The Walking Dead 9x04, "The Obliged": la recensione

Ecco la nostra recensione del quarto episodio della nona stagione di The Walking Dead intitolato "The Obliged"

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Spoiler Alert
La cosa più assurda di "The Obliged" è che proprio nel momento in cui Rick e Daryl iniziano a parlare seriamente, a risolvere il loro trascorso e ad arrivare ad un punto di comprensione reciproca, The Walking Dead decide che è arrivato il momento di dividerli, di regalare al pubblico un buon momento di fratellanza tra i due lasciando però tutto in sospeso. Dentro quella fossa a combattere per la vita, Rick e Daryl non sanno ancora che ogni cosa sta per cambiare per sempre anche se il volto sofferente di Daryl, questa volta più delle altre, è quasi preoccupante. Chissà, forse senza "suo fratello" non ce l'avrebbe mai fatta ad arrivare in superficie. Ma quella mano tesa in qualche modo ha rappresentato simbolicamente il passaggio del testimone. Tutto questo avviene negli ultimi minuti dell'episodio, quando Maggie è ormai focalizzata sulla sua missione: uccidere Negan. Nel mentre, Carol decide di lasciare i Salvatori e intende tornare al Regno; anche lei si arrende e l'ennesimo supporto si allontana da Rick. Il ponte non ce la sta facendo, sta quasi per crollare e stando a quello che Eugene riporta a Rick durante i primi minuti dell'episodio, l'unica buona notizia è che le due orde di erranti difficilmente si incontreranno.

Tutto sembra andare nel verso sbagliato e il grande universo condiviso costruito nell'ultimo periodo, nel giro di qualche istante, scompare. I Salvatori che andavano tenuti d'occhio scoprono che le donne di Oceanside hanno ucciso i loro compagni e per questo decidono di far partire l'ennesimo scontro minacciando Carol e di conseguenza l'intera idea di Rick. Da lì partiranno dei colpi di pistola fatali, più che per qualche essere umano, per infuocare le orde addormentate.

Rick non ha mai chiesto a nessuno di essere seguito, ma sin dal primo momento ha rappresentato quell'idea di leader coraggioso, a volte sbagliando e alle volte prendendo decisioni che mai nessuno sarebbe stato in grado di prendere. La fatica di quest'uomo però non è mai stata abbastanza. Gli altri sembrano averlo seguito per inerzia quasi come se non avessero avuto scelta. Tra Rick, Michonne, Daryl e Maggie è mancata la conversazione e ognuno di loro ha agito egoisticamente, senza pensare al futuro ma solo al proprio tornaconto. Nonostante l'idea di Rick risulti più pacifica rispetto alle altre, anche lui ha seguito il suo istinto senza realmente ascoltare il parere altrui. È stato la legge in un mondo alla deriva e questo ha destabilizzato tutti, o quantomeno ha soffocato la sete di vendetta di molti.

All'inizio dell'episodio, all'improvviso, vediamo una Michonne frustrata, quasi spaventata da ciò che sta diventando, terrorizzata dalla quotidianità. La morte però ha ancora un forte legame con lei ed è come se una calamita continuasse ad attrarla: proprio per questo motivo, la donna con la katana è costretta a liberare tutte le sue insicurezze in questo modo. Tutto ciò avviene quasi senza motivo perché la Michonne che ci era stata mostrata fino a questo momento era un'altra e questo prologo inaspettato è servito solo da base per la conversazione tra lei e Negan. Un pretesto improvviso che poteva essere architettato diversamente. Al temuto villain di The Walking Dead, all'uomo che Rick aveva paura diventasse martire manca la sua Lucille. Chi diventerà adesso Negan? L'uomo che nessuno potrà uccidere perché d'ora in poi andrà rispettato il volere di Rick per rendergli onore? Negan parla un po' del suo passato con Michonne, cerca di portare il discorso su tutte quelle cose che hanno in comune. Ad un tratto, lui racconta di sua moglie e del cancro che l'ha portata via e di quella debolezza che l'avrebbe uccisa nel mondo post-apocalittico in cui si trovano. Ma Michonne non sta al gioco e neanche per un secondo si sospetta il fatto che lei possa cadere nella sua trappola. E allora perché costruire un'ombra dietro al suo personaggio solo per questa conversazione? Ormai tutti conoscono Michonne e la sua integrità e non sarà di certo una mazza da baseball trovata casualmente nell'erba o in un libro per bambini a farle cambiare idea.

In mezzo a tutto questo, c'è anche un altro aspetto piuttosto frustrante: la relazione tra Padre Gabriel e Anne che è stata portata in maniera scollegata e poco interessante fin qui, ossia all'alba di un epilogo in cui la donna è costretta ad uccidere l'uomo che la stava salvando per evitare che lui spifferasse a Rick tutta la verità. Una verità che tra l'altro lui non ha pienamente compreso (e forse neanche noi). Alla fine qualche parola messa al posto giusto convincerà Anne a lasciarlo in vita sebbene lei sia costretta a scappare da sola verso qualcosa o qualcuno che sembra metterla più a suo agio. The Walking Dead con questo episodio ha messo tante cose sul piatto in maniera confusa ed è un peccato perché sembrava quasi che la showrunner Angela Kang si stesse impegnando per rimettere le cose in ordine. Ma per lei la sfida non era facile dal momento che il suo pensiero fisso è sempre stato condizionato dall'imminente uscita di scena di Rick e Maggie. Tutto doveva convergere verso questo e purtroppo per far scomparire loro doveva svanire anche tutto ciò che di buono era stato costruito. Proprio per questo motivo, alla fine di questo episodio, il pubblico potrebbe sentirsi amareggiato, come se avesse perso tempo. Rick combatte in maniera estenuante per la sua idea, per il suo Carl e ad un tratto un cavallo imbizzarrito di fronte a due orde di zombie sarà la causa dell'inizio della fine. Beh, le aspettative erano altre.

Per confrontarvi con altri appassionati della serie, vi segnaliamo la pagina Facebook The Walking Dead Italia.

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