The Walking Dead 9x12, "Guardians": la recensione

Ecco la nostra recensione del dodicesimo episodio della nona stagione di The Walking Dead intitolato "Guardians"

Condividi
Nel giro di quarantaquattro minuti, due storyline che fino ad ora erano state solo abbozzate si evolvono molto velocemente dirigendosi verso la strada della risoluzione. La prima riguarda Rosita e Padre Gabriel e la loro stramba relazione, che a inizio puntata sembrava essere sul filo del rasoio e che per qualche assurdo motivo, e l'aiuto di Cupido a.k.a. Eugene, trova il modo di risolversi troppo frettolosamente (anche se questo non è propriamente un difetto ai fini della narrazione). L'altro argomento che The Walking Dead sviscera rapidamente riguarda Michonne e il suo ruolo da leader (anche se non ama essere chiamata così): la donna ha difficoltà a trovare il modo giusto per farsi comprendere dagli altri. Sin dall'inizio dell'episodio si percepisce un senso di collera interiore e il suo desiderio di restare da sola e prendersi un minuto per piangere o anche solo riflettere. Decisa a rimanere dentro le mura e restia ad aiutare il Regno e contribuire alla realizzazione della fiera, Michonne viene ostacolata dai membri del suo consiglio che, dopo tutto quello che la gente di Alexandria ha passato negli anni, ancora non comprendono che la cosa migliore sia restare al sicuro e uscire solo quando strettamente necessario. Negan, per assurdo, è la rappresentazione palese del discorso che Michonne tenta di portare avanti: fuori non è più come prima e di conseguenza diventa sempre più difficile difendersi e restare uniti. Nonostante Michonne faccia riferimento a quello che è successo a Jesus, gli altri non sembrano comunque capire il suo discorso volto alla protezione di Alexandria e dei suoi abitanti. La donna però riceve il supporto di Aaron e non tarderà a ringraziarlo e a fargli capire come il suo sostegno in un momento del genere sia stato davvero utile. Ma nonostante questo, la leader di Alexandria cambia idea rivelando che qualora ci fosse stata una votazione in futuro non avrebbe ostacolato in alcun modo il volere dei suoi compagni riguardo la partecipazione alla fiera. Sebbene lei continui a pensare che sia una pessima idea, le persone dopotutto possono valutare il rischio e scegliere autonomamente. Forse Michonne sta perdendo la grinta che un tempo la contraddistingueva, ma questo non è affatto un difetto o un problema. Danai Gurira è un'ottima interprete e racconta con le espressioni e il suo stato d'angoscia quanto faccia male la solitudine e quanto sia difficile non essere supportati in un momento del genere. Quando c'è lei in scena si sente molto la mancanza di Rick Grimes e non perché la donna con la katana non possa esistere senza di lui o non possa farsi valere indipendentemente da una figura maschile, ma semplicemente perché la chimica che si era costruita nell'ultimo periodo tra i due come coppia in amore e in guerra era molto interessante e credibile. E quindi è chiaro che il lavoro degli sceneggiatori adesso sia quello di portarla verso una nuova direzione e che si discosti da quella intrapresa un tempo con il suo amato. Le cose sono cambiate e, forse anche grazie all'aiuto di Judith, Michonne arriverà ad accettare l'aiuto di Negan. Solo allora le cose diventeranno molto interessanti.

Anche Alpha ha bisogno di Beta. O forse no? In "Guardians" ci addentriamo ancora di più nella brutalità di una donna che ormai ha trovato il modo giusto per sopprimere la sua anima e nascondere i suoi sentimenti. A lei è rimasto solo il concetto di sopravvivenza e il fatto che i forti si adattino e i deboli piangano. Ma non prendiamoci in giro, Alpha non ha ancora trovato quella che chiameremmo la giustificazione più credibile al violare le sue stesse regole. Per un altro dei suoi Sussurratori non sarebbe mai tornata indietro e il fatto che sua figlia avrebbe potuto darle delle informazioni credibili è una scusa valida solo a metà. Nonostante ciò, Alpha non deve più convincere i suoi uomini, e di conseguenza i telespettatori, della sua brutalità.

L'onestà intellettuale della sceneggiatrice di questo episodio, LaToya Morgan, ha voluto che Henry venisse catturato immediatamente... e sinceramente non potevamo aspettarci nulla di diverso. La regia non ha neanche osato per un minuto mettersi dietro di lui per seguire il suo punto di vista perché il pubblico avrebbe subito immaginato che la sua poca scaltrezza sarebbe stata notata. Quindi a un tratto Henry viene tirato su da Beta (Ryan Hurst, ossia l'ex Opie di Sons of Anarchy) senza creare troppi allarmismi. L'empatia che si crea con Henry da parte di chi guarda è pari a zero e questo episodio ne è l'ennesima dimostrazione. Mentre si affrontano problemi interni al gruppo dei Sussurratori, anche molto interessanti da seguire, Daryl, il suo cane "Dog" e Connie seguono le tracce degli apparenti morti. Non assistiamo ad alcuna pianificazione (che immaginiamo essere stata un po' complicata e poco interessante da seguire visto che Daryl non sa comunicare con il linguaggio dei segni), ma a un tratto - e con incredibile sorpresa - Henry e Lydia vengono salvati. Balestra e fionda funzionano bene assieme. Concludiamo ammettendo che "Guardians" è stato un episodio di passaggio, un capitolo dal ritmo poco incalzante che ha gettato le basi per il futuro sempre più incerto di Michonne come leader e protagonista. È stata anche tolta di mezzo una storyline melodrammatica che vedeva coinvolta Rosita, Padre Gabriel e il povero Eugene e ha impostato uno scontro imminente tra i vivi e i Sussurratori, una battaglia che potrebbe rappresentare l'unico punto di svolta di questa seconda metà di stagione dal punto di vista dell'azione.

Per confrontarvi con altri appassionati della serie, vi segnaliamo la pagina Facebook The Walking Dead Italia.

Continua a leggere su BadTaste