The Walking Dead 7x11, "Hostiles and Calamities": la recensione
Ecco la nostra recensione del undicesimo episodio della settima stagione di The Walking Dead, intitolato "Hostiles and Calamities"
Negan cattura Eugene con lo scopo di ottenere da parte sua tutti quei servigi che solo un dottore del suo calibro può soddisfare. Dall'altro lato c'è Dwight che ancora una volta dimostra la sua misteriosità e quella serie di debolezze che lo rendono agli occhi del pubblico vulnerabile e codardo. Ma il gioco di questo episodio è proprio quello di far trasparire maggiormente la loro codardia, che apparentemente infastidisce ma che al tempo stesso conserva ben altro, o almeno questa è la nostra speranza. È innegabile il fatto che durante la visione di questo episodio si passi del tempo a ragionare sulle loro azioni e su quello che in futuro potrebbero fare. Al momento sembra convenire ad entrambi essere "Negan", ma quelle parole di Sherry non possono non aver significato nulla per Dwight. Vale lo stesso discorso per Eugene: pur non essendosi mai esposto troppo per i suoi compagni, è quasi impossibile immaginare che abbia già smesso di pensare a loro. Quindi è padrona l'idea che Eugene stia solo cercando il modo più conveniente a lui di sopravvivere pur non conoscendo il futuro degli eventi e pur non sapendo se mai qualcuno si degnerà di andarlo a salvare. L'intelligenza di quest'ultimo non va affatto sottovalutata e seppur il suo girovagare per la base dei Salvatori con in braccio un contenitore pieno di cetrioli può destare sgomento, lo sguardo preoccupato di fronte alle azioni sconsiderate di Negan nei confronti del dottore sono piuttosto significative. A quel punto decide di mettere da parte i mugugni e quei tremori che non fanno altro che infastidire Negan e sceglie di approfittare del suo "dottorato" giocando come un re.
Mentre tutto scorre verso una direzione, The Walking Dead ci regala una serie di scenette con Eugene e le mogli di Negan che almeno noi non dimenticheremo molto presto. Josh McDermitt mai come in questo episodio dimostra di aver capito il suo personaggio, la sua bravura sta proprio in quegli sguardi da psicopatico e in quella pacatezza nel parlare, un contrasto micidiale che provoca allo spettatore più di una reazione. Il piano malvagio delle mogli di Negan è quello di far creare al "secchione" Eugene una tossina in grado di uccidere in un colpo il villain. Eugene inizialmente accetta, convinto che la pillola sia per Amber, una delle mogli ormai intenzionata a farla finita. Poi qualcosa cambia nel momento in cui si rende conto di essere stato raggirato dalle tre, che ancora una volta dimostrano di essere stufe di vivere sotto il controllo del loro nefasto "marito". Insomma se non ci fossero gli zombie e quelle atmosfere degne di un buon direttore della fotografia, The Walking Dead potrebbe cominciare ad essere associato ad una soap opera, dove lettere nascoste, tradimenti e veleni fungono come elementi essenziali della storia. Alla fine scopriamo che è stata proprio Sherry a far fuggire Daryl dalla prigione, che stufa di sottostare al comando di Negan sceglie di fuggire via, ma solo dopo aver commesso un atto grave nei confronti dei Salvatori. Il fulcro di Hostiles and Calamities sta nella forte convinzione che Negan abbia tutto sotto controllo quando invece per la prima volta qualcosa sembri scivolargli via dalle mani. Difficile a dire quali possano essere le reali intenzioni di questi due personaggi, ma quello che possiamo dire è che i loro percorsi, apparentemente opposti, potrebbero rivelarsi scaltramente convergenti.Per confrontarvi con altri appassionati della serie, vi segnaliamo la pagina Facebook The Walking Dead Italia.