The Walking Dead 8x11, "Dead or Alive Or": la recensione

La nostra recensione dell'undicesimo episodio dell'ottava stagione di The Walking Dead

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In un episodio piuttosto di passaggio, Negan fa percepire tutta la sua frustrazione dimostrando di essere stanco di aspettare. Se più volte in passato aveva detto che le persone sono una risorsa e che andrebbero guidate, questa volta ha un’idea talmente sconcertante e assoluta contro i suoi nemici da far rabbrividire perfino Jadis e la sue confetture di marmellata agli zombie.

Ma a dare il via a tutto è un pensiero che Eugene usa in sua difesa per tranquillizzare Negan. Quest’ultimo ordina al genio infame di produrre il più velocemente possibile la quantità di proiettili necessaria a portare alla distruzione di Rick e del popolo di Hilltop.

Ed è proprio nel regno precedentemente governato dal debole Gregory che Maggie, sempre più in ansia per le reazioni di cibo, sembra perdere le speranze. La donna è preoccupata e riceve solo notizie poco rassicuranti. Con uno sguardo attento ma demoralizzato osserva le tristi dinamiche tra Carol, Morgan e il piccolo Henry. Quest’ultimo guarda incattivito i prigionieri di Hilltop, in attesa di scoprire chi tra di loro sia il colpevole della morte di suo fratello. Ciò che Henry non sa, almeno fino alla fine dell’episodio, è che l’assassino è gia stato abbattuto dalle sue stesse piccole mani poche ore prima.

Nel mentre, Daryl, Tara e Rosita e gli altri sopravvissuti di Alexandria si fanno strada tra le paludi per raggiungere Hilltop sotto consiglio di Dwight. Alcuni fanno fatica a fidarsi dell’ex Salvatore, in particolare Tara che non si fa scrupoli a dire che lo vorrebbe morto più di ogni altra cosa. Le dinamiche tra loro due non sono nuove per The Walking Dead ma questa volta il processo viene accelerato e mentre Daryl va alla conquista delle paludi uccidendo quanti più erranti possibili, Tara minaccia Dwight, lo mette alle strette fino a che quest’ultimo non è costretto a unirsi a un gruppo di salvatori che era alle loro calcagna per dimostrare fiducia alla ragazza. Dwight, sebbene sia chiaramente dalla loro parte, non merita di certo il perdono. L’uomo ha ucciso a sangue freddo Denise e il fatto che per una sua perdita sia stato costretto ad allearsi con Rick e gli altri non fa di lui un martire. Successivamente Tara deve spiegare il motivo delle sue azioni giustificando la rabbia che l’ha portata a puntare una pistola alla tempia dell’uomo e a farlo scappare. Cerca così di tranquillizzare un Daryl arrabbiato e deluso dalle sue scelte, ammettendo di aver visto con i suoi stessi occhi Dwight depistare i suoi ex compagni facendogli prendere una strada lontana dalla palude.

In tutto questo assistiamo anche alla fuga di un sempre più malconcio padre Gabriel e del lamentoso e sfiduciato Dott. Carson. I due, persi tra i boschi e con una macchina ormai non più funzionante, si ritrovano a percorrere strade incerte fino a che di fronte a loro non compare una casa. La loro storyline, oltre a essere particolarmente snervante e mal costruita, presenta momenti talmente comici che risultano inverosimili. Un uomo di Dio e un dottore che sfidano la sorte. Gabriel è convinto che ci sia un percorso da seguire e che Dio possa essere la luce guida degli eventi del futuro. Per tutto il pomeriggio Carson gli va contro e non capisce come il suo compagno di viaggio possa avere così tanta speranza alla luce della sua imminente cecità. Ma la fortuna sembra essere dalla parte del prete: all’interno della casa trovano degli antibiotici e per puro caso un mazzo di chiavi di una macchina e una mappa aggiornata, oggetti pronti a condurli a Hilltop. Ma ovviamente dopo la luce arriva sempre il buio, infatti i due vengono rapiti da alcuni Salvatori. Proprio quando Carson si convince del fatto che Dio stesse indicando loro la via, il dottore si arma di coraggio e sfila dalla tasca di un nemico una pistola giusto in tempo per attirare l’attenzione su di sé e farsi uccidere. C’è sempre un motivo per cui le cose succedono: ecco quindi che il dottore viene sostituito da Saddiq che, esperto di medicina, una volta arrivato a Hilltop regala un po' di speranza anche a Maggie.

Lo scorso episodio sembrava volesse correre il più velocemente possibile, ma non avevamo considerato il fatto che siamo solo all’undicesimo e questo, purtroppo, rappresenta un freno per tutte quelle cose belle che l’ottava stagione di The Walking Dead avrebbe potuto regalarci se fosse durata solo 12 episodi.

Nonostante si sia trattato di un episodio filler, sarebbe assurdo non riconoscere che qualitativamente parlando siamo al di sopra della prima parte dell’ottava stagione, costellata da errori di montaggio e tempi morti ingiustificati. Sebbene non sia successo nulla di decisivo in questi quarantacinque minuti, i toni in contrasto con cui sono state affrontate le varie sottotrame hanno dato ritmo al tutto, rendondo più originale un episodio nato come semplice filler.

Niente di decisivo quindi, ma sicuramente qualche momento significativo c’è stato, a partire dalla commovente reazione di Enid alla scoperta della morte di Carl, fino al promettente discorso finale di Negan, che stavolta ha intenzione di trasformare i suoi nemici viventi in nemici zombie. Le aspettative per un finale splatter e movimentato ci sono tutte. Eugene consiglia catapulte di budella e Negan contrattacca ideando qualcosa di più mortale e che abbia come ingrediente principale il sangue infetto degli zombi. Sembra che finalmente gli autori abbiano trovato il modo di rendere nuovamente gli erranti i protagonisti di questa storia, proprio come ai vecchi tempi.

Entro la fine dell’episodio tutti i sopravvissuti che contano sono giunti a Hilltop: quale sarà la prossima mossa di Rick e gli altri?

Vi ricordiamo che The Walking Dead 08x11, "Morti o vivi o..." è andato in onda in Italia su FOX il 12 marzo. Trovate tutte le notizie sulla serie e le nostre recensioni nella scheda.

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