The Walking Dead 3x13 – Arrow on the Doorpost (Apri gli occhi), la recensione

Apri gli Occhi è una puntata che si fa apprezzare per la bravura con cui attori e autori riescono a gestire degli spazi drammatici circoscritti...

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Questa puntata di The Walking Dead, tutt'altro che mal riuscita, ha un sapore profondamente surreale.

Per una buona parte dell'episodio assistiamo, ben consapevoli del fatto che giungerà a un punto morto, alla trattativa fra Rick Grimes e il Governatore. I due si guardano torvi, si studiano, col boss di Woodbury che tenta addirittura di fingere cortesia. Rick, nonostante l'essere arrivato prima al luogo del meeting, riesce a non scoprire la pistola che il suo antagonista aveva precedentemente nascosto sotto al tavolino tanto da rendere superfluo l'avergli fatto togliere il cinturone con la pistola. Ma vabbè, siamo magnanimi, lo sceriffo ha fatto ben di peggio e, tutto sommato, Andrew Lincoln sembra quasi un attore decente in questo episodio. Fuori gli altri si fronteggiano dapprima a muso duro, poi scatta addirittura il dialogo fra le parti. La compresione reciproca nonostante la consapevolezza di quello che, al 99,9%, accadrà. Nel carcere si creano dissapori fra un Merle deciso a entrare in azione e un Glenn che non vuole azioni avventate.

In mezzo a tutto questo, lei. La stupidità fatta personaggio televisivo.

Andrea.

L'unica che continua a non capire nulla, persa nella sua idiozia – prima con tutta la buona volontà del mondo potevo anche definirla “ingenua”, ma ora significherebbe non accettare la realtà dei fatti, è Andrea. Evidentemente gli sceneggiatori, Ryan C. Coleman nello specifico, stanno riversando su di lei tutto il loro stress che, fino a un po' di tempo fa, poteva essere suddiviso con la fu signora Grimes.

In un mondo post-apocalittico in cui i pochi vivi sono più pericolosi delle orde putride di morti-viventi lei continua a credere che un arcobaleno colorato su cui corrono liberi e felici gli unicorni possa finalmente unire le due comunità di superstiti, quella del carcere e quella di Woodbury.

Tolto questo momento di sfogo – vi prego, cercate di capirmi, la mia posizione non è semplice – Apri gli Occhi è una puntata che, come la precedente, si fa apprezzare per la bravura con cui attori e autori riescono a gestire degli spazi drammatici circoscritti. Mentre i due leader discutono, i “gregari” all'esterno condividono, dopo la diffidenza iniziale, esperienze e vissuti personali e tutto va ad assumere un tono più che amaro, direi beffardo.

Nel mondo di The Walking Dead la speranza non ha più modo di affondare le proprie radici. I vivi vanno temuti più dei morti, d'altronde. A tre puntate dalla fine, e dopo una serie di episodi che hanno sfiorato il ridicolo dei tanti appuntamenti persi della prima e di parte della seconda stagione, la serie AMC pare aver ritrovato le fila di un discorso che sta per condurci a un finale in cui, presumibilmente, saranno in molti a cadere.

E, in quest'ottica, la scelta di connotare in maniera più luciferina il Governatore rispetto alla controparte eccessivamente pulp dei fumetti, appare una scelta sempre più giusta.

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