The Walking Dead 8x16, "Wrath" [finale di stagione]: la recensione
Ecco la nostra recensione dell'ultimo episodio dell'ottava stagione di The Walking Dead, intitolato "Wrath"
Questa volta si combatte per il futuro e si progetta qualcosa in previsione del fatto che i vivi debbano spalleggiarsi tra loro e contrastare la morte, proprio come accadeva prima dell'apocalisse. Carl se ne va lasciando un'eredità immensa, una saggezza che in nessun modo Rick avrebbe potuto fare nuovamente sua. Lo sceriffo che un tempo combatteva per la sua comunità si è trasformato negli anni in un uomo che ha perso troppo e quelle perdite sono aumentare a tal punto da essere impossibili da sopportare. Forse, però, il pensiero di avere a fianco a sé ancora una figlia e una donna da amare ha dato un significato reale a quelle parole. La fortuna di Rick è quella di non aver perso realmente tutto. Ma degli altri si può dire realmente la stessa cosa? Maggie ha perso il suo tutto: Glenn. Daryl ha realmente qualcosa per cui combattere? E Jesus? Forse di lui sappiamo ancora troppo poco. Per questi personaggi la guerra non è finita perché fino a quando non avranno fatto a pugni con le loro frustrazioni e i demoni interiori avranno sempre e solo un unico volto da incolpare: Negan, l'uomo con la mazza chiodata. Alcuni riescono ad andare avanti e altri no (questo è a tutti gli effetti l'unico conto in sospeso), rimane il fatto che The Walking Dead non aveva mai salutato il suo pubblico con un episodio così conclusivo.
Quando i Salvatori sono allineati sopra la collina con le loro armi e aprono il fuoco avviene un colpo di scena, atteso o non atteso questo è un altro discorso, ma è comunque qualcosa che stravolge tutto, che cambia il futuro. Un'azione così catastrofica, sebbene limitata a un numero non troppo elevato di persone, che modifica il destino di tutti e non solo dei buoni, se così vogliamo chiamarli. Dopotutto basta qualche gesto rivoluzionario per far nascere una nuova idea di pensiero. Prima la speranza di alcuni era Negan, ora la speranza di molti è ritornare a vivere come un tempo, ritornare a desiderare una parvenza di civiltà. Un'ambientazione suggestiva fa da contorno a un capitolo della storia di The Walking Dead anomalo ma con un'idea ben precisa, quella di rivoluzionare la storia a partire dalla nona stagione, quasi come fossimo di fronte a un futuro reboot dove a cambiare non sono i personaggi bensì le loro idee e le loro prospettive di vita.