The Walking Dead 7x13, "Bury Me Here": la recensione
Ecco la nostra recensione del tredicesimo episodio della settima stagione di The Walking Dead, intitolato "Bury Me Here"
"Bury Me Here" è un capitolo ben costruito che si muove in due direzioni ben distinte. Molte delle cose che erano in stallo trovano modo finalmente di svilupparsi, a partire dagli atteggiamenti di chiusura di Morgan e Carol, due figure essenziali che hanno faticato a mostrare nel tempo un minimo cenno di cambiamento. Era chiaro che a smuovere il tutto ci sarebbe stato Richard, un uomo determinato e disposto a fare qualsiasi cosa pur di vendicare la sua famiglia. Quest'ultimo pianifica tutto a dovere e nonostante il pubblico sia conscio del fatto che dietro a quell'errore ci sia il suo zampino la tensione aumenta, c'è sempre qualcosa di nuovo ed entusiasmante dietro l'angolo: è questo il modus operandi perfetto per costruire un episodio di The Walking Dead. Benjamin muore a causa del piano andato a male di Richard, Morgan si vendica di quest'ultimo accusandolo della morte del giovane, Carol si sveglia dal "coma" e inconsciamente capisce che è anche a causa sua se Benjamin è morto, anche se non c'è un minimo cenno di questo. Tre momenti di vera e propria suspense, che hanno come scopo quello di risvegliare dei personaggi che erano in letargo. La fragilità di Morgan è rimasta nascosta a lungo, e solo un evento del genere avrebbe potuto risvegliare in lui qualcosa. Forse è stato un po' troppo esplicito il momento in cui ha nominato suo figlio invece di Benjamin, ma comunque la rabbia repressa e quel senso di frustrazione sono usciti fuori, anche grazie alla buona interpretazione di Lennie James. Il modo violento e quasi incredibile con cui ha capito che era arrivato il momento di uccidere ha avuto una sua forza specifica non indifferente e la cosa ancora più interessante è che qualche minuto prima era stato proprio Richard ad avvertirlo che un giorno sarebbe dovuto ritornare ad uccidere - questa volta le sue armi sono state proprio le sue mani. Proprio come scritto all'inizio di questo paragrafo, l'episodio si muove verso due direzioni per i motivi sopracitati: Morgan prende il posto di Carol nella baita e quest'ultima dopo aver scoperto la verità su ciò che è successo realmente ai suoi compagni decide di dirigersi da Ezekiel per progettare un'idea di guerra. Mancano tre episodi alla fine della stagione e per cominciare ad intravedere l'inizio di un epilogo servivano proprio questi eventi drammatici quanto utili ai fini della storia. Una serie è intelligente quando usa i personaggi, in questo caso secondari, per muovere pedine più importanti a fare delle scelte decisive e che incutono quella curiosità nei confronti dello spettatore. Per molti questi sembreranno gli ennesimi piccoli passi, ma stavolta abbiamo intravisto qualcosa di più. Infatti anche il piano ben congegnato di Richard, nonostante porti alla morte di Benjamin, volge al suo termine nel posto desiderato, vicino allo zaino di sua figlia e vicino a quella fossa scavata da lui stesso che sarebbe dovuta diventare inevitabilmente la sua tomba.