Diviso in capitoli, questo nuovo episodio di
The Walking Dead ci racconta in modo insolito le azioni che hanno portato alla distruzione del popolo della discarica. Ma prima, alcune svolte narrative inaspettate fanno da traino a un commovente e straziante finale. Mentre gli affranti Michonne e Rick lasciano definitivamente Alexandria, Aaron e Enid vengono intrappolati e successivamente rilasciati dal gruppo delle donne di Oceanside. I due non riescono a convincere Cyndie e le altre compagne a unirsi alla loro battaglia e vengono cacciati via. Ma Aaron non intende arrendersi e rinvia il suo ritorno a casa lasciando andare solo Enid, che ora ha il compito di avvertire Maggie del suo piano. Una storyline al momento ancora poco accattivante ma che potrebbe rivelarsi decisiva per quella che si prospetta essere una battaglia diversa dal solito, o almeno questo è l’auspicio. Una volta in viaggio, Rick decide di dirigersi da Jadis. Ancora in grado di reggere l'atteggiamento ambiguo della donna, l’uomo torna nella discarica con l’obiettivo di ristabilire una coalizione. Michonne ha con sé le lettere scritte da Carl e mentre lei sembra essere pronta a leggerle, Rick preferisce aspettare il momento giusto.
Una volta giunti alla discarica, i due vengono sorpresi da un’orda di zombie: qualcosa è andato storto, ma inizialmente il pubblico viene portato a credere che si tratti di una trappola messa in piedi da Jadis.
Nel mentre Negan e Simon affrontano una conversazione dai toni accesi: mentre il capo dei Salvatori ha come strategia quella di continuare a salvare le persone sottomettendole, Simon è stanco di perdere e di lasciare che gli altri gruppi si prendano gioco di loro. Negan pretende che le cose continuino nel modo in cui sono iniziate e manda Simon a riscuotere le armi da Jadis con il solo scopo di rimetterli in riga, tant’è che lo avverte di non uccidere più di una persona sola. Ma una volta arrivato lì Simon, accecato dalla rabbia, fa fuori ogni membro della discarica lasciando Jadis da sola e senza armi. “The Lost and Plunders”, questo il titolo dell’episodio, è più scorrevole del previsto e sorprende presentando azioni che nessuno si sarebbe aspettato di vedere così in anticipo. Nel corso dei suoi quarantaquattro minuti di durata, tre personaggi chiave mostrano ombre e fragilità che fino ad ora non si erano manifestate, quantomeno non in questo modo. Jadis racconta del suo passato e di ciò che l’ha spinta a creare un gruppo di persone simili a lei, lì dove un tempo andava solo per dipingere. Troviamo una persona di poche parole trasformarsi in una vittima che, ormai smascherata dalla triste realtà, viene costretta a denudarsi di fronte a Rick e Michonne chiedendo perfino aiuto. Rick, una volta arrivato sul posto, capisce che il popolo della discarica non può più aiutarlo e per questo decide di lasciare indietro Jadis, che più volte in passato si era presa gioco di lui.
David Boyd dirige un episodio impegnativo, talmente crudo e difficile che ha la forza di allontanarsi da tutta quella serie di capitoli post-mortem a cui la serie ci aveva abituati. Mentre ci aspettavamo ritmi lenti e personaggi talmente addolorati da rimanere impassibili, The Walking Dead regala al suo pubblico un episodio ricco di dettagli, ingegnoso nelle idee e talmente essenziale per la stagione da dare nuova linfa vitale a quel senso di attesa che si era sopito. Dopo essere stata lasciata da sola, Jadis è costretta a sopravvivere commettendo un'azione talmente eccessiva da risultare drammaticamente geniale: la donna attira l’orda di erranti, che qualche minuto prima erano i suoi compagni, in un tritatutto abbastanza grande da disintegrarli tutti in qualche istante. Una scena talmente splatter da risultare divertente ma che in contrasto con quello sguardo triste e inedito di Jadis funziona più che bene. Il pubblico viene portato a guardarla con occhi diversi, specialmente dopo che qualche minuto prima si era aperta a Rick e Michonne. Una volta completata la transizione da errante ad ammasso di carne trita, Jadis apre uno scatolone pieno di barattoli di succo di mele a lunga conservazione e inizia a berne uno fissando un punto e facendo intuire la gestazione di un piano vendicativo. L’idea che la donna abbia in mente di muoversi seguendo le orme di Hannibal Lecter o Sweeney Todd non è da considerarsi impossibile, anzi potrebbe rivelarsi un colpo di scena piacevole anche se non proprio originale.
Grazie a “The Lost and Plunders” anche la caratterizzazione del personaggio di Negan procede di un altro livello o perlomeno rivela quello che già da un po’ di tempo il pubblico aveva iniziato a predire. In un certo senso, l'uomo mostra il suo lato più clemente, più rispettoso nei confronti del genere umano. Questo non lo nobilita di certo ma quantomeno è possibile notare come la sua personalità non sia solo impregnata di odio e insensibilità. In effetti Negan non viene mai rappresentato come un voltagabbana o un traditore, bensì come un villain che se stuzzicato tira fuori il peggio di sé. La sua dittatura fa morti quando qualcuno inizia a ribellarsi. Contemporaneamente, Simon mostra una spietatezza che certamente va in contrasto con il pensiero più volte espresso da Negan. Il fatto che ci siano dei contrasti anche all’interno di una stessa coalizione non può far altro che arricchire il futuro della serie.
L’episodio si conclude con un confronto via radio tra Negan e Rick dove quest’ultimo informa la sua nemesi della morte di Carl. Lo spietato con la mazza chiodata dimostra di essere realmente dispiaciuto; ma non si fa in tempo a restare colpiti da questa reazione che l'uomo inizia a tirare fuori parole talmente affilate da arrivare dritte nel cuore di Rick, parole convincenti che presentano la sua versione dei fatti che vedrebbe in Rick il vero colpevole della morte di suo figlio per via della sua mancata razionalità.
Carl avrebbe voluto tanto che suo padre si arrendesse e che Negan smettesse di attaccare senza pietà: a primo acchito, però, sembra che una guerra fondata sull’odio e il risentimento stia nascendo più grande che mai.
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