The Walking Dead 9x03, "Warning Signs": la recensione

Ecco la nostra recensione del terzo episodio della nona stagione di The Walking Dead intitolato " Warning Signs"

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Nonostante il ritmo alle volte poco incalzante, la ridondanza degli eventi e di conseguenza tutti i difetti di cui abbiamo sempre parlato, The Walking Dead questa volta porta lo spettatore di fronte a qualcosa di nuovo, e vista la direzione presa dagli autori durante le ultime due stagioni, la strada che la nuova showrunner Angela Kang ha deciso di percorrere sembra per ora essere la migliore, la più plausibile per riparare ai danni e anche la più entusiasmante da diverso tempo. Dimentichiamoci di quello che avremmo voluto vedere così come dovremmo scordarci del fatto che è di una serie con degli zombie di cui stiamo parlando. Loro sono solo un pretesto, lo sono sempre stato. E "Warning Signs" lo dimostra piuttosto chiaramente. L'episodio è interessante perché sembra essere quasi un procedurale: questa volta a far riunire i nostri eroi è il caso della morte di Justin, il salvatore combina guai che Rick aveva cacciato da Alexandria per cattiva condotta alla fine dello scorso episodio. E mentre noi credevamo che fossero stati gli Whispers ad ucciderlo, entro la fine di questo episodio scopriamo che la colpa della sua morte - e successivamente anche quella di Arat - va data al gruppo delle donne di Oceanside. La sorpresa non sta nello scoprire il colpevole, soprattutto perché nessun personaggio proveniente da quel gruppo ha mai realmente lasciato il segno, bensì nella scena in sé, per il modo in cui è costruita e soprattutto perché è un ottimo modo per gli sceneggiatori di affrontare l'argomento da un punto di vista pratico.

Sono ormai tre episodi che Rick parla fiero e speranzoso della sua idea di pensiero, del suo desiderio e anche quello di Michonne di arrivare a far capire a tutti che c'è un motivo dietro a quello che stanno costruendo. Il ponte è l'inizio per un nuovo futuro e Rick è così convinto che questa sia la strada giusta da percorrere a tal punto da aspirare a un figlio. Nella sua mente tutto sta cambiando e nonostante venga messo sotto pressione in ogni modo, lui continua imperterrito a dire: "Ogni vita conta adesso". Proprio per questo motivo la scena finale è molto forte: Cyndie mentre implora Daryl e Maggie di lasciarle uccidere l'ultima carnefice che le ha distrutto la vita e ucciso la famiglia dice una cosa molto importante, ossia che dopo la decisione presa da Maggie riguardo il destino di Gregory, in tanti si sono resi conto che non esistono solo le regole di Rick. Troppe persone hanno perso qualcuno di importante e il desiderio di vendetta è un emozione oltre che forte anche irrefrenabile, specialmente in contesto post-apocalittico. Mentre la vittima implora pietà, Maggie continua ad ascoltare la storia straziante di Cyndie e ad alimentare il suo senso di disgusto verso tutti coloro che l'hanno fatta soffrire. In quel momento, Arat rappresenta simbolicamente l'idea del cambiamento, del perdono e della trasformazione, quindi in poche parole l'ideologia di Rick, mentre il gruppo di Oceanside è un insieme di rancore, dolore e quel canale ancora in collegamento con il passato. Maggie e Daryl quel passato non l'hanno dimenticato e non hanno nessuna intenzione di farlo, sebbene la stessa Maggie prima di arrivare di fronte alla risoluzione del mistero dica a Daryl che quello che sta facendo Rick è giusto per il futuro, soprattutto per Hershel.

Chi in mezzo a tutto questo caos ancora non riesce ad ambientarsi e continua ad essere malvista è Anne/Jadis, che dopo aver iniziato una "relazione" con Padre Gabriel si ritrova costretta a tradire coloro che l'hanno accolta, nonostante lei sia stata una voltagabbana in più occasioni. Forse non conosceremo mai tutti i sacrifici che Jadis ha fatto per il popolo della discarica per far funzionare le cose, ma quello che scopriamo in "Warning Signs" è l'unico tassello necessario ai fini della storia e forse anche quel ponte per tutto quello che verrà. La donna torna nella sua vecchia discarica per mettersi in contatto con gli uomini dell'elicottero. Tra di loro vi sono state già delle collaborazioni (vendita di alcune persone in cambio di provviste) e la stessa Jadis poi ammette a Padre Gabriel, che si è trovato costretto a seguirla perché possibile colpevole della morte di Justin, di aver fatto delle cose tremende per sopravvivere. Mentre la donna parla con l'uomo dell'elicottero, i due comunicano tra di loro attraverso un linguaggio in codice come ad esempio: "Hai una A o una B?" (Alpha e Beta? - I fan dei fumetti potrebbero aver capito a cosa alludiamo). E infine quando la donna è obbligata a mettere a tacere Gabriel, lei lo colpisce esclamando: "E io per tutto questo tempo pensavo fossi una B". Per ora non sappiamo come proseguirà la vicenda ma solo che questa side-story con Jadis e Gabriel era iniziata col piede sbagliato per poi proseguire nel modo migliore, disintegrando quell'avvicinamento forzato tra i due nato per sbaglio nel corso dello scorso episodio che proprio non avevamo capito.

Per confrontarvi con altri appassionati della serie, vi segnaliamo la pagina Facebook The Walking Dead Italia.

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