The Walking Dead 9x09, "Adaptation": la recensione
Ecco la nostra recensione del nono episodio della nona stagione di The Walking Dead, intitolato "Adaptation"
Proprio per questo motivo, la donna decide di ritornare dalla sua comunità, ma prima andarsene consiglia a Daryl di aiutare Tara, ora costretta a occuparsi di tutto, a gestire la situazione. Le solite dinamiche continuano a ripetersi all'infinito: c'è chi pensa che le regole e le mura siano la cura all'apocalisse e chi invece dopo averne passate troppe preferisce vagabondare senza affezionarsi (cosa che ormai abbiamo capito essere abbastanza impossibile, ne è la prova Negan). Aaron, dopo aver perso il suo amico Jesus, ha capito che la protezione che può dare un luogo ben organizzato come Hilltop può salvare delle vite allontanando il rischio di diventare delle vittime. La donna smascherata, ora prigioniera di un sistema, racconta a Daryl i suoi principi e i motivi che l'hanno spinta a vivere la sua vita in questo modo. Questo nuovo gruppo di persone non è più interessato alla sopravvivenza e al benessere e, a causa delle conseguenze che ha portato con sé l'epidemia, ognuno di loro ha dimenticato che alla vita si può forse chiedere qualcosa di più. Come Rosita, ad esempio, che al momento ha una relazione con Padre Gabriel, un figlio in arrivo fatto con un dottore e uno spasimante nerd che finalmente ha trovato il coraggio di dichiararsi. Un momento telenovela piuttosto imbarazzante che stona con tutto il resto. Nel mentre, Daryl approfitta di Henry in prigione per far vedere al pubblico di essere già al lavoro sulla sua nuova posizione gerarchica consigliatagli da Michonne. Con scaltrezza, l'uomo approfitta della situazione per far legare Henry e Lydia, la donna che fino a qualche minuto prima non aveva il coraggio di rivelare il suo nome perché terrorizzata (o forse troppo furba per farlo). Sebbene faccia fatica a rubare la scena quando non si trova su una moto, Daryl è comunque un personaggio interessante soprattutto per la sua capacità di studiare appieno le situazioni così da poter sfruttare le abilità di tutti.
L'altra porzione di episodio è sicuramente quella più interessante e vede al centro Negan, che dopo essere riuscito a fuggire dalla cella riesce a farsi un bel giro nelle stanze della villa principale di Alexandria e a rubare un oggetto appartenente a Judith. L'uomo, chiaramente affezionatosi alla ragazzina, viene fermato dalla stessa proprio mentre sta per scavalcare il muro che lo dovrebbe portare lontano dalla prigionia. Ma la giovane Judith lo avverte che forse al di fuori di quelle quattro mura potrebbe rischiare di non trovare nulla. A quel punto lo lascia andare via minacciandolo però che se mai lo rivedrà in giro non esiterà a premere il grilletto. Il viaggio interiore di Negan si trasforma in una sorta di incubo. L'ex villain di The Walking Dead cerca di ritrovare la sua identità tornando nel suo vecchio Santuario, ma nulla è più come prima. Quella realtà dove era a capo di tutto è stata distrutta e con essa anche la sua ira e malvagità. L'uomo, dopo aver maturato una certa consapevolezza in prigione, cerca di accettare il fatto che qualcosa in lui sia effettivamente cambiato e proprio per questo motivo decide di ritornare dove in principio credeva di stare peggio. Negan è, a conti fatti, uno dei personaggi più intriganti della serie e aver seguito passo dopo passo la sua trasformazione (e di conseguenza la riacquisizione del suo lato umano abbandonato quando l'anima della sua dolce metà si era trasferita all'interno di una mazza chiodata) ha portato i suoi frutti. Sarebbe stato bello vedere Negan diventare una valida risorsa e un ottimo consigliere per Rick, ma quello che la serie sta cercando di fare tra Judith e lui è forse l'ottimo compromesso che non ci saremmo aspettati di desiderare.
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