The Walking Dead 9x15, "The Calm Before": la recensione
Ecco la nostra recensione del quindicesimo episodio della nona stagione di The Walking Dead, intitolato "The Calm Before"
The Walking Dead è un cerchio che si ripete e ripete all'infinito. Cambiano alcune dinamiche, entrano in scena nuovi personaggi ma fondamentalmente la storia è sempre la stessa: tragica e infernale. Ogniqualvolta i personaggi trovano un po' di pace e serenità, arriva sempre qualcuno a distruggere tutto. Sembra quasi che non si riesca a fare gola agli spettatori senza che ci sia qualcuno che debba lasciarci la vita. Proprio quando i consiglieri di Hilltop, Alexandria, Oceanside e Il Regno trovano il modo di sigillare il tanto atteso trattato di pace, I Sussurratori danno il meglio di loro (o sarebbe meglio dire il peggio). Nel corso dei 57 minuti (durata maggiore rispetto agli altri episodi di questa stagione) succedono diverse cose apparentemente sconnesse ma che entro la fine dell'episodio trovano modo di ricomporsi come pezzi di un puzzle: diverse scene mostrano gli ospiti della Fiera felici e impegnati a progettare il futuro, a parlare come una grande famiglia. Si gioca, si passeggia tra le bancarelle ma non cambia il fatto che siamo di fronte al penultimo episodio stagionale di una serie televisiva ambientata in un mondo post-apocalittico. Inoltre, I Sussurratori, fino ad ora, non avevano mai realmente dimostrato di essere temibili e di conseguenza era piuttosto prevedibile che da un momento all'altro si sarebbe scatenato l'inferno.
Le cose sarebbero andate ancora peggio se il massacro fosse avvenuto al cinema, durante quella tanto attesa proiezione. Ma quello sarebbe stato più tipico per i Salvatori. I Sussurratori sono ingegnosi, si muovono nell'ombra e sono loro stessi l'ombra di qualcos'altro - o di qualcun altro. Progettano un piano elaborato facendo credere che Hilltop avesse bisogno immediatamente di loro e questo farà sì che i più forti si allontaneranno per primi così da lasciare scoperta la Fiera del nuovo Inizio. Addirittura la regia decide di non farci assistere al dramma, proprio perché è importante che questa volta chi osserva arrivi a ragionare nello stesso modo in cui ragionerebbero i Sussurratori. Passa in secondo piano persino la tanto attesa reunion di Daryl, Carol e Michonne: c'è qualcosa in questa spedizione che non torna e l'odore di una trappola colossale è più forte che mai.
Nel momento in cui il pubblico assiste progressivamente alle dieci tragiche morti, la regia e il montaggio si uniscono nel migliore dei modi per mostrare le vittime dalla meno importante alla più importante in termini di affezione (Ozzy, Alec, DJ, Frankie, Tammy, Addy, Rodney, Enid, Tara e infine Henry). Un colossale e straziante colpo di scena che in men che non si dica verrà liquidato da ciò che verrà dopo. L'ansia che tra quelle teste potesse esserci quella di Ezekiel ha fatto sì che il pubblico dopotutto tirasse un sospiro di sollievo. La speranza continua ad essere alla base dei protagonisti di questa serie ma lo sconforto e il pessimismo sembrano avere sempre la meglio. Detto ciò, The Walking Dead questa volta sembra non volersi fermare troppo ai convenevoli e addirittura manda in avanti il tempo, a quando ormai l'inverno è alle porte.
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