The Walking Dead 7x15, "Something They Need": la recensione

Ecco la nostra recensione del quindicesimo e penultimo episodio della settima stagione di The Walking Dead, intitolato "Something They Need"

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Enid all'inizio di questo episodio di The Walking Dead chiede a Carl se pensa mai a tutte le persone che ha ucciso in passato e lui con un tono sommesso le risponde annuendo, solo per poi spiegarle alla fine di pensare anche a tutte quelle persone che non ha avuto modo di uccidere. Ed è proprio su questo scambio di battute, apparentemente sconnesse e prive di significato, che si muove questo episodio. E seppur si tratta di un pre-finale di stagione privo di colpi di scena, "Something They Need" riesce a raccontare meccanismi triti e ritriti senza annoiare e con una certa coerenza.

Sasha dopo aver tentato di fare la kamikaze alla fine dello scorso episodio, si ritrova imprigionata nel covo dei Salvatori. Da qui passeranno diversi personaggi che si interfacceranno con lei, a partire da Negan che le offre di unirsi alla sua causa cercando di farle capire che un soldato come lei potrebbe tornargli utile per mandare avanti la baracca. Il solito discorso che Negan si è ritrovato a fare più volte ogni qual volta che qualcuno dei ribelli ha commesso un errore dettato solo dall'impulsività. Per assurdo, così come successo anche con Eugene, Negan offre sempre a tutti una possibilità: ogni persona che si trova di fronte ad una sua richiesta deve semplicemente comprendere se ha la forza di lasciare andare il passato e di guardare avanti verso una più rosea speranza di sopravvivenza. È un po' quello che ha scelto il genio del gruppo di Alexandria, e stando alle sue parole sincere e obiettive non lo si può certo biasimare. Infatti non ci aspettavamo una motivazione differente dal personaggio di Eugene e anche se non sappiamo cosa succederà realmente nel prossimo episodio e come reagirà allo scontro finale, ciò che adesso è più chiaro è il motivo delle sue scelte. Detto questo, è strano il modo in cui gli autori hanno costruito il personaggio di Negan prima dell'inizio della settima stagione e come poi lo hanno costruito nel corso della stessa. È senza ombra di dubbio un elemento cardine che ha mosso ogni personaggio verso azioni ben definite - basti pensare a Rick, ha stravolto la sua vita, lo ha indebolito e gli ha fatto perdere la speranza e poi attraverso diverse sfide ha fatto sì di invogliarlo a reagire. Ma se si giudica quello che abbiamo realmente visto da parte di Negan come personaggio, nel suo modo di reagire e di vedere le cose, nei dialoghi che lo hanno definito, lì le sorprese dall'inizio della stagione sono state ben poche, e questo episodio ne è la dimostrazione. Difetto o non difetto, fino ad ora Negan non ha di certo incantato per originalità, nonostante l'interpretazione di Jeffrey Dean Morgan sia stata sempre coerente con se stessa seppur molto spesso troppo enfatica. Dopo le dichiarazioni di Eugene, Sasha prova ad usarlo cercando di fargli capire che ha bisogno del suo aiuto per far sì che Negan non possa servirsi di lei per ferire i suoi amici, e l'unico modo per far sì che questa cosa non avvenga è il suicidio. Di tutte le cose che Sasha chiede a Eugene di portarle (pistola, lametta o pezzo di vetro), quest'ultimo tornerà solo con un'unica pillola di veleno, creata da lui stesso. E seppur è tangibile il nervoso provato da Sasha in quel momento, incongruentemente il gesto di Eugene è un modo per ricordarle che le scelte da lui fatte non avrebbero mai in nessun modo ferire i suoi amici.

La nota più stonata di questo episodio è l'arco narrativo che corrisponde a Maggie e a Gregory. Non ci viene raccontato nulla di nuovo rispetto al personaggio di lui, così come non si comprende l'atteggiamento passivo di lei, ormai dedita in tutto e per tutto alla cura di Hilltop. Gregory ha un piano ben preciso, è un personaggio particolare e difficile da definire con un solo aggettivo. Le sue azioni sono immotivate così come le intenzioni del personaggio, sintomo di una sceneggiatura piuttosto debole. Nel frattempo Tara racconta la verità a Rick e conduce tutti verso Oceanside (e con questo arrivano anche gli erranti con addosso alghe e conchiglie). Tutto quello che accadrà con Cyndie, Natalia e le altre donne del popolo tutto al femminile è semplicemente godibile, ma ancora una volta sono eventi che non sbalordiscono. Non ci sono intrighi, colpi di scena, le battute sono lineari e servono a far capire il bisogno da parte di Rick delle armi e niente più. Lo scontro con gli zombie è incalzante ma non alimenta affatto il fattore suspense, ormai perso già da un po'. Tutto questo perché l'immaginazione da parte dello spettatore è già altrove e ogni cosa che viene raccontata in questo episodio è l'ennesimo passo da parte del gruppo di Rick di accaparrarsi le armi per attaccare Negan e i Salvatori. Ma al momento il pubblico non ha nulla in mano, né un accenno di piano né un'ipotetica strategia. Sarebbe stato più interessante invogliare il pubblico a ciò che verrà, magari includendo anche qualche scena con il Regno, visto che molto probabilmente nel prossimo episodio Ezekiel avrà un ruolo chiave. In conclusione "Something They Need" non splende per inventiva e non ha lo scopo terrorizzare né di incutere ansia nello spettatore, cosa che invece era successa nel penultimo episodio della sesta stagione, dove il livello di tensione era piuttosto alto, anche in vista dell'arrivo di Negan. Quello che è certo è che Rick è tornato quello di un tempo, pronto a tutto pur di difendere la sua gente e l'arrivo di Dwight, in linea con quanto raccontato dal fumetto, sarà inevitabilmente un ingranaggio che porterà valore ad una stagione costellata di alti e bassi.

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