The Walking Dead 8x14, "Still Gotta Mean Something": la recensione

Ecco la nostra recensione del quattordicesimo episodio dell'ottava stagione di The Walking Dead, intitolato "Still Gotta Mean Something"

Condividi
Spoiler Alert
I veri nemici di The Walking Dead, ancora una volta, non sono gli erranti bensì i demoni non tangibili che albergano in ognuno dei personaggi. Questa peculiarità ha reso la serie diversa rispetto ad altri prodotti di genere, specialmente perché si è sempre concentrata sull'emotività di ogni singolo soggetto presente nel quadro, più che sul resto. L'azione, gli elementi splatter, le dinamiche di guerra e gli scontri fisici sono le giunture di una grande macchina che funziona soprattutto per il suo cuore, che è chiaramente composto da tutte quelle caratteristiche psicologiche che compongono i protagonisti. Sebbene la sopravvivenza sia l'obiettivo principale di ognuno di loro, i fantasmi del passato e i conti in sospeso mandano fuori strada gli eroi di questa storia, complicando così un lavoro che dopotutto non sarebbe così complesso, soprattutto se a combattere si è in gruppo. Forse, l'unico che prima del suo ingresso in scena stava tranquillamente perseguendo l'obiettivo era Ezekiel; ma poco dopo è arrivato Rick e a quel punto anche l'uomo pacifico e la sua tigre sono stati condannati. Il conto arriva per tutti e "Still Gotta Mean Something" parla di questo: Negan, Rick, Morgan, Carol, Maggie, Henry, Daryl, Rosita, Tara, Michonne hanno tutti perso qualcuno e quella perdita si è trasformata nelle persone che sono ora, perlopiù violente e prive del coraggio per guardare in faccia alla speranza. Ognuno di loro prima o poi finirà per fare i conti con se stesso e a guardare alle sue tristi azioni mortificato e dilaniato. Forse tutta questa angoscia interiore non esisterebbe se i protagonisti fossero nati già in un mondo così devastato, ma il paragone con ciò che hanno perso prima dell'apocalisse ricorda loro in continuazione quello che non potranno più avere.

In questa seconda parte dell'ottava stagione, gli autori stanno facendo una cosa sola: condurre tutti a riflettere sul messaggio di Carl, persino lo stesso Negan di riflesso sta cambiando e sta mostrando agli spettatori e a se stesso dopo diverso tempo le sue sfumature, che lo rendono tra l'altro molto più interessante rispetto al solito. Dovrà pur esserci qualcosa dopo, dovrà pur significare qualcosa!

Michonne è già su quest'onda di pensiero e così come un tempo Andrea riuscì a salvarla, ora la donna con la katana sta cercando di aiutare l'uomo che ama. Tara dopo diverse dimostrazioni è riuscita a perdonare Dwight, mostrando un lato di lei più clemente. Rick e Morgan stanno sfogando il loro dolore e si vendicano uccidendo i prigionieri fuggiti da Hilltop, senza neanche pensare un secondo alle parole di Alden, il quale aveva consigliato a Rick di portare indietro con sé gli evasi dando loro un'altra chance. Carol sta tornando a guardare al passato e alla donna che era prima, e solo attraverso questo grande gesto coraggioso è riuscita a ritrovare Henry, nonostante la parte più cinica e ferita di lei fosse convinta della sua morte. Jadis è un personaggio che il pubblico sta imparando a conoscere e questi ultimi episodi sono stati fondamentali per capire meglio la sua identità. C'è molta fragilità in lei e la sua corazza (fatta di tutti quei materiali presenti nella discarica) si è lentamente trasformata in carta velina. Le dinamiche tra lei e Negan sono state piuttosto commoventi, sebbene qualche scena sia stata girata in maniera un po' approssimativa, ma ciò che entrambi fanno è parlare finalmente di se stessi. I due si raccontano attraverso le proprie memorabilia e il gesto di lasciarsi andare e non ferirsi ulteriormente ha significato qualcosa di importante. Se all'inizio Jadis si era mostrata antipatica e inutile, ora sarebbe assurdo non sperare in un suo ingresso nella storia sotto un'altra luce.

Dopo aver commesso quelle azioni spietate insieme a Morgan, Rick torna da Michonne dispiaciuto di non averle dato retta e forse pronto per leggere le parole di suo figlio. Ma come tutti gli uomini, anche il protagonista di The Walking Dead per superare un lutto e fare pace con il proprio dolore deve muoversi in continuazione così da non soffermarsi a pensare. Nel frattempo le allucinazioni di Morgan continuano senza sosta ma questa volta uno dei suoi fantasmi torna in vita, infatti con il ritorno di Henry in carne e ossa, il dolore e la rabbia di un padre che non ha saputo salvare suo figlio può finalmente mutare.

Nonostante siano stati fatti passi avanti più sul versante emotivo dei personaggi, anche la storia con questo episodio ha regalato qualche sorpresa. Innanzitutto abbiamo capito che una nuova storyline si prepara a prendere il volo, in senso letterale visto l'arrivo di quell'elicottero che Jadis tanto sperava di attirare a sé. Negan è pronto per riprendere la sua posizione al rifugio e adesso è interessante capire chi sia salito in macchina con lui. Nel mentre Rosita e Daryl sono pronti per attaccare la fabbrica dove si stanno producendo i proiettili, anzi sarebbe meglio dire che sono pronti per fare fuori il fabbricante, ossia il vigliacco Eugene.

In un mondo dove nessuno ha più voglia di dare il buon esempio perché privato dei propri figli, c'è qualcuno che sta cercando di risollevarsi dalle sabbie mobili per ritornare a vivere. L'augurio è che si faccia il più in fretta possibile perché tutta questa costante analisi interiore di ognuno dei personaggi potrebbe tornare a stravolgere in negativo quanto di buono la seconda parte dell'ottava stagione era stata in grado di costruire. La sostanza c'è stata, il ritmo meno, ma nonostante tutto le aspettative sono ancora alte per gli ultimi due episodi.

Per confrontarvi con altri appassionati della serie, vi segnaliamo la pagina Facebook The Walking Dead Italia.

Continua a leggere su BadTaste