The Walking Dead 9x01, "A New Beginning": la recensione

Ecco la nostra recensione del primo episodio della nona stagione di The Walking Dead, serie drama targata AMC con Andrew Lincoln e Danai Gurira

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Spoiler Alert
L'attesa per la premiere della nona stagione di The Walking Dead era alle stelle, in primis perché fino al suo debutto il canale via cavo AMC aveva giocato molto sul fatto che i telespettatori si sarebbero trovati di fronte a qualcosa di nuovo e di diverso dal solito, oltre che dinanzi all'ultimo segmento di episodi con Maggie e Rick prima del loro addio definitivo. Ma la domanda da porsi dopo aver visto A New Beginning è proprio in riferimento al tanto atteso e preannunciato cambiamento: "siamo realmente di fronte a un nuovo The Walking Dead?" A livello stilistico e sotto gli aspetti tecnici come la regia e il montaggio, questa premiere, a nostro avviso, non ha portato chissà quali stravolgimenti. Il ritmo e alcuni mezzi scenici non sono cambiati affatto e sin dai primi minuti è stato facile riconoscere lo show di sempre, quantomeno quello degli ultimi anni. Dopo la sorpresa iniziale della nuova sigla, molto più "fumettosa" rispetto alla precedente, si ritorna immediatamente alle vecchie abitudini. O almeno così vuole far credere la nuova showrunner Angela Kang.

Fatta questa premessa, A New Beginning ha funzionato proprio perché non vi è stato un vero e proprio cambiamento radicale, ma al contrario si è notato un progresso dal punto di vista della scrittura e un'impostazione nettamente più chiara, realistica e meno confusionaria, sebbene il finale dell'ottava stagione lasciasse in sospeso diverse questioni e facesse intendere un futuro per la serie fondato più sui complotti e le ribellioni (basti pensare a una delle ultime scene dell'ottava stagione con Maggie, Daryl e Jesus nascosti nel buio a progettare chissà quale piano contro Rick).

Il tempo è passato e i personaggi di The Walking Dead hanno imparato a comunicare e a non farsi del male di nascosto. Maggie non ha problemi a dire in faccia a Rick che non ha più alcuna intenzione di stare ai suoi piani senza fiatare o senza dire la sua. Anche Daryl crede che la cosa più importante sia quella di esporre a Rick le sue volontà riguardo il futuro del Santuario e sul fatto che non abbia alcun interesse a gestire un posto in cui non crede. Ognuno di loro, oramai, presta fede a qualcosa di diverso e quel gruppetto che un tempo era tanto unito ora non esiste più. Anche Carol sembra aver voltato le spalle al vecchio pessimismo, ma, nonostante abbia aperto finalmente il suo cuore, non significa che la donna non sia pronta a lasciare andare Ezekiel solo per aiutare i suoi amici o per prendersi qualche giorno per riflettere.

La sceneggiatura di questo capitolo è particolarmente riuscita proprio perché durante i primi minuti, gli autori vogliono far credere al pubblico che la "democrazia" di Rick abbia funzionato senza troppi intoppi e che l'unione di vari gruppi di persone provenienti da accampamenti diversi sia la soluzione ogniqualvolta ci sia un problema da risolvere. Ma in realtà non è così e il motivo principale risiede in quelle scelte fatte da Rick quando Negan e i suoi Salvatori si arresero. E, a causa di quel punto di svolta, è bastato un solo ponte crollato in questo episodio a distruggere, o perlomeno a indebolire, tutta la linea di comunicazione messa in piedi nell'ultimo anno e mezzo. La dimostrazione plateale che nulla è cambiato si può trovare nel personaggio di Gregory.

Durante il funerale del giovane Ken, l'ex capo di Hilltop mostra un aspetto del suo carattere inedito, diremmo quasi compassionevole. Questa sua dolcezza poco credibile, che fa storcere il naso anche a Jesus, dura in realtà ben poco ed entro la fine dell'episodio si trasforma in vendetta nei confronti di Maggie. Ma la donna, che fino a quel momento aveva gestito Hilltop in maniera ineccepibile, non si fa abbattere da un uomo accecato dalla rabbia e dalla frustrazione e mostra dinanzi a tutti e anche agli occhi di Rick qual è il suo principio di giustizia. Maggie non dà l'impressione di essere una leader che si è montata la testa e non ha nessuna intenzione di prevalere sugli altri egoisticamente. Maggie ha semplicemente perso troppo lungo il tragitto e non è più disposta a lasciare impunite certe crudeltà. Daryl, che la pensa esattamente come lei, rimane quasi pietrificato di fronte al nome di Negan e sotto certi aspetti è spaventato e stufo di aiutare chi da un momento all'altro potrebbe voltargli le spalle.

Sono questi piccoli dettagli e una costruzione più accurata e sottile tra le varie ostilità a rendere questa season premiere un'ottima partenza di una serie giunta alla sua nona stagione. Sarebbe assurdo creare qualcosa di nuovo e proprio per questo motivo Angela Kang ha scelto di lasciare tutto com'era rimodellando ciò che era meglio aggiustare. La sua fortuna e sfortuna risiede in quei due addii imminenti, due momenti cardine che rivoluzioneranno già di per sé la storia. Infine possiamo concludere dicendo che "A New Beginning" ha già iniziato a impostare in maniera piuttosto velata e intelligente le basi per un doppio canto del cigno che non dimenticheremo tanto presto.

Per confrontarvi con altri appassionati della serie, vi segnaliamo la pagina Facebook The Walking Dead Italia.

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