The Walking Dead 8x06, "The King, the Widow, and Rick": la recensione

Ecco la nostra recensione del sesto episodio dell'ottava stagione di The Walking Dead intitolato "The King, the Widow, and Rick"

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Spoiler Alert
Se gli ultimi due episodi ci avevano fatto ben sperare per il futuro, questo sesto capitolo dell'ottava stagione di The Walking Dead ci ha riportati tristemente alla realtà. Sembra impossibile ma siamo già a quel punto in cui giustifichiamo episodi di questo tipo perché utili a costruire la tensione verso il midseason finale. Ma una sceneggiatura imprecisa e una progressione negli eventi quasi invisibile hanno reso "The King, the Widow, and Rick" oltre che un episodio filler anche piuttosto noioso e prevedibile. Alcuni personaggi decidono di prendere l'iniziativa e di uscire dal proprio recinto per cercare qualcosa da fare con l'intento di movimentare un po' la situazione. Dopo una prima parte riassuntiva nella quale le figure principali leggono lettere di aggiornamento sullo stato delle cose, The Walking Dead si prende la briga di narrare delle vicende che potevano essere raccontate in pochi minuti e altre che potevano essere tranquillamente eliminate, quantomeno per togliere la miriade di tempi morti. Rick ci riprova con gli Scavangers e torna da Jadis per offrirle un nuovo patto; la donna al contrario dello sceriffo con pochissime parole finisce per zittirlo, lo offende, gli dà del logorroico e infine lo incatena nudo all'interno di un container. Sicuramente Rick ha in mente un piano più strutturato al quale noi spettatori non abbiamo ancora avuto il privilegio di accedere. Il re Ezekiel è in lutto per la morte di Shiva (che invece farà brindare i produttori per il risparmio sul budget) e, fuori dal suo tempio, Carol è irrequieta e in attesa di capire quale sia la prossima mossa da fare. È chiaro già dai primi secondi che tutta questa situazione la porterà a entrare dentro il suo rifugio per fare il miglior discorso d'incitazione possibile. Nel mentre gli autori decidono di farle passare qualche istante con Henry, catapultandoci in un loop nel quale l'impavida donna urla all'ennesimo ragazzino che non vuole essere seguita. Ma tutto questo le serve da monito, un impulso che la porta a sfidare l'isolamento del Re, il quale non sembra essere ancora pronto per ritornare a guidare il suo Regno.

La vedova Maggie è invece alle strette, prima con Jesus e poi con Gregory. I Salvatori sono stati fatti prigionieri a Hilltop e mentre "l'angelo" consiglia alla donna di farli entrare, "il diavolo" le fa capire quanto possano risultare d'intralcio in un futuro non poi così tanto prossimo. Fortunatamente Margaret, chiamata così anche da Gregory, non rinnega la sua essenza e decide di fare di testa sua, sebbene inizialmente sembri preferire la strategia del buon Jesus. I Salvatori possono essere una buona merce di scambio per riavere indietro qualcuno dei loro, e mentre qualche losca figura progetta una rivolta, Aaron ed Enid decidono di lasciare Hilltop per andare a risolvere qualche problema in giro per le strade e la giustificazione dell'improvvisa rinascita di questi due personaggi sembra essere solo l'esigenza di vincere. Non ci resta che vedere in che modo gli showrunner decideranno di manovrare queste due figure dall'importanza discontinua all'interno di un puzzle sempre più indefinito.

In tutto questo ritroviamo anche Carl, che è ancora alla ricerca del ragazzo che suo padre fece scappare dalla paura. Il giovane ha bisogno di fare del bene e il suo percorso, diametralmente opposto a quello della scorsa stagione, fatica a trovare la giusta strada. Una volta recuperato nei boschi il fuggitivo, Carl si trasforma in suo padre e cerca di comprendere attraverso quelle fatidiche domande se Saddiq sia il candidato ideale per entrare a far parte della sua comunità. Dopo una citazione in onore di sua madre Lori, Carl capisce di essere responsabile per il ragazzo una volta che lo vede combattere al suo fianco senza fuggire. Comprendere come questo possa congiungersi con il resto della storia o anche solo attirare in qualche modo lo spettatore sembra essere un esperimento ancora troppo complesso. Del resto The Walking Dead non riesce sempre a unificare i vari percorsi dei personaggi e a volte il pubblico risente di questo anche per via di un uso sempre più imperfetto della linea temporale e di conseguenza di un montaggio sconclusionato e indeciso. In definitiva, ciò che più ha funzionato in questo episodio è quell'allarme nella testa di Michonne che l'ha condotta, in compagnia di Rosita, all'interno di un avamposto popolato da due persone: Leo e Zia. Il primo salta per aria e la seconda rimane uccisa furiosamente da un sempre più letale Daryl. Cos'hanno scoperto Michonne, Rosita, Tara e Daryl rimane un mistero, quello che possiamo fare noi è fidarci di quest'ultimo che chiude la scena dicendo che c'è ancora molto da fare.

Per confrontarvi con altri appassionati della serie, vi segnaliamo la pagina Facebook The Walking Dead Italia.

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