, inoltre, hanno ben pensato di farsi la guerra tra loro, dando vita a gruppi organizzati dal temperamento violento. In tutto questo questo noi interpreteremo un “turista”, disposto a fare qualsiasi cosa per sopravvivere. Dopo aver visto la morte dell’unica persona disposta ad aiutarlo, il giocatore prenderà possesso di un campo base, dal quale poter esplorare la cittadina americana.

La storia di The Walking Dead: Saints & Sinners non può certo dirsi particolarmente strutturata o innovativa. Nonostante ciò, però, si tratta di uno dei giochi più immersivi ai quali abbiamo mai giocato nella nostra vita. Skybound Interactive ci ha proiettati all’interno di un mondo digitale che pulsa realismo e atmosfera da ogni pixel. Poco importa se la storia procede lentamente, dato che ogni singolo passo è memorabile. La realtà virtuale, come spesso accade, funge da boost per le emozioni, trascinando l’utente all’interno di situazioni che vengono percepite molto più importanti rispetto ai classici videogiochi “da televisore”. Raggiungere un palazzo dopo aver corso attraverso una piazza piena di nemici diventa quindi un’esperienza e non un automatismo.

Senza dilungarci oltre sulle lodi della realtà virtuale, Saints & Sinners prende tutto quello che un titolo di questo tipo dovrebbe fare e lo esegue alla perfezione. Nelle quindici ore (circa) di durata, il giocatore vivrà un’avventura totalizzante, costellata da momenti che non dimenticherà mai più.

The Walking Dead: Saints & Sinners

PRONTI A TRATTENERE IL FIATO?

Se l’atmosfera del titolo di Skybound funziona così bene è anche grazie alle meccaniche di gioco. The Walking Dead: Saints & Sinners è uno sparatutto in prima persona con meccaniche survival. Dovremo quindi esplorare le vie della città per ottenere risorse e cibo, evitando di andare incontro a una rapida morte per inedia. 

A questo si aggiunge la grande importanza riposta dai dev negli scontri all’arma bianca. La forza con la quale effettueremo il colpo sui non-morti è infatti proporzionale al danno che infliggeremo loro. Ecco che infilare un cacciavite in testa a uno zombie, per esempio, potrebbe ferire leggermente il vostro avversario, oppure entrare così in profondità da costringervi a usare l’altra mano per rimuoverlo dal cranio dello sventurato zombie. Questa profondità è riscontrabile anche nelle armi da fuoco, che presentano metodi di ricarica differenti in base alla bocca da fuoco. 

Saints & Sinners è immersivo in ogni singolo elemento. Esattamente come in Resident Evil 4 VR (che ha preso ispirazione proprio dall’opera di Skybound) armi, torcia e diario di viaggio saranno sparsi sul corpo del giocatore, che sarà costretto a compere delle azioni fisiche per avere un riscontro all’interno del mondo digitale. Inutile dire che, ancora una volta, si tratta di un elemento che permette al pubblico di “vivere” il titolo, invece di “giocarlo”.

A rendere il tutto ancora più completo ci pensano le (poche) meccaniche GDR. Una volta ottenute abbastanza risorse, sarà possibile migliorare il proprio personaggio e renderlo una macchina da guerra ancora più letale. Un piccolo incentivo a esplorare nel dettaglio ogni ambiente e utile per donare allo zaino un vero e proprio valore. Questo perché, nel caso si venga uccisi, si farà cadere a terra la propria sacca. Esattamente come in ZombiU (o in un titolo From Software) sarà quindi necessario tornare nel punto della propria morte per recuperare gli oggetti persi. Una seconda sconfitta, ovviamente, porterà allo smarrimento definitivo del proprio equipaggiamento.

The Walking Dead: Saints & Sinners

STILE DA VENDERE

The Walking Dead: Saints & Sinners è un piccolo gioiello anche da un punto di vista estetico. La grafica cartoon permette di ottenere una pulizia generale dell’immagine utile per distinguere bene ogni elemento dell’ambiente circostante. I modelli poligonali di nemici e personaggi, inoltre, si confermano tra i migliori che abbiamo visto in un titolo VR, contribuendo maggiormente alla qualità finale dell’opera. Ottimo anche il comparto sonoro, che vanta un buon doppiaggio in inglese (ma con sottotitoli in italiano) e una soundtrack minimale, ma d’impatto. Sentire i versi degli zombie e guardarsi attorno per cercare di comprendere da dove arrivino è senza dubbio un’esperienza che consigliamo di fare almeno una volta nella vita a tutti voi.

Ormai lo avrete capito: Skybound Interactive ha dato vita a un piccolo gioiello. The Walking Dead: Saints & Sinners è un titolo che tutti i possessori di un visore VR dovrebbero possedere. La totale immersività offerta da quest’opera basata sul fumetto di Kirkman influenza sia il comparto narrativo, che quello ludico. In attesa di scoprire come i dev riusciranno a migliorare la propria opera con il prossimo capitolo, possiamo tranquillamente affermare che siamo di fronte a un’opera magistrale. Un’avventura indimenticabile, possibile solo grazie alla “magia” della realtà virtuale.

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