The Walking Dead 7x10, "New Best Friends": la recensione

Ecco la nostra recensione del decimo episodio della settima stagione di The Walking Dead, intitolato "New Best Friends"

Condividi
Decisamente un episodio molto strano, con un ritmo ancor più pacato rispetto al solito e con i personaggi, che mai come questa volta, si trovano in una bolla di confusione. L'unica cosa certa è che Rick ha bisogno di gente e di un piano che possa essere almeno un minimo soddisfacente così da poter iniziare una guerra contro i Salvatori. La midseason premiere di The Walking Dead della scorsa settimana, che per assurdo aveva aperto la strada ad un futuro più interessante, si era conclusa con l'arrivo di Rick e del suo gruppo in un'enorme discarica. Il sorriso finale di Rick aveva preannunciato il meglio e il peggio allo stesso momento. Oltre il movimento delle labbra del leader di Alexandria abbiamo trovato un nuovo gruppo di apparenti "nemici" che con il giusto discorso di convincimento sarebbero potuti diventare amici. La leader è una certa Jadis, una donna piuttosto bizzarra che il più delle volte comunica con la sua gente attraverso dei gesti. Sin dal primo istante fa sorridere, e non spaventa, sicuramente per via del suo particolare taglio di capelli (il suo viso ricorda vagamente la Milla Jovovich che interpretava Giovanna d'Arco nel film di Luc Besson). Jadis dopo aver ascoltato il discorso di Padre Gabriel, finalmente svegliatosi dal letargo, decide di dare una possibilità a Rick provando a prendere in considerazione le sue implorazioni. Quest'ultimo parla dei Salvatori, racconta del loro modo malato di interagire con le persone - insomma Rick cerca in tutti i modi di spaventare questo gruppo di sopravvissuti senza tempo. Sì perché a partire dai loro movimenti, e dal loro modo di comunicare, il gruppo della discarica sembra venire direttamente da un mondo post apocalittico stile Mad Max: tant'è che prima di accettare di collaborare con Rick e il suo gruppo, Jadis cerca di capire la loro affidabilità lanciando Rick dalla cima della discarica per poi lasciarlo combattere contro uno zombie corazzato di lamine e spuntoni di metallo di nome Winslow. Una scena da b movie che ha ricordato vagamente i toni di "Oltre la sfera del tuono". Ma purtroppo con The Walking Dead questo tipo di gioco è difficile da accettare visto che l'altra parte dell'episodio ha voluto regalare un altro tipo di impressione, ossia quella sorta di serietà di cui la serie si è fatta sempre portatrice. C'è da dire che anche la gente del Regno sembra essere particolarmente fuori dalle righe, ma il loro modo di gestire le cose funziona in maniera piuttosto riconoscibile almeno secondo i canoni umani. Lo stesso discorso vale per i Salvatori, che pur essendo uomini senza il senno della ragione, solitamente non agiscono come se non avessero mai vissuto al mondo prima dell'apocalisse. È risultata piuttosto meccanica e poco adrenalinica tutta la parte dedicata al baratto, specialmente perché era piuttosto intuibile il fatto che alla fine avrebbero accettato di collaborare. Ma dopotutto si tratta di un altro fuori pista per il gruppo di Alexandria visto che ora il loro compito è quello di trovare delle armi da poter scambiare con la gente della discarica. Una nota piuttosto negativa va alla piccola scena che ha visto protagoniste e antagoniste Rosita e Tara, una parentesi piuttosto raffazzonata e poco incalzante, che non ha trovato modo di risolversi o ancor meglio di aprirsi senza delle forzature.

Nel frattempo le cose vanno molto meglio, almeno in termini di sceneggiatura, con il personaggio di Daryl. A lui sembra ritornare quel fuoco che l'ha sempre contraddistinto dagli altri personaggi, quello sguardo penetrante e sofferente che spesso emoziona. Pronto a mettersi in prima linea per i suoi amici, specialmente per una figura che l'ha sempre suggestionato, Daryl ritrova la spinta giusta dal momento che viene a scoprire da Richard che Carol è più vicina che mai al Regno. L'espediente usato ha avuto i suoi risultati positivi, specialmente perché gli autori sanno bene che il pubblico ama vedere Daryl mettersi in discussione per Carol, l'unica persona che è sempre riuscita a capirlo senza troppe parole. Richard ancora una volta viene messo in silenzio, così come viene per l'ennesima volta attutita la sua voglia di vendetta nei confronti dei Salvatori. Quello che arriverà con questo particolare personaggio, che ci è stato presentato sin dall'inizio in maniera diversa rispetto agli altri abitanti del Regno, porterà qualcosa di diverso alla serie, o almeno questa è la nostra impressione.

L'incontro tra Daryl e Carol era piuttosto atteso e senza ombra di dubbio non ha deluso le aspettative. In fin dei conti sono due personaggi storici, che mai hanno perso di vista i loro obiettivi e che mai hanno cambiato troppo il loro modo di vedere le cose, nonostante la crescita di Carol sin dalla prima stagione sia stata enorme. Il loro abbraccio racconta molto, di quelle perdite che difficilmente si fa fatica ad accettare e di tutte quelle volte che non si è pronunciata la parola "scusa". Daryl a quel punto non ce la fa, perché senza troppi preamboli capisce il motivo dell'allontanamento di Carol, e decide di non raccontarle la verità, ossia quell'unica cosa che l'avrebbe smossa immediatamente da quella casa. L'episodio si conclude con l'arciere che lascia il Regno diretto verso Hilltop, una mossa che ci saremmo aspettati di vedere molto presto. Questa volta tocca a Morgan svegliarsi, tocca a lui convincere Ezekiel a collaborare e come giustamente ha detto Daryl se si vuole vincere la guerra è ora di svegliarsi.

Per confrontarvi con altri appassionati della serie, vi segnaliamo la pagina Facebook The Walking Dead Italia.

Continua a leggere su BadTaste